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Marco Cappato, i Radicali e l’eutanasia: la legge è buona soltanto quando a farla sono loro
NEWS 12 Luglio 2017    

Marco Cappato, i Radicali e l’eutanasia: la legge è buona soltanto quando a farla sono loro

di Renzo Puccetti
su «Libertà e Persona»

 

Il fatto. Alle 11,40 del 27 febbraio 2017 il Dj Fabio, colpito da tetraplegia e cecità a seguito di un grave incidente, moriva in una clinica svizzera per suicidio assistito. “Al mio rientro in Italia, nella giornata di domani, andrò ad autodenunciarmi, dando conto dei miei atti e assumendomene tutte le responsabilità“, aveva detto il radicale Marco Cappato che lo aveva accompagnato in quell’ultimo viaggio.

Oggi giunge la notizia che il gip Luigi Gargiulo ha respinto l’istanza di archiviazione avanzata dai pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini disponendo per Cappato l’imputazione coatta. “Il processo sarà anche l’occasione per processare una legge ingiusta“, ha commentato l’esponente radicale.

È singolare che uno dei rappresentanti di punta del partito della legalità, anziché accettare la legge e le sue conseguenze, voglia invece processare la legge. Detto in altri termini, quando la legge riguarda gli altri,

i radicali si comportano da iuspositivisti, se invece la legge minaccia la loro libertà, allora decidono di seguire un approccio iusnaturalista.

È un doppio standard abbastanza ripetitivo. Pannella si batteva per il rientro dolce, ma ha preferito un’uscita di scena tradizionale. Emma Bonino si fa arrestare il 15 giugno 1975 per aborti clandestini, fa qualche settimana di carcere, ma poi, eletta nel marzo 1976 non rinuncerà all’immunità parlamentare (l’autorizzazione a procedere presentata dai magistrati è respinta dalla giunta della Camera. Vd. Atti Parlamentari, Camera dei Deputati, VII Legislatura – Discussioni – Seduta del 19/10/1977, 11415).

Socrate difese le leggi dello Stato accettandone il verdetto, ma mi rendo conto che pretendere da Cappato di trasformarsi in un novello Socrate sarebbe probabilmente pretendere troppo.

La prossima volta che però un medico rifiuta l’aborto o un farmacista la pillola del giorno dopo, vorrei che i radicali si ricordassero che anche loro talvolta vestono i panni dei perseguitati da leggi ingiuste. Non facciano gli egoisti, lascino quei panni un po’ anche a noi pro-Life, perché magari non se ne sono mai accorti, ma quelle vesti a noi stanno naturalmente a pennello.