di Peppino Zola
su La nuova Bussola Quotidiana
Caro direttore,
desidero farti due osservazioni a proposito della legge sull’eutanasia (meglio parlare chiaro) che sta per essere approvata. Non riguardano il merito del DDL: non c’è bisogno di dimostrare che si tratta di una legge pessima, altro che una legge di civiltà, come osa dire continuamente il capogruppo PD in modo assolutamente ipocrita. Due osservazioni che riguardano il metodo e che gettano una luce preoccupante sul modo di lavorare della nostra classe dirigente.
1) Mi ha molto colpito il fatto che sia stata data una impressionante accelerazione all’iter che porterà all’approvazione della legge entro pochissimi giorni. E tutti i gruppi politici ne sono responsabili, tanto è vero che è stata l’assemblea dei capigruppo a decidere i tempi: ho il fondato sospetto che sia stato raggiunto, in quella sede, questo compromesso: si vota la legge sul fine-vita ed in cambio non si vota la legge sullo jus soli. Il sospetto si è fatto per me certezza quando Salvini ha infelicemente detto che lui non si occupa dei morti. Questo accordo sui tempi trova ora conferma se si considera come il dibattito si sta svolgendo: in pratica, nessuno osa fare anche solo cenno alla possibilità che qualcuno applichi il tanto temuto ostruzionismo.
Vi sono migliaia di emendamenti, ma essi verranno annullati nella quasi totalità con il metodo del “canguro”, che il semplice cittadino non riesce neppure a capire che cosa sia. In questo contesto, ciascun gruppo sta recitando la sua parte senza ritegno, ma tutti, in pratica, fanno in modo che la legge passi e passi in fretta. I partiti della sinistra, ricattando l’opinione pubblica mediante l’esaltazione di alcuni “casi pietosi” ( secondo il vecchio metodo Pannella), insistono sugli slogan relativi alla “legge di civiltà” che deve adeguarsi a ciò che fanno gli altri Paesi europei, senza avere il coraggio di entrare nel merito della questione, la quale è una questione di morte, altro che di civiltà.
I 5stelle, così combattivi su tutto, in questo caso sono fortemente remissivi e si limitano a dire che voteranno sì, ma senza dare alcuna spiegazione. Ed, in effetti, non si capisce perché un grillino dovrebbe per forza votare la legge, a conferma che, al di là del demagogico richiamo all’onestà, è difficile comprendere che cosa costoro vogliano. Il partito di Alfano (ottima la notizia che smette di fare politica) , pur facendo parte del governo, ha presentato molte centinaia di emendamenti, ma solo per mettersi a posto la coscienza.
Avrebbe un altro modo molto più efficace di impedire l’approvazione della legge ed è quello di chiedere la crisi di governo, provocandone la caduta a poche settimane dal suo termine naturale. Ma non ha questo coraggio, come non l’ha avuto nel caso della legge Cirinnà. E’ evidente che sono ipocriti i suoi emendamenti. Ma anche nei gruppi dell’opposizione abbonda l’ipocrisia. La Lega, a sua volta, ha presentato moltissimi emendamenti, pur sapendo che il “canguro” li azzererà. Forse li ha presentati proprio perché sapeva che sarebbero stati azzerati. Per lo jus soli Salvini aveva promesso la mobilitazione delle piazze: perché non lo ha fatto anche per il DDL di cui parliamo ? Il fine vita è meno importante della cittadinanza?
Forza Italia ha semideciso di votare no, ma poi si barrica dietro la gherminella di lasciare la libertà di coscienza ai propri senatori, il che costituisce un altro modo pilatesco di lavarsi le mani di fronte ad un tema fondamentale per ogni umana convivenza. Sono rimasti molto in pochi a lottare veramente contro questa legge eutanasica. Sono rimasti in pochissimi a dare ascolto alle osservazioni ed alle proteste che arrivano da settori molto consistenti della società impegnata nella difesa della vita. Di fronte a tutta questa ipocrisia, tra l’altro, la Chiesa italiana è rimasta sostanzialmente silente.
2) In tutti i settori sensibili della vita della società (come questo), il legislatore sta seguendo sempre facili scorciatoie invece che affrontare i reali problemi che, di solito, stanno dietro a queste problematiche. Così, invece di assumere concrete ed efficaci misure per rafforzare la famiglia a fronte delle sue difficoltà, il legislatore ha scelto la via del divorzio sempre più breve e facile, il che sta gettando migliaia di giovani figli nella più grave disperazione. Ed invece di preoccuparsi di aiutare la vita ad affermarsi, il legislatore ha scelto la via dell’aborto, la quale ha indotto quella mentalità generalizzata che oggi provoca la gravissima denatalità in atto. Nel nostro caso specifico, il legislatore, invece di assumere serie misure a favore della popolazione più anziana, ha scelto la facile via delle DAT, che aprono le porte (anzi, le spalancano) all’eutanasia. Ed è triste constatare che in tutte queste operazioni vi siano stati dei cattolici conniventi.
Caro direttore, se teniamo veramente al bene comune, noi cattolici dobbiamo intensificare la nostra testimonianza per far vedere ai nostri fratelli uomini la diversità positiva che Cristo ha portato nel mondo. Fanno parte integrante di tale testimonianza le battaglie culturali (fino al livello politico) cui siamo chiamati dalla nostra appartenenza all’Avvenimento cristiano. Tra poche settimane avremo una seria occasione di fronte alla quale non dovremmo più tacere.
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