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L’oblio di Cristo in Germania
NEWS 16 Novembre 2023    di Paola Belletti

L’oblio di Cristo in Germania

Ma quando il Figlio dell’uomo tornerà troverà ancora fede sulla terra? Domanda universale e sempre attuale, quella con cui l’evangelista Luca schiaffeggia le nostre coscienze nel capitolo 18. E se ad essere interrogati sono i nostri fratelli tedeschi, la risposta che emerge da un sondaggio al quale si è sottoposta per la prima volta anche la Conferenza episcopale del paese è desolante; per i numeri raggiunti e per l’accelerazione che vi è impressa.

L’abbandono della fede cristiana e la separazione dalla comunità ecclesiale, secondo quanto riporta il CNA in lingua tedesca, avviene molto più velocemente del previsto. Già nel 2040 – e non, come si sospettava in precedenza, nel 2060 – il numero di membri della Chiesa cattolica si dimezzerà. È il risultato di un sondaggio rappresentativo commissionato dalle chiese cristiane. Senza necessità di andare al ballottaggio, vince tristemente con il 56 per cento la quota di popolazione che si dichiara non più interessata alla fede in Dio. Di questa maggioranza ben il 36 per cento si dichiara inaccessibile al tema, il 14 impassibile e solo il 6 in qualche modo aperto e possibilista. Un altro passaggio drammaticamente critico mostra la percezione del nesso tra fede in Dio e legame con la chiesa.

Le persone interrogate in merito hanno dichiarato di essere per il 13 per cento solo in qualche modo legate a persone religiose, ecclesiastiche o meno. Il 25 si dichiara alternativamente vicino e distante; un andamento che sembrerebbe mostrare diffidenza verso l’istituzione e le comunità ecclesiali, se non vera e propria preoccupazione. Il 43 per cento dei membri della chiesa cattolica deve attualmente essere considerato incline all’uscita. La ragione più comune sono gli scandali, per esempio in termini di abusi sessuali e la loro copertura. Quasi due terzi dei cattolici dicono di essere stati più legati alla chiesa in passato. Tra i protestanti è poco meno di un terzo.

Osservando con ancora maggiore attenzione il quadro d’insieme, non può sfuggire il vero punto di fuga che ci permette di cogliere la profondità del problema: ciò che manca (che è stato strappato loro, che ha smesso di essere consegnato come tesoro prezioso da una generazione all’altra?) è la conoscenza della verità fondamentale della fede cristiana. Chi è Cristo? In che relazione sta con Dio e con questo soggetto per molti sempre meno riconoscibile che è la chiesa?
Tobias Kläden, coordinatore della partecipazione cattolica al sondaggio, ha sottolineato che non ci sono movimenti migratori, nessun mercato religioso dove c’è un cambiamento di confessione o di religione a causa dei bisogni individuali. Ha ritenuto probabile una connessione dei cali con i casi di abuso che sono diventati noti a partire dal 2010: «Ma questo è solo un acceleratore, non la vera causa. La secolarizzazione esisterebbe anche senza abusi e copertura».

Nonostante gli intervistati indichino in nuove e ulteriori aperture della chiesa a istanze di presunta modernizzazione – possibilità di sposarsi per i sacerdoti, benedizione delle unioni omosessuali tra le più gettonate, una linea che si è già mostrata ampiamente fallimentari in ambito protestante – , il presidente della commissione pastorale, Peter Kohlgraf, ha così concluso: «Continueremo a predicare sulla risurrezione di Gesù a Pasqua e non sulla politica di partito» Il sondaggio ha infatti alzato il velo già piuttosto trasparente sulla drammatica perdita di fede nel suo contenuto fondante: solo il 19 per cento della popolazione tedesca crede «che ci sia un Dio che si è fatto conoscere in Gesù Cristo».

Da un’accurata ed esclusiva indagine realizzata dalla nostra rivista sugli Italiani e la fede (qui per abbonarsi) è purtroppo emerso che anche il nostro “territorio” è colpito da un dissesto non così circoscritto: in Italia, quasi il 10 per cento dei cattolici praticanti – quelli che cioè vanno a messa – considera Gesù come un semplice «uomo ispirato dal Signore» o un «mito». Non consoliamoci dunque troppo col fatto che ben l’85,6 per cento lo considera come Egli è, il Figlio di Dio; per una quota significativa di persone che ottemperano al precetto della messa domenicale Gesù non è quello che confessano nel Credo apostolico e possono incontrare nelle specie eucaristiche.

Tornare al cuore dell’annuncio cristiano continua a mostrarsi come la sola strada percorribile per quanto disastrata possa essere la situazione delle chiese nei diversi Paesi; ogni altro tentativo, senza la fede in Cristo e nella sua resurrezione, è destinato al fallimento.  Lo dice San Paolo, ce lo ripete la Chiesa di ogni tempo. Così ci ricordava anche Papa Francesco in un’udienza generale all’inizio del suo pontificato:

L’Apostolo afferma: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati» (v. 17). Purtroppo, spesso si è cercato di oscurare la fede nella Risurrezione di Gesù, e anche fra gli stessi credenti si sono insinuati dubbi. (…) E questo per superficialità, a volte per indifferenza, occupati da mille cose che si ritengono più importanti della fede, oppure per una visione solo orizzontale della vita. Ma è proprio la Risurrezione che ci apre alla speranza più grande, perché apre la nostra vita e la vita del mondo al futuro eterno di Dio, alla felicità piena, alla certezza che il male, il peccato, la morte possono essere vinti. (Fonte Foto: Pexels.com)

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