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«La sicurezza dell’Europa è possibile solo con la Russia»
NEWS 22 Febbraio 2022    di Redazione

«La sicurezza dell’Europa è possibile solo con la Russia»

La Conferenza sulla sicurezza di Monaco (MSC) di quest’anno sarà all’insegna principalmente dal conflitto ancora irrisolto tra Russia e Ucraina. Proprio quest’anno all’evento di Monaco non sarà presente il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. A detta del politologo tedesco Christian Hacke (foto nell’articolo), intervistato dal Tagespost, «nelle ultime settimane il ministro degli Esteri russo ha parlato quasi ininterrottamente con i diplomatici occidentali. E sembrava poco soddisfatto dei risultati. Dal suo punto di vista, è comprensibile che non venga a Monaco, tanto più che in quella sede si troverebbe nuovamente a dover affrontare le critiche, a torto o a ragione».

Nonostante l’assenza della Russia la Conferenza potrebbe essere un’occasione di diplomazia e confronto, ma «non bisogna sopravvalutare le capacità diplomatiche dell’MSC. Inoltre, le recenti rivelazioni della piattaforma di notizie «Politico» statunitense sulla leadership del presidente dell’MSC Wolfgang Ischinger potrebbero danneggiare l’immagine del diplomatico tedesco e, più in generale, la reputazione dell’MSC nel breve e nel lungo termine», spiega Hacke.

In riferimento alle dichiarazioni del neo eletto Presidente della Repubblica federale Frank-Walter Steinmeier, che si è dimostrato insolitamente severo sulla condotta della Russia nei confronti dell’Ucraina e alle affermazioni definite “dubbie” di Vladimir Putin dal Cancelliere federale Olaf Scholz, Hacke così si esprime: «Non sono in grado di giudicare se il Presidente dell Repubblica federale abbia reso un buon servizio all’ufficio con la sua presa di posizione decisa sulla crisi ucraina. Avrei preferito un po’ più moderazione. Il Cancelliere federale ha dato prova di coraggio a Mosca e non si è lasciato intimidire. Sia il modo riservato che la diplomazia silenziosa con cui ha affrontato il Presidente russo senza asprezza, ma con obiettività dimostrano che egli è anche esperto di politica estera. Ha difeso in modo impressionante gli interessi dell’Occidente e della Germania. Ci auguriamo che il Cancelliere Scholz mantenga la grande tradizione socialdemocratica della politica di distensione di Willy Brandt e rafforzi il dialogo con Putin».

La sicurezza dell’Europa può essere possibile «non senza, ma solo con la Russia», spiega ancora Hacke. «Germania, Europa e Occidente devono avere interesse a non spingere ulteriormente la Russia nelle braccia della Cina. Al contrario, l’Occidente deve fare più di quanto ha fatto in passato per integrare in modo costruttivo la Russia nel futuro ordine di sicurezza dell’Europa. In qualità di mediatore, la Germania ha una responsabilità speciale qui», aggiunge.

Su quale sia la migliore strategia che l’Occidente possa adottare nei confronti della Russia Hacke risponde che «l‘espansione della NATO, i sistemi di difesa missilistica statunitensi in Polonia e Romania, l’annullamento americano degli accordi antibalistici con l’Unione Sovietica del 1972 e l’intensificazione delle relazioni con la Russia in generale non contribuiscono a risolvere la crisi ucraina; e nemmeno il sostegno militare degli Stati Uniti all’Ucraina, l’adesione a una prospettiva di adesione dell’Ucraina alla NATO. L’amministrazione Biden sta agendo sotto un’estrema pressione interna. […] Ecco perché l’Europa, l’Ue e soprattutto la Germania devono essere interessate a una soluzione che non aggravi ulteriormente la situazione, ma anzi la allenti».

«Solo un’Ucraina neutrale, aperta all’Occidente e all’Oriente, senza affiliazione alle forze di sicurezza occidentali o russe e alle istituzioni comunitarie, cioè come ponte tra Oriente e Occidente, ha un futuro», questa la visione di Hacke. Da 15 anni Putin chiarisce di non accettare l’adesione dell’Ucraina alla NATO, l’Occidente, dal canto suo, non deve permettere all’Ucraina di entrare nella sfera d’influenza russa, per questo «solo un’Ucraina neutrale può prosperare pacificamente». Aggiunge poi che «Putin potrebbe essere aperto a questa visione solo quando l’Occidente chiarirà che non includerà l’Ucraina nella propria sfera di interesse attraverso l’adesione formale all’Ue e alla NATO. Viceversa, nella misura in cui gli Stati Uniti continueranno a cercare di trascinare l’Ucraina nella loro sfera di influenza, Putin si opporrà militarmente».

Infine, il commento di Hacke sull’accettazione da parte dei partner occidentali della “finlandizzazione” dell’Ucraina: «Il Presidente Biden sembra determinato a continuare il confronto con la Russia, anche se non è chiaro cosa intenda Washington. Una volta Biden dichiara di aspettarsi un intervento militare da parte della Russia, aggiungendo che gli Stati Uniti non risponderanno militarmente. D’altro canto, gli Stati Uniti stanno inviando sempre più truppe negli Stati membri orientali della NATO. Mi sembra che Biden sia legato alla politica interna; cerca di ottenere voti con un gesto marziale, tanto più che, dopo il precipitoso ritiro dall’Afghanistan e di fronte al fallimento delle riforme politiche interne, sta riscuotendo sempre meno consensi e sta cercando di persuadere con l’intransigenza in questa crisi. […] Inoltre, gli Stati Uniti devono affrontare il confronto politico globale con la Cina. L’America, pertanto, non è attualmente la soluzione dei problemi nella crisi ucraina, ma parte del problema di trovare una soluzione pacifica e diplomatica alla crisi ucraina».

Hacke si fa portavoce di un appello molto chiaro: «Chiedo che l’Occidente e l’Est, gli Stati Uniti, l’Unione europea e la Russia riconoscano l’Ucraina come ponte tra l’Est e l’Ovest. Non deve essere trascinata nella sfera di influenza occidentale o russa; è l’unico modo per rendere vitale un’Ucraina sovrana e democratica».


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