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NEWS 29 Giugno 2022    di Federica Di Vito

L’Amministrazione Biden si attiva per garantire l’aborto

Il ribaltamento della Roe ha inflitto un duro colpo alla presidenza Biden, che ovviamente ha messo in atto tutta una serie di zelanti provvedimenti per proteggere l’accesso all’aborto. Ieri in conferenza stampa, Xavier Becerra, segretario del Dipartimento della salute e dei servizi umani (HHS) ha affermato: «Il 24 giugno cinque americani hanno deciso di usare il vasto potere conferito loro dalla nostra democrazia e dalla nostra Costituzione per mettere inconsciamente a rischio la vita e la salute di milioni di loro concittadini americani. Hanno scelto di limitare inconsciamente la libertà e l’autonomia stabilite dagli americani per controllare il proprio corpo – decisioni solitamente prese in consultazione con il proprio medico, non con un politico. E hanno scelto di rimuovere le protezioni sanitarie fondamentali che ogni americano in età fertile conosce da tutta la vita».

Per tutelare la libertà perduta sono cinque i punti su cui si è soffermato, primo fra tutti l’aumento dell’accesso all’aborto farmacologico. L’Ufficio dei diritti civili si sta poi mobilitando per garantire la privacy ai pazienti che cercano assistenza sanitaria riproduttiva, nonché ai fornitori. Il terzo punto è interessante, perché se da un lato l’amministrazione vuole garantire che il giudizio dei medici venga sostenuto, dall’altro Becerra ci tiene a specificare che «l’aborto può essere appropriato per rendere stabili le condizioni dei pazienti». Saranno poi messe a disposizione tutte le forze necessarie per assicurare che tutti i fornitori, dai medici ai farmacisti, abbiano risorse adeguate per rispondere alle «esigenze di pianificazione familiare». Mentre i Centers for Medicare and Medicaid Services (Cms) dovranno adottare tutte le misure legalmente disponibili per proteggere l’assistenza alla pianificazione familiare, compresa la contraccezione.

Verrebbe da chiedersi che cosa accadrebbe se un briciolo di questa energia fosse messa anche a sostegno di chi invece una gravidanza voglia tenersela. Ma il pathos Becerra l’ha tenuto tutto per la conclusione del suo discorso: «Ero in una clinica Planned Parenthood a St. Louis, Missouri, venerdì mattina quando la Corte Suprema ha ribaltato la Roe v. Wade. Ho visto in tempo reale l’impatto di questa decisione irragionevole. Il direttore della clinica ha dovuto iniziare quasi immediatamente a respingere le pazienti quando è entrato in vigore il divieto statale. […] C’erano lacrime e senso di tristezza. Dopo la mia visita alla clinica di St. Louis, ho attraversato il confine di stato verso un’altra clinica a Fairview Heights, Illinois, uno stato che, a differenza del Missouri, aveva ancora cure legali per l’aborto. Lì, ho visitato un sito che aiuta i pazienti a ricevere assistenza: dall’aiutare i pazienti a trovare appuntamenti al pagare le spese di viaggio per abortire».

Sembrerebbe però che non ci sia troppo da preoccuparsi. Numerose aziende statunitensi si faranno carico delle spese di viaggio per le donne che dovranno spostarsi per abortire. Dick’s Sporting Goods ha annunciato il 24 giugno stesso che fornirà fino a 4.000 dollari in rimborsi di viaggio a qualsiasi dipendente, coniuge o dipendente iscritto al suo piano medico. Starbucks e Levi Strauss and Co. rimborseranno completamente le spese per le donne che cercano l’accesso legale all’aborto. La lista è poi ancora lunga: Amazon, Yelp, Microsoft, Apple, Netflix, Tesla, JPMorgan Chase, Citigroup, Mastercard, Lyft, Disney, Meta, Comcast, Airbnb, Patagonia, DoorDash, PayPal, Reddit, Meta, Zillow e Uber.

 

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