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13.12.2024

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La vita della Chiesa non dipende dalle nostre bravure, ma dalla forza del seme
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16 Giugno 2024

La vita della Chiesa non dipende dalle nostre bravure, ma dalla forza del seme

Come possiamo immaginarci il Regno di Dio? Non il Regno inteso come il Paradiso, la vita dopo la morte, ma quel Regno che inizia già quaggiù, in mezzo alla nostra affascinante e travagliata storia, cioè la Santa Chiesa?

Gesù oggi la paragona ad un seme; l’uomo che l’ha gettato sul terreno non sa neppure lui come germoglia e cresca, eppure succede, il “seme produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga…”.

La nostra attuale cristianità è afflitta da una sindrome di attivismo ipercinetico: convegni, riunioni, piani pastorali, iniziative…non ci siamo fatti mancare nulla in tale ambito, eppure in conclusione ci pare che il raccolto sia scarso.

Invece il seme evangelico nessuno sa come germoglia, eppure lo fa, senza che noi stiamo lì a dargli suggerimenti. “Il seme germoglia e cresce” dice Gesù: a dispetto delle nostre ansie il Regno di Dio va avanti, all’improvviso terreni prima aridi fioriscono, e cuori induriti si sciolgono.

La vita della Chiesa non dipende dalle nostre bravure, dal nostro girare intorno – anche gli israeliti infedeli danzavano attorno al vitello d’oro, eppure non davano certo gloria a Dio – ma da una forza intrinseca che, come nel seme, non viene da noi. Per cui, sì, lavoriamo e con passione, per la Santa Chiesa, ma non scordiamo mai che essa va avanti perché è Dio che la guida, per cui non potrà mai fallire; possiamo fallire noi, non la Chiesa!

Ambrogio dice che la Chiesa è come la luna: cresce e poi decresce sino a sparire, ma in realtà non perde mai la propria intera consistenza. Difatti poi riappare.

Poi Gesù paragona la Chiesa al più piccolo dei semi, quello di senape, che fruttificando dà vita ad un grande albero. Spesso noi evangelizzatori ci sentiamo scoraggiati dalle poche persone, dal fatto che la comunità cristiana è esigua, non ha i mezzi che hanno altre realtà, non sa alzare la voce…

Ma Gesù ha previsto tutto, non ci ha promesso una Chiesa super corazzata, folle oceaniche – quelle appartengono ad altre realtà! – , bensì una Chiesa piccolo seme. Che poi, quando vuole il Signore, diventa un grande albero.

Coraggio, dunque, adesso siamo nell’epoca della semina, e ciò per noi dev’essere motivo di gioia e onore, anche se poi altri raccoglieranno.

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