La fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), sin dalle sue origini nel 1947, si è virtuosamente distinta come una grande opera di carità e riconciliazione al servizio dei cristiani sofferenti. Presente in moltissimi Paesi, è una delle poche realtà che richiama – attraverso anche la pubblicazioni di interessanti ed accurati rapporti – l’attenzione sulle condizioni di persecuzione che, spesso nell’indifferenza dei mass media, colpiscono oggi qualcosa come 416 milioni di cristiani.
Ebbene, dall’aprile di quest’anno ACS ha un nuovo assistente ecclesiastico. Si tratta di padre Anton Lässer. 62 anni, austriaco, Lässer ha studiato dapprima economia aziendale e ha quindi lavorato come consulente aziendale. Dopo la laurea in teologia, nel 1999 era stato ordinato sacerdote; nel 2007 è entrato nella Congregazione della Passione di Gesù Cristo e oggi, appunto, è responsabile della vita spirituale della fondazione, in collaborazione con gli assistenti ecclesiastici delle 23 sedi nazionali di ACS.
In una bella intervista rilasciata a Infocatolica.com. il sacerdote passionista ha raccontato la gioia con cui vive questo nuovo incarico. «Come tante volte nella mia vita», ha detto, «il destino mi ha trovato. Ho ricevuto una chiamata per entrare nell’ufficio del cardinale Picacenza, che dal 2011 è presidente della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. Mi ha chiesto se ero disposto ad assumere l’incarico di assistente ecclesiastico. Ho risposto: farò quello che la Chiesa vuole che io faccia; ma questo è deciso dai miei superiori religiosi. Così ho comunicato loro questa decisione, che ho accompagnato nella preghiera».
Quando a padre Lässer è stato chiesto che cosa distingue questa fondazione dalle altre organizzazioni umanitarie, il sacerdote non ha avuto dubbi, evidenziando il carattere di forte devozione e spiritualità che la caratterizza. «La fondazione ACS è una comunità di preghiera», ha infatti sottolineto, rimarcando: «Che le persone che vi lavorano iniziano la loro giornata davanti al tabernacolo o pongano mentalmente i loro partner di progetto all’altare durante la santa messa è qualcosa di molto speciale». In effetti lo è; e lo sono anche testimonianze così, perché rammentano la cruciale differenza che c’è tra la carità cristiana e la filantropia, tra il semplice volontariato invece lo spendersi fino in fondo per il prossimo (Foto: Facebook ACN – Pexels.com).
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