Mercoledì 10 Dicembre 2025

Nel silenzio dei media anche i cristiani colpiti in Siria

Il vescovo Hanna Jallouf, vicario apostolico di Aleppo: « Facciamo appello alle autorità del Paese affinché pongano fine rapidamente a questi attacchi»

siria tg2
Nel silenzio dei media in Siria la situazione anche per i cristiani sta diventando di vera e propria persecuzione. Fonti della città portuale di Latakia, vicine a Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN), attestano che anche i cristiani sono tra le vittime dei recenti massacri avvenuti nella regione costiera siriana lo scorso fine settimana. Il 7 marzo è stato “un giorno molto buio e doloroso” per gli abitanti di Latakia, Tartus, Baniyas, Jableh e le comunità circostanti. Tra le vittime ci sono due membri della comunità protestante, uccisi nella loro auto, e il padre di un prete di Baniyas. Nel villaggio di Belma, a maggioranza cristiana, “dove non ci sono armi e la maggior parte degli abitanti sono anziani, la gente ha sofferto due giorni di terrore”. Il vescovo Hanna Jallouf, vicario apostolico di Aleppo e rappresentante dei cristiani di rito latino in Siria, ha scritto: “Ci uniamo alla voce di tutte le persone oneste e patriottiche di questo Paese nel sottolineare il nostro rifiuto di ogni forma di violenza, vendetta e ritorsione per motivi confessionali e religiosi. Facciamo appello alle autorità del Paese affinché pongano fine rapidamente a questi attacchi, che sono incompatibili con tutti i valori umani, morali e religiosi". In un'omelia di domenica scorsa, il patriarca greco-ortodosso di Antiochia, Giovanni X, ha condannato la violenza nella regione costiera e ha ricordato che durante i disordini in un quartiere di Baniyas erano stati profanati anche dei simboli religiosi: "L'icona della Vergine Maria è stata distrutta, calpestata e profanata. Lei è la Vergine Maria, che tutti i musulmani venerano insieme a noi e alla quale è dedicato un intero capitolo del Corano." Alla luce dei recenti eventi, Regina Lynch, presidente esecutiva di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN), ha affermato: “In questo momento di dolore e sofferenza, ci rivolgiamo all’unica vera fonte di pace: la preghiera. Ora più che mai dobbiamo pregare per la guarigione e un futuro roseo per la Siria. Che Cristo illumini questa nazione sofferente!” Le carmelitane di Aleppo hanno diffuso un messaggio drammatico, soffermandosi in particolare sul massacro degli alawiti. «I massacri che si sono verificati e continuano a verificarsi sulla costa nord-occidentale della Siria, nella regione alawita da cui proviene la famiglia dell'ex presidente, sono assolutamente indicibili. È un crimine contro l'umanità, un vero e proprio genocidio. In che modo il semplice e poverissimo popolo alawita è responsabile dei decenni di governo della famiglia Assad? Stupore, rabbia e paura sono ovunque nella regione di Latakia e in tutto il Paese. Dove stiamo andando? Nessuno difenderà questa povera gente che non ha soldi, non ha potere e non ha modo di difendersi? Vi supplichiamo di pregare e, per quanto possibile, di agire per porre fine a questo massacro indegno dell'umanità!» (Foto screen shot Tg2)

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