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L’esorcista: «Negare l’esistenza del diavolo è un pericolo per le anime»
NEWS 24 Agosto 2019    di Ermes Dovico

L’esorcista: «Negare l’esistenza del diavolo è un pericolo per le anime»

Hanno causato scandalo le parole di padre Sosa Abascal, preposito generale dei gesuiti, che in un’intervista concessa a Tempi durante il Meeting di Rimini ha ribadito un’eresia già pronunciata pubblicamente due anni fa, cioè che il diavolo sarebbe una «realtà simbolica». Un’affermazione che fa a pugni tanto con le Sacre Scritture quanto con l’insegnamento bimillenario della Chiesa, nonché con l’esperienza concreta delle persone di ogni tempo, santi compresi.
Per ricordare i punti principali della dottrina cattolica sul demonio, Il Timone ha intervistato don Paolo Ciccotti, esorcista operante nella diocesi di Vigevano.

Don Paolo, può spiegarci in che senso la Chiesa parla del diavolo come di un essere personale?
«Intendiamo innanzitutto che anche lui è una creatura. Non è un simbolo. Se pensiamo alla caduta di Satana, il Catechismo della Chiesa cattolica spiega che Satana fu creato da Dio come un angelo buono, che poi si è ribellato a Dio. Per cui è una creatura reale, personale, individuale, creata con una natura razionale. Non è semplicemente un’entità astratta. Gesù lo chiama infatti “il principe di questo mondo”. E l’insegnamento costante della Chiesa ribadisce questa verità. Per esempio il 15 novembre 1972 Paolo VI, come ha ricordato anche il comunicato dell’Associazione internazionale esorcisti (Aie), affermava che il demonio è un essere “pervertito e pervertitore”. Lo spirituale non è sinonimo di irreale».

Perché il suo primo trucco è proprio quello di nascondere e negare la sua esistenza?
«Tutto il mondo legato al demonio lo chiamiamo mondo dell’occulto perché il demonio fa in genere di tutto per cercare di nascondersi. E questo lo fa per poterci ingannare e sedurre. Io faccio sempre questo esempio: se il lupo non si fosse travestito da nonna, Cappuccetto Rosso non gli sarebbe finita in bocca, no? Non sarebbe successo se le si fosse mostrato nella sua realtà… convincerci che non esiste è un’astuzia che il diavolo utilizza per ingannare l’uomo. Gesù dice proprio che Satana è “menzognero”, “padre della menzogna” e “omicida fin dal principio”».

Questo ricorda che la Sacra Scrittura si sofferma spesso sul diavolo.
«Sì, è presentissimo, dall’inizio alla fine, dalla Genesi all’ultimo libro, l’Apocalisse, con la grande lotta tra la donna e il drago. Se prendiamo il Vangelo, all’inizio del ministero pubblico di Gesù c’è la pagina delle tentazioni. E poi, per esempio, nei primi capitoli del Vangelo di Marco c’è un esorcismo dopo l’altro, come l’episodio dell’indemoniato guarito nella sinagoga di Cafarnao (raccontato anche da Luca), dove lo spirito immondo dice a Gesù: “Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio”. Anche lì Gesù ha a che fare con una presenza autentica, vera, che non lo ama ma lo riconosce».

Se si ignora l’esistenza del diavolo, quali sono le ricadute sulla comprensione della missione di Gesù?
«San Giovanni Evangelista nella sua prima lettera dice che “tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” e aggiunge subito dopo che “sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto” per liberarci. Più chiaro di così non si può. È Parola di Dio. L’azione di Gesù Cristo è un’azione di liberazione dal peccato e all’origine del peccato c’è Satana, che seduce e cerca di coinvolgere le persone nella sua ribellione a Dio. Sarebbe tragico se non riconoscessimo più la presenza del demonio nella realtà del peccato, dentro la quale lui è all’opera. Ignorando questo, non comprenderemmo più la Redenzione, la liberazione che Cristo è venuto a portarci dalla schiavitù del peccato e dalle sue conseguenze».

Questa perdita di consapevolezza è un pericolo per la salvezza delle anime?
«Certo, perché così l’anima non capisce più il dono della Redenzione e al tempo stesso non capisce più la gravità del peccato. Perché Gesù è venuto a liberarci dal peccato che ci separa dal Padre. Se eliminassi questa verità, che cosa sarebbe venuto a fare il Signore Gesù?».

E il ruolo di Maria? Non si capirebbe nemmeno la missione della donna che schiaccia la testa al serpente?
«Infatti, Maria è questo splendore di grazia che il demonio teme perché Lei, che pure è una creatura come lui, non è mai stata sfiorata dalla colpa, dal peccato, quindi è l’unica creatura su cui il demonio non è mai riuscito a esercitare per un solo istante il suo potere. Lui ce l’ha in orrore proprio perché in Maria contempliamo in pienezza l’opera della Redenzione. Lei è il frutto pieno della Redenzione, non comprenderemmo il mistero grande dell’Immacolata al di fuori del sacrificio redentivo di Cristo. Maria è dunque questo annuncio di vittoria, in Lei contempliamo la vittoria piena sul maligno».


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