La fioritura della chiesa in Africa è un dato di fatto importante e crescente e ultimamente è stato messo in evidenza al sinodo, dall’arcivescovo nigeriano Ignatius Ayau Kaigama e tutto questo grazie ad una forte preparazione biblica e ad un’etica saldamente fondata sulla fede. Cose che potrebbero stupire i paesi occidentali in cui la Chiesa è di fatto in declino: «La comprensione africana dell’autorità biblica, del sesso, del matrimonio e del peccato può colpire i liberali occidentali come arretrati e superstiziosi», ha affermato l’arcivescovo Ignatius Ayau Kaigama di Abuja, insistendo anche sul fatto che tali credenze hanno un forte fascino nelle culture africane.
Per questo Kaigama sostiene che il cattolicesimo a livello globale si sta «evolvendo verso l’Africa». Le parole di Kaigama raccolte in un’intervista esclusiva con Crux arrivano dopo che il Vaticano ha pubblicato nuove statistiche che confermano la crescita della Chiesa africana. I dati, diffusi il 22 ottobre, in occasione della Giornata Missionaria Mondiale dall’Agenzia Fides del Vaticano, coprono il periodo dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021.
Il rapporto indica che in questo arco di tempo i cattolici nel mondo sono aumentati di 16,2 milioni, raggiungendo un totale di 1.375.852.000 persone, che rappresentano il 17,67% della popolazione mondiale. Stando ai i dati, l’Africa risulta essere il paese in cui il cattolicesimo è più in crescita, essendoci stato un aumento di 8,3 milioni di cristiani cattolici. Le Americhe hanno visto una crescita corrispondente ai 6,6 milioni di nuovi fedeli. L’Asia è cresciuta di 1,49 milioni mentre la popolazione cattolica dell’Oceania è aumentata di 55.000 unità. L’Europa, invece, è incredibilmente in calo, con 244.000 cattolici in meno, nel 2021.
Il rapporto mostra anche che il continente africano ha registrato un grande aumento nel numero di religiosi e religiose, e indica, inoltre, che questo paese ha un tasso molto più elevato di partecipazione alla Messa. Kaigama ha citato cinque fattori per spiegare questa crescita notevole. «In primo luogo – ha detto – il cristianesimo africano si integra con le convinzioni e le esperienze religiose tradizionali del continente, tra cui la fede nei miracoli e nella guarigione, l’amore per le storie e i proverbi biblici, una visione olistica di sé e la missione della Chiesa».
In secondo luogo, Kaigama sostiene che il cristianesimo africano ha conservato un forte senso dell’autorità e un grande amore per la Parola di Dio. «La Bibbia ha uno status molto diverso nelle società africane», ha detto, «rimane un testo sacro, attuale e vivente. È più di una raccolta di documenti storici. Le narrazioni dell’Antico e del Nuovo Testamento che parlano di sacrificio, poligamia, peste, agricoltura, danze, pastori, epidemie e guerre hanno una rilevanza immediata». Il terzo fattore, ha detto Kaigama, è l’importanza dei concetti tradizionali di famiglia e moralità. «Ciò protegge in gran parte gli africani dagli sconvolgimenti culturali che l’Occidente sta soffrendo, comprese le ridefinizioni dei ruoli uomo-donna, la castità, la santità, la normalizzazione del sesso omosessuale, ecc.» – sostiene.
Anzi, continua, «mentre molti in Occidente giudicano crudele la posizione africana sull’omosessualità, molti africani non hanno problemi a definire l’omosessualità un peccato e a pregare per la redenzione di tutti i peccatori», ha detto Kaigama. «Il peccato, infatti – evidenzia il prelato – non è una realtà individuale e privata, perché, per gli africani, la vita è comunitaria e quindi il peccato ha conseguenze sociali, politiche, ambientali e persino cosmiche». Tutto questo comporterebbe il fatto che ciascun individuo si sentirebbe responsabile per gli altri, poiché, come scrive San Paolo: «Se un membro soffre, tutti soffrono». Dunque, sebbene la maggior parte dei cristiani africani riconosce la Chiesa occidentale come la loro «Chiesa madre», tuttavia la riconosce anche come Chiesa in declino che, invece, in Africa è «in una curva di crescita impressionante» – chiosa Kaigama. (Fonte foto: EWTN, YouTube)
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