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Sotto l’effetto di droghe ha ucciso 3 dei loro figli: il perdono dei genitori ha scosso l’intero paese
NEWS 16 Giugno 2021    di Redazione

Sotto l’effetto di droghe ha ucciso 3 dei loro figli: il perdono dei genitori ha scosso l’intero paese

Danny e Leila Abdallah, coppia cattolica di origine libanese, non dimenticheranno quel caldo giorno d’estate dello scorso anno 2020 a Sydney, quando furono avvertiti della tragedia che avrebbe cambiato le loro vite. In precedenza avevano dato ai loro figli il permesso di andare a comprare il gelato durante una festa compleanno. Poco dopo ricevono una telefonata che non dimenticheranno mai, i loro figli, di nove, dodici e tredici anni, insieme a una nipote di undici anni, erano stati investiti da un’auto guidata da un giovane sotto l’effetto di sostanze.

In un’intervista a EWTN raccolta da CNA, questa coppia ricorda che tutto nella loro vita, anche quando si sono incontrati, ruotava attorno alla fede. Fin dall’inizio, furono attratti dalla fede dell’altro. «La prima domanda che Danny mi ha fatto è stata: “Preghi?” E quello è stato il segno da parte di Dio», dice Leila. Danny assicura anche che la fede di Leila era molto importante per lui. «Dico sempre che la decisione più importante che prendi nella tua vita è chi sposare, e so che una donna che ama e teme Dio sarà con te nei tuoi momenti più bui», ha detto.

È così che si sono sposati e hanno messo al mondo i loro sei figli: Antony, Angelina, Liana, Sienna, Alex e Michael. «Li amavamo ogni minuto, ogni secondo, anche quando eravamo stanchi ed esausti, anzi, in quei momenti, li amavamo ancora di più», spiega Danny. Nonostante non sia passato neanche un anno dall’evento tragico, questa coppia ha deciso di raccontare quel momento e come lo hanno vissuto.

La famiglia stava festeggiando un compleanno quando i genitori hanno lasciato che andassero a comprare un gelato. «Ho sentito mia sorella dire a Danny: “Sei sicuro che vada bene che vadano da soli?”» Dice Leila. «Ha risposto: “Sì, ​​devono solo camminare lungo il marciapiede, cosa succederà mai?”». Pochi minuti dopo Danny e Leila hanno ricevuto una telefonata che li informava di un incidente, quindi sono corsi subito dai loro figli. «Ciò che abbiamo visto è andato oltre la nostra comprensione», ha ricordato Danny. «Quando li ho visti, ho capito che dovevo arrendermi a Dio». Leila ricorda che sembrava che fosse una “zona di guerra” e ha detto che ha iniziato a pregare «mentre tutti intorno a me urlavano. Il mio primo pensiero è stato: “perché Dio dovrebbe farci questo? No, non puoi portare via i nostri bambini. Dio non ci farebbe questo”».

In seguito scoprirono maggiori dettagli su quella grande tragedia. Fu allora che seppero che un giovane di 30 anni sotto l’effetto di alcol, cocaina e altre droghe aveva perso il controllo della sua auto, era salito sul marciapiede ad alta velocità e aveva investito i bambini. All’arrivo in ospedale, quattro sacerdoti sono andati incontro a Danny e Leila e hanno dato loro la notizia: Antony (13 anni) , Angelina (12), Sienna (9) e la nipote Veronique (11), non sono sopravvissuti. A quel punto «stavo urlando, dicendo “no, no, non sono morti”», spiega Leila.

Eppure, nonostante la loro tremenda sofferenza, gli Abdallah non hanno mai odiato l’autista, che è stato recentemente condannato a 21 anni di carcere. «Mi dispiace per lui», dice Danny, e «prego per lui. Il diavolo lo ha usato come un burattino». Inoltre, in una decisione che ha scioccato i media australiani, Leila lo ha perdonato pubblicamente. «Il perdono è qualcosa che pratichi, è qualcosa che pratichi per tutta la vita. Quindi alla fine puoi arrivare a perdonare su una scala più ampia», spiega. «E tu non perdoni perché gli altri meritano di essere perdonati. È perché meriti di essere in pace». La loro fede è stata ciò che gli ha permesso di farlo. «Se Gesù può perdonarmi, allora, naturalmente, posso perdonare l’autista. Se Gesù è morto sulla croce per me, allora, ovviamente, posso pregare per quell’autista. Il nostro cristianesimo, la nostra fede me lo ha fatto perdonare», aggiunge Leila.

E per concludere, dalla loro esperienza cercano di aiutare altre persone che soffrono: «ricordati che se Gesù ha portato la sua croce, noi dobbiamo portare la nostra e seguirlo. E in questa terra mentre viviamo godetevi ogni momento, abbracciate forte la vostra famiglia, baciate i vostri figli, non date nulla per scontato, perché tutto può cambiare in un batter d’occhio». (Fonte)


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