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Lezioni dalla Francia sull’immigrazione? Anche no, grazie
NEWS 11 Maggio 2023    di Giuliano Guzzo

Lezioni dalla Francia sull’immigrazione? Anche no, grazie

Non è una critica, bensì un vero e proprio attacco, quello sferrato dal capo del partito di Emmanuel Macron Renaissance, Stéphane Séjourné, al governo italiano per la gestione dell’immigrazione. Ripreso da Le Figaro, Séjourné ha fatto un accostamento tra la destra francese e quella italiana, sostenendo che questa seconda sia addirittura modello per la prima: «L’estrema destra francese prende per modello l’estrema destra italiana. Dobbiamo denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza».

Non contento, l’esponente politico francese ha attaccato a testa bassa il presidente del Consiglio italiano: «Meloni fa tanta demagogia sull’immigrazione clandestina: la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace». A stretto giro è arrivata la replica del Ministro Matteo Salvini, che su Twitter ha parlato di «toni inaccettabili e offensivi. La Francia non può dare lezioni a nessuno. Portino rispetto al governo italiano». Ora, lungi dal Timone voler ribadire concetti già espressi, ma risultano innegabili almeno due cose. Primo: l’Italia, in fatto di accoglienza di migranti, non ha da prendere lezioni da alcuno.

A dirlo, attenzione, non son però Meloni o Salvini e neppure il Timone, che sul numero di gennaio ha approfondito il tema a livello giuridico il tema immigrazione (qui per abbonarsi). No, ad elogiare la gestione italiana dei migranti è la stessa Europa. Prova ne sia quanto recentemente dichiarato dal Commissario europeo per gli affari interni, Ilva Johansson, che nelle scorse ore ha speso parole di elogio per l’operato dell’Italia. «Devo dire che quello che vediamo ora dalla Guardia Costiera italiana è davvero impressionante», ha infatti dichiarato la Johansson, secondo cui le imbarcazioni della nostra Guardia Costiera «hanno salvato, credo, più di 30.000 persone quest’anno. E ci sono anche le Ong, ma in misura minore, ovviamente. Le iniziative statali sono le più importanti, quando si tratta di ricerca e salvataggio».

A dirla tutta, il Commissario europeo per gli affari interni si è pure concessa un forte richiamo contro le partenze dei migranti, da bloccare all’origine. «Dobbiamo innanzitutto prevenire queste partenze pericolose, perché c’è sempre il rischio che qualcuno scompaia o perda la vita se parte per questi viaggi pericolosi». Forse il Commissario europeo Johansson è sostenitrice di una politica sui migranti «ingiusta, disumana e inefficace»? Sarebbe davvero molto interessante sapere che ne pensa, su questo punto, il loquace Stéphane Séjourné; ma andiamo avanti, perché c’è un altro aspetto da sottolineare.

Stiamo parlando del comportamento – questo sì assai discutibile – che ha la Francia nei confronti dei migranti. Il Paese di Macron, infatti, solo alla frontiera di Ventimiglia respinge 80 migranti al giorno, con una prova muscolare che negli ultimi sette anni è costata la vita a quasi 30 persone, 28 per l’esattezza. Oltre all’aspetto quantitativo, infatti, ve n’è anche uno qualitativo, che riguarda cioè il modo con cui i respingimenti francesi vengono attuati, vale a dire senza consentire ai richiedenti asilo né un avvocato né un mediatore, chiudendoli in dei container indipendentemente da tutto.

Anche davanti a minorenni soli; perfino, attenzione, davanti ad una madre centrafricana che si presenti a loro con il figlio malato di cinque anni, documentano le cronache, i cugini francesi non fanno troppi complimenti e rispediscono tutti alla frontiera. Non è una accusa, ma una constatazione. Funziona esattamente così. E allora noi, come Italia prima ancora che come governo, dovremmo per carso prendere lezioni da tale Séjourné sui migranti? Anche no, grazie. Prima di criticare ciò che fa il nostro Paese, ci si guardi allo specchio. E pure a lungo, anche (Foto: Imageoconomica)

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