Le missioni sono in crisi. Profonda. Soprattutto perché gran parte dello stesso mondo missionario ha perso il senso proprio dell’evangelizzazione, Oggi pare politicamente scorretto annunciare Cristo al mondo, a chi lo ha conosciuto e rifiutato e a chi ancora non lo ha conosciuto. Sembra non essere educato giudicare le civiltà e le culture, le religioni e le credenze.
Un missionario del calibro di padre Piero Gheddo, del PIME, ha lamentato a gran voce questa situazione più volte, puntando il dito contro un’involuzione pericolosa in atto oggi nel mondo cattolico, e lo ha fatto a ragione, intervenendo costernato e addolorato di fronte al grave segno costituito dalla chiusura di strumento importanti quali le riviste missionarie Ad Gentes e Popoli.
La stessa preoccupazione per la missione mancata è del Papa, e questo conforta non poco. Il pontefice lo ha sottolineato all’Angelus di domenica 23 novembre, additando a esempio certo e sicuro due missionari del Kerala Kuriakose Elias Chavara della Sacra Famiglia (1805-1871) ed Eufrasia Eluvathingal del Sacro Cuore (1877-1952) ‒ canonizzati assieme a 4 italiani: Giovanni Antonio Farina (1803-1888), Ludovico da Casoria (1814-1885), Nicola da Longobardi (1650-1709) e Amato Ronconi (1226?-1292?) ‒, esaltati alla gloria degli altari affinché servano da modello a tutti: alla Chiesa che è in India, alla Chiesa che è ovunque. Da sempre, ma in specie da oggi nessuno può sentirsi escluso da questa chiamata, da questa investitura diretta del Papa.
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