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Cristiani perseguitati
Iraq, riaprono due chiese cristiane distrutte dall’Isis: «Segno di speranza»
I lavori di restauro duravano da due anni ed erano state distrutte un decennio fa
21 Ottobre 2025 - 15:30
Un segno di speranza in Iraq: due chiese storiche di Mosul, sono state ricostruite e sono tornate attive, dopo anni di restauro e quasi un decennio dopo la loro distruzione, durante l'occupazione dello Stato Islamico. La popolazione cristiana si risveglia ufficialmente, come manifestano le cerimonie di riconsacrazione delle due chiese svoltesi nei giorni scorsi, in uno dei territori in cui il cristianesimo è più martoriato.
Mercoledì scorso, i residenti locali, il clero e i funzionari internazionali si sono riuniti per inaugurare la Chiesa di San Tommaso, un sito siro-ortodosso risalente al VII secolo, e la Chiesa cattolica caldea di Al-Tahira, conosciuta anche come "L'Immacolata".
«Un segno di speranza» l’hanno definito da più parti, che «mostra ai cristiani che vivono all'estero che le cose vanno meglio qui, ora, che possono tornare a casa», come ha detto a Vatican News, Fadi, un cristiano di Mosul che ha lavorato per tre anni per portare avanti il progetto di restauro.
Entrambe le chiese si trovano nella Città Vecchia di Mosul, dove le forze dell'IS avevano stabilito il controllo tra il 2014 e il 2017. In quel periodo, la chiesa di San Tommaso fu addirittura trasformata in prigione e quella di Al-Tahira bombardata.
Il restauro delle chiese è iniziato nel 2022, nell'ambito di un'iniziativa più ampia per far rinascere i punti di riferimento culturali delle zone postbelliche. Il progetto è stato guidato dalla Aliph Foundation, in collaborazione con l'Iraq's State Board of Antiquities and Heritage. L'ente di beneficenza cattolico L'Oeuvre d'Orient, con sede a Parigi, ha, invece, seguito i lavori di restauro che si sono svolti quotidianamente sotto la guida dell'Istituto Nazionale del Patrimonio Francese.
«Queste chiese non sono solo pietre. Sono la memoria della fede, della storia e della comunità», ha detto l'arcivescovo Najeeb Michael Moussa, vescovo caldeo di Mosul, dopo la cerimonia.
Ha sottolineato anche che «La restaurazione ha dimostrato che la fede può essere ferita ma non estinta e che ogni rintocco di campana chiama non solo i fedeli, ma il futuro».
Tra gli elementi accuratamente restaurati c'era la porta in alabastro del XIII secolo di San Tommaso, scolpita nel marmo e raffigurante Cristo con i dodici apostoli.
E ora suonano di nuovo a festa le campane, fuse dalla fonderia Cornille Havard in Normandia, la stessa che ha restaurato le campane di Notre-Dame de Paris e il loro suono si espande su tutta Mosul, ricordando che nessuna notte è mai infinita e che la resurrezione ha sempre l’ultima parola su ogni morte e distruzione.
(Foto: Ansa)









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