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Il linguaggio d’odio vale se ti chiami Cuccarini
NEWS 26 Settembre 2020    di Andrea Zambrano

Il linguaggio d’odio vale se ti chiami Cuccarini

Tommaso Zorzi è un pidocchio sulla criniera di un nobile destriero. Non se ne abbia a male, la citazione è togliattiana, insomma, è di uno che di soviet e di libertà (negate) se ne intendeva. Il destriero è Lorella Cuccarini e non ci si accusi di partigianeria perché noi abbiamo sempre tifato per lei fin da quando incrociava le mani a farfalla cantando La notte vola. Quindi, tanto per proseguire nelle citazioni, abbiamo riconosciuto alla partenza, e in tempi non sospetti, il cavallo vincente.

Il pidocchio e il destriero, poi non poteva mancare la cicala, la quale, ogni qual volta il destriero interviene, lei deve frinire per far vedere che è ancora la regina dell’estate. Ma siamo in autunno ahimè, e il cicaleccio di Heather Parisi non è altro che uno stridìo acuto che si perde nel vuoto.

Fossimo Esopo avremmo già chiuso la vicenda e saremmo passati alla morale: il cavallo dà una scrollata e il pidocchio vola via, poi con un nitrito subissa lo stridulo cicalare.

Ma ci corre l’obbligo di spiegare per quale motivo uno sconosciuto diventato vip senza particolari doti, solo perché ricco, anzi, “riccanzo”, possa ottenere le pagine dei siti di gossip perché ha preso di mira, lei. Che sarà anche la più amata dagli italiani, però da quando ha mostrato al pubblico di non adeguarsi al politicamente corretto e al mainstream dominante, è la più odiata dal caravanserraglio parassita vipparolo che non vive di luce propria ma deve sempre trovare un nemico e una causa. Così, la Lorella nazionale viene presa di mira un giorno sì e l’altro pure tanto che anche un “riccanzo” come Zorzi può darle della stronza senza ricevere neanche un buffetto.

Sì. «Lorella Cuccarini è una stronza», ha detto lui in crisi di ascolti da Grande Fratello vip. Il motivo? Le solite baggianate sui gay e l’omofobia, le convinzioni della Cuccarini su famiglia, infanzia, matrimonio, una idea dell’uomo e della vita naturale, prim’ancora che cattolica. Ah… la sciagurata. Da quando poi si è scoperta le spalle dichiarando la sua simpatia per il sovranismo salviniano non gliene è andata bene una, tanto che l’hanno dovuta persino allontanare dalla Vita in diretta, nonostante gli ottimi ascolti.

Dunque, «stronza, omofoba e mi sta pure sul cazzo», ha detto il belloccio del cui talento ancora dobbiamo capacitarci. Punizioni? Nessuna. Fiaccolate? Manco per idea. Ecco il bel frutto che ci ha lasciato la Sinistra che imperversa sulla scena culturale: a forza di indicare i nemici del popolo, e la Cuccarini ormai lo è, questo odio di classe poi arma le parole degli imbecilli i quali si sentono impuniti nel passare dalle accuse alle offese.

Lei, la più amata dagli italiani, non ci ha pensato un attimo a replicare al “pidoccio” (il pidocchio belloccio, nda). E lo ha fatto con grande classe. «Non sono sempre allineata al “politicamente corretto”: se mi si chiede un’opinione sulle adozioni o sulla pratica dell’utero in affitto, posso pormi delle domande e non essere a favore». Fiato sprecato.

Messo a tacere Zorzi, è stata la volta della cicala attempata che, con finezza non è andata tanto per il sottile: «Sei omofoba». Punto. Comunque la rigiri: se sei contro il politicamente corretto e esprimi le tue opinioni ben che vada puoi beccarti dell’omofoba, alla peggio finisci nella categoria degli stronzi. Ovviamente, in epoca di linguaggi d’odio, di ideologia dell’hate speech, sessismo, machoverbalismo e donne alla gogna etc…, nessuno si è levato per difendere la Cuccarini dall’offesa ricevuta. Non diciamo una Boldrini, sarebbe troppo, ma almeno una Cirinnà… una Rula Jebreal… una qualche vestale da ospitata tv pronta a inginocchiarsi per difendere le deboli e dire che Cucca lives matter. Macché… si vede che erano tutte impegnate a lodare Chiara Ferragni vestita da Madonna. Tu chiamale, se vuoi, democratiche…


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