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La predica corta della domenica #14 – Schiavi che cercano uno sguardo di liberazione
NEWS 3 Aprile 2022    di don Alessandro Galeotti

La predica corta della domenica #14 – Schiavi che cercano uno sguardo di liberazione

V domenica di Quaresima, 03/04/2022

Commento al Vangelo di Gv 8,1-11

La liturgia di oggi ci fa riascoltare il Vangelo dell’adultera. Proprio così: la buona notizia della peccatrice.

Mentre Gesù insegna nel Tempio, Gli viene condotta una donna sorpresa in adulterio. Ella viene cristallizzata per sempre dai suoi accusatori nel proprio peccato ed esposta al giudizio del Signore e di tutti gli altri, che prendono le distanze da lei, come se la colpa non li riguardasse, come se quella violazione non toccasse il tradimento verso il Signore (il popolo idolatra era dai profeti chiamato “adultero”), come se di fronte al Santo dei santi non fosse in gioco il proprio rapporto con Dio. Anzi, la portano a Lui non per risolvere un problema, per sanare una ferita, bensì per avere di che accusare pure Lui, per sentirsi giusti mettendo a tacere il Giusto.

Gesù sembra quasi disinteressato alla loro strategia, pare distratto, come il Crocifisso velato nelle nostre chiese da questa domenica. Eppure è l’unico che la guarda, che la vede davvero.

Nel luogo dell’incontro (Egli stesso è ha-maqom, il luogo), riecheggia la stessa domanda che era stata posta al progenitore all’inizio: «Ayékkah? – dove sei?»; «Donna, dove sono?». Il cuore di Dio è mendicante dell’uomo, Cristo è venuto per salvarlo: lo guarda e lo ama. Non c’era intenzione inquisitoria allora nel giardino e non c’è ora nel Tempio. Ma è la presenza stessa del Sole di verità ad essere insostenibile per il male. Adamo si nascose, gli accusatori se ne vanno.

San Benedetto nella sua Regola scrive «E poiché, tra la folla degli uomini a cui rivolge questo grido, il Signore cerca il suo operaio, di nuovo dice: “Chi è l’uomo che vuole la vita e brama di vedere giorni buoni?”. Che se tu, all’udirlo, rispondi “Io”, così Dio ti soggiunge: “Se vuoi possedere la vera ed eterna vita, preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde; allontanati dal male e fai il bene; cerca la pace e seguila”».

C’è un Dio appassionato in cerca dell’uomo, di ogni uomo. Siamo schiavi, inchiodati, cristallizzati al nostro peccato. Egli ci viene a cercare: «Dove sei?». E nel Suo sguardo, ritroviamo il nostro volto. Noi, idolatri perché mendicanti di amore, ci sorprendiamo amati dall’Amore stesso. Noi, che per esistere abbiamo elemosinato emozioni, siamo sorpresi dalla Vita. Noi che ci siamo sentiti giudicati dal sole, scopriamo che quella luce ci era necessaria non solo per scoprire la nostra ferita, ma per nutrire la sua guarigione.

Gesù raggiunge la donna proprio lì, sul suo peccato, sul suo limite, che è certamente misura della sua finitezza, ma è anche il punto, l’occasione dove Cristo la possa toccare, il luogo dove la misericordia vince. La salvezza è una possibilità che si spalanca in questo sguardo; innanzitutto – ovviamente – per lei, che ricomincia ad essere donna, e non più solo “l’adultera”, “la peccatrice”; ma anche per i suoi accusatori. Il Tempio, il luogo dell’incontro, è realmente l’occasione buona perché ogni uomo si sorprenda amato. Cristo è per ciascuno questo “luogo”. «Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. […] Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita» (Rm 5, 8.10).

E la legge non è una maschera dietro cui nasconderci, ma una strada dentro la quale correre («Corro sulla via dei tuoi comandi, perché hai allargato il mio cuore», Sal 119,32). Questo sguardo ci ha conquistati alla verità e ci ha mostrato il nostro vero volto: «Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù» (Fil 3, 12).

Sì, realmente questa è la buona notizia dell’adultera!


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