La Leadership Conference of Women Religious (Lcwr) è l’unione delle superiori maggiori degli istituti religiosi femminili degli Stati Uniti, ovvero l’organismo che rappresenta circa l’80% delle suore americane e che, come noto, è alle prese con un “contenzioso” dottrinale con la Santa Sede che si trascina da anni. Oggi inizia a Nashville l’assemblea plenaria della Lcwr, delicatissima, perché si dovrà decidere sulla riforma degli statuti, quella chiesta dalla Santa Sede dopo la visita apostolica del 2012 e “ordinata” lo scorso maggio dal cardinale Ludwig Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina delle fede, dopo che le suore avevano sostanzialmente fatto orecchie da mercante.
Una “resistenza” animata da una vis tragicamente ideologica. Come si può evincere dal grafico qui riportato, che mostra in modo impietoso quanto abbia pagato nei decenni del post-Concilio l’ansia di “abbracciare” il mondo e una linea di contestazione più o meno spinta ed esplicita del Magistero.
Nel 1965 la popolazione degli Stati Uniti era di 194 milioni, di cui 48,5 milioni di cattolici. Le suore erano ben 179mila (numero strabiliante).
Oggi gli Stati Uniti contano 317 milioni di abitanti, di cui 76,7 cattolici. Le suore sono letteralmente crollate a circa 49mila, con un’età media altissima.
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