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«Insegnare ai bambini che “possono essere quello che vogliono” è inappropriato», la legge del governatore Ron DeSantis
NEWS 30 Marzo 2022    di Federica Di Vito

«Insegnare ai bambini che “possono essere quello che vogliono” è inappropriato», la legge del governatore Ron DeSantis

Sembra una banalità ribadire che sono i genitori a dover pensare all’educazione dei figli e che la scuola dovrebbe limitarsi a sostenerli, ma purtroppo non lo è. L’educazione dei figli da parte dei genitori è diventata un diritto da difendere, piuttosto che un dovere conclamato. Chi l’ha capito e sta facendo qualcosa per questo è il governatore della Florida, proprio quel Ron DeSantis che si è recentemente opposto alla vittoria del nuotatore trans per la categoria femminile. Il governatore repubblicano ha firmato il 28 marzo la legge sui “Diritti dei genitori nell’istruzione”, nota dai suoi oppositori come “Don’t Say Gay (Non dire gay), che proibisce di tenere lezioni sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere dall’asilo alle elementari ed entrerà in vigore dal prossimo 1 luglio.

DeSantis, possibile candidato alla Casa Bianca per il 2024, ha aggiunto che «la legge assicurerà che i genitori possano mandare a scuola i loro figli per ricevere un’istruzione e non un indottrinamento». La legge ovviamente ha suscitato forti polemiche, molte da parte dei dipendenti Lgbt della Disney: Disney World infatti ha la sua sede proprio in Florida. I suoi lavoratori avevano puntato il dito contro il silenzio del ceo Bob Chapek che alla fine ha preso le distanze dalla controversa misura. «Non la cambieremo. Non mi interessa quello che dicono i grandi media, quello che dice Hollywood, non mi interessa quello che dicono le grandi corporazioni. Sono qui e non mi tirerò indietro», così ha risposto De Santis.

Dal canto suo Chapek ha dichiarato che la Disney è stata «contraria al disegno di legge fin dall’inizio» e ha annunciato che donerà cinque milioni di dollari alla lobby Lgbt, così da mettere le mani avanti nel caso qualcun altro avesse da dirgli qualcosa. In casa Disney è da tempo che si lavora per un primo personaggio dichiaratamente Lgbt e tutto sembra portare verso quella strada. La Florida, ha commentato DeSantis, «non è guidata dalle richieste dei dirigenti aziendali della California. Non corrono e non controllano questo stato».

I sostenitori della nuova norma affermano che questa ha lo scopo di permettere ai genitori di determinare quando e in che modo introdurre argomenti di questo tipo ai propri figli. Inoltre dà loro anche la possibilità di citare in giudizio un distretto scolastico se la regola venisse violata e venissero trattati argomenti come l’identità di genere o l’orientamento sessuale in classe. Durante la conferenza stampa prima di firmare la legge, DeSantis ha detto che «insegnare ai bambini dell’asilo che “possono essere quello che vogliono” è inappropriato».

La speranza è che ci sia ancora qualcuno che ha a cuore la difesa del sacrosanto diritto di educare i propri figli e di metterli al sicuro, ma viene da chiedersi che mondo li attende. Un mondo fatto di asterischi dove persino i cartoni animati sono infarciti di interessi da milioni di dollari. C’era un volta Walt Disney, oggi c’è il fan club dei diritti Lgbt.


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