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Jimena, un anno dopo aver recuperato la vista alla Gmg di Lisbona
NEWS 20 Maggio 2024    di Paola Belletti

Jimena, un anno dopo aver recuperato la vista alla Gmg di Lisbona

Jimena adesso ha 17 anni e una vita piuttosto normale, ma ciò che è accaduto perché potesse godere della bellezza della normalità è tutt’altro che ordinario. Anche dalle pagine del Timone avevamo raccontato la sua storia quando ancora era poco più che cronaca: durante la Gmg «una ragazza di 16 anni di Madrid, presente a Lisbona insieme a un gruppo dell’Opus Dei, ha recuperato la vista a Fatima quando ha ricevuto la Comunione, proprio nel giorno della festa della Vergine della Neve, alla quale stava facendo una novena di preghiera per chiedere il miracolo della sua guarigione.» Ipovedente fino alla cecità quasi totale da due anni e mezzo, la giovane racconta di avere ricevuto la Comunione e di essere tornata al suo posto continuando a pregare per la guarigione che desiderava intensamente.

LA GRAZIA DELLA GUARIGIONE

Dopo un pianto prolungato che le ha fatto sperimentare una profonda pace, ha aperto gli occhi e finalmente ha visto nitidamente tutti i suoi amici, ci vedeva di nuovo. Era la mattina del 5 agosto del 2023, festa della Madonna della Neve, e per loro l’ultimo giorno della Novena; in quel momento anche il Papa stava recitando il santo rosario nel santuario di Fatima. A distanza di quasi un anno, la giovane, intervistata da ACI Prensa per CNA, racconta più nel dettaglio che cosa ha provato in quei momenti decisivi: «Dopo aver ricevuto il corpo di Cristo in una chiesa a Évora de Alcobaça, una città a nord di Lisbona, la giovane donna ha detto di sentire il bisogno di piangere, ma non era un grido normale: “Ho iniziato a piangere da un senso di pace, non mi era mai successo prima; non sapevo che potessi piangere per sentirti in pace. Ero come super tranquilla, come se dentro sapessi già cosa era successo, senza aprire gli occhi. E poi li ho aperti, mi sono asciugata le lacrime, e ho potuto vedere perfettamente l’altare, il tabernacolo…” ».

IL PRIMO PARERE DEI MEDICI

Il padre di Jimena racconta di come tutti loro siano cambiati strada facendo, orientando via via la preghiera alla volontà di Dio e non più cercando di piegare la Sua alla loro. La guarigione della figlia è stata una grazia, non avevano dubbi. Ma si tratta davvero di un miracolo, qualcosa che non ha altra spiegazione che un intervento soprannaturale? Ancora su CNA leggiamo che, di ritorno dal Portogallo, la giovane si è presentata al dottore che aveva seguito il suo caso: «Una medico ha anche detto che non importa a che punto avrei potuto essere guarita, non sarebbe mai stato istantaneo”, ha riferito la giovane donna.» Secondo le conoscenze scientifiche e cliniche attuali, la patologia di Jimena avrebbe potuto guarire o ridursi in modo significativo nell’arco di venticinque, trent’anni. L’istantaneità della sua remissione, invece, non trova spiegazioni né precedenti.

A ROMA PER DIRE GRAZIE

Una volta rientrata a Madrid, la ragazza ha scritto a papa Francesco per raccontargli la sua esperienza. Il Pontefice le ha subito risposto incoraggiando lei e la sua famiglia a fare un pellegrinaggio a Roma, a Santa Maria Maggiore (che ha anche il titolo di santa Maria della Neve), alla quale Francesco è particolarmente devoto. «Quello che Papa Francesco non sapeva è che la famiglia aveva già pianificato – un anno fa – un viaggio a Roma per trascorrere la fine dell’anno lì.“Ho ricevuto i biglietti nel gennaio dello scorso anno, mesi prima che Jimena fosse guarita. Abbiamo pensato che saremmo andati a Roma con Jimena cieca, ma guarda…” ha detto suo padre, commuovendosi».

L’INCONTRO CON PAPA FRANCESCO

Durante il viaggio romano, la famiglia di Jimena ha potuto incontrare il Santo Padre, dopo aver partecipato alla messa del 1°gennaio per la solennità di Maria, Madre di Dio. Francesco, racconta il padre della giovane, li ha accolti e si è intrattenuto con loro per più di un’ora, «con la sua tipica vicinanza e familiarità […] ha dato loro molti consigli e li ha incoraggiati “a mettere giù tutta la testimonianza di Jimena per iscritto e a contattare il nostro vescovo a Madrid”». In obbedienza alle indicazioni del pontefice stanno lavorando alla scrittura della testimonianza e sono in attesa di una risposta dal cardinale José Cobo Canom arcivescovo di Madrid. Secondo quanto ha detto loro il Papa, le parole che i medici hanno pronunciato sul caso di Jimena sono da considerarsi valide per il processo sull’autenticità del miracolo, perché, ha spiegato, «è molto difficile per un medico riuscire a pronunciare la parola “miracolo” con tutte le loro conoscenze scientifiche».

I FRUTTI DI FEDE E TESTIMONIANZA

Jimena racconta di come il suo rapporto con la Vergine sia una costante nella sua vita e di come si sia sempre affidata a Lei e l’abbia sentita vicina come una vera madre. Da quando la notizia della grazia che ha ricevuto si è diffusa, dice insieme al papà, sono tanti quelli che chiedono a lei e alla sua famiglia di pregare per ottenere miracoli di guarigione. Loro accettano ma sempre in forma anonima: il miracolo, hanno ricordato, è un regalo di Dio, non c’è alcun potere particolare di cui dispongano se non quello che abbiamo tutti noi credenti: la fede e la preghiera perseverante: «è un errore pensare che, all’improvviso, qualcuno abbia potere perché ha ricevuto un regalo. Sono due cose molto diverse, e mescolarle è un errore. Credo che una delle cose belle, che è anche una grazia della Vergine, sia poter condividere la sua esperienza in testimonianze personali e di persona in modo che altre persone si avvicinino al Signore. E questo è tutto. E il resto è pura superstizione».

L’EUCARESTIA, IL MIRACOLO PIÙ GRANDE

Per Jimena, «l’Eucaristia, alla fine, è un miracolo molto più grande perché sembra che sia nascosta perché non ha – che ne so – fulmini che cadono dal cielo o altro, ma alla fine è Dio, che è quello che mi ha permesso di recuperare la mia vista e per tutti noi di essere qui, colui che scende dal cielo per metterlo in un pezzo di pane e far sì che lo riceviamo.» Cosa c’è di più grande che essere uniti a Dio? Ecco perché cerca di andare a messa ogni volta che può. Come tante ragazze, Jimena aveva una lista di libri che desiderava tanto leggere: nella sua nuova normalità piena di gratitudine e gioia c’è anche questo: il piacere di leggere e la soddisfazione di spuntare i titoli dall’elenco che, ne siamo certi, continuerà a crescere. Un altro appuntamento che ha già in programma è un nuovo pellegrinaggio a Roma, questa volta con gli amici che erano con lei a Lisbona e che tanta parte hanno già avuto nella sua storia di sofferenza, affidamento a Dio e consolazione.  (Fonte foto: Screenshot, Rome Reports, YouTube/Pexels.com)

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