DOMENICA DI PASQUA «RESURREZIONE DEL SIGNORE»
VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA (Mc 16,1-7)
“Alzando lo sguardo osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare”
Tre donne, passato il sabato, si recano al sepolcro. Hanno comprato oli aromatici. Sembra loro la cosa più necessaria. Devono, infatti, portare a compimento il rituale funebre della sepoltura interrotto per il sopraggiungere del sabato, giorno del riposo di Dio e dell’uomo. Lungo la strada – dice il Vangelo – ad un certo punto, “alzano lo sguardo”.
Vuol dire che fino a quel momento le donne avevano camminato a capo chino, con uno sguardo privo di Cielo, senza memoria, digiuno di futuro. Erano uscite di casa gravate di una tristezza nel cuore, gravitate verso la terra. Le donne camminano con una pesantezza nel cuore che sentiamo molto simile a tante nostre inquietudini, specie in questi giorni. Non è così anche per te? Per me è così, in tante giornate, con lo sguardo basso, con una melanconia che mi toglie la gratuità e la commozione. Come non pensare a chi si reca a scuola o al lavoro, un dovere che qualcuno vive in maniera opprimente, il cui peso vorrebbe strapparsi di dosso? O a quegli sposi la cui vocazione scelta un giorno nella gioia, sembra logora e divenuta motivo di rivendicazione e di accuse reciproche. O a quanti guardano infastiditi e stanchi la vita con i suoi appuntamenti, le sue scadenze, i suoi obblighi, le sue file. Quelle donne che camminano avvolte nel buio del mattino, rappresentazione esteriore di una delusione interiore, assomigliano poi a tante nostre Comunità che portano addosso una stanchezza, quasi indossassero un vestito insopportabile. Quanti volti spenti, ripiegati su di sé, narcisisti, , mi capita di incontrare il cui sguardo fiacco racconta di una “speranza sgonfia, a terra” e di una vita che striscia senza visione, senza passione?
Non è questa forse l’azione del serpente malvagio? Molti si alzano al mattino senza sapere cosa fare, ma soprattutto senza un “perché” e senza un “per chi”. Quanti sono così da un punto di vista affettivo? Quante solitudini incontro, storie d’amore che sono disavventure di disamore, nate già scadute, ma in cui ci si accontenta di spiccioli di affetto? Quanto desiderio di essere da qualcuno abbracciati, pur scompostamente, sapendo che non si stringe niente? Qualche volta, camminare con lo sguardo basso, a volte, è, perfino, una sorta di difesa tanto si ha paura di vedere, di prendere atto, di essere coscienti. “Mio fratello fa finta di niente” mi dice Giulio il cui padre è dedito all’alcol. Il male è così immane – guerre, dipendenze, pornografia, genitori che litigano… – che si ha paura di essere travolti, come uno tsunami. Quasi quasi si preferisce non vedere, proteggersi, rimanere indifferenti.
Il cammino privo di luce delle donne produce in loro domande angosciose: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”. Sembra di sentire la risposta: “Nessuno”. “Nessuno ti darà una mano”. “Nessuno è disposto a fare qualcosa per te”. “Alzando lo sguardo osservano che la pietra era già fatta rotolare”. La Resurrezione di Cristo ha come primo esito uno sguardo nuovo nelle tre giovani donne, prime testimoni dell’alba di Pasqua. Da curve, ora le donne sono ridestate. Cristo desidera che tu possa guardare in faccia la realtà e viva. Il primo effetto della Resurrezione è estetico prima ancora che estatico. Cosa osservano le donne? La pietra rotolata. Il problema che le angustiava, è stato risolto…da Lui. La pietra di tanti impedimenti non è tolta dalle nostre strategie, ma dalla sua potenza gloriosa. È Cristo che fa nuove tutte le cose.
Il macigno, segno di tutte le pietre che avviliscono e annichiliscono il tuo cuore, può essere rimosso! Soprattutto, può essere rimossa l’ansia veleno che inquina tante esistenze. Ti è dato uno sguardo nuovo per accorgerti che Dio è all’opera con te. Non sei solo. Quante confessioni in questi giorni mi hanno testimoniato la poderosa maestà di Cristo di liberare il cuore di tanti prigioniero del peccato? Ho in mente quello di una donna che ha tentato di suicidarsi. Una donna elegante nel parlare e persino nel dolore. Quando è uscita mi ha detto: “Padre, sono entrata “morta dentro” per ciò che avevo compiuto. Ho ancora spavento per quello che ho fatto, ma mi sembra che il sangue in me abbia ripreso a scorrere”.
Anche le donne, il mattino di Pasqua, hanno ancora paura. La Pasqua non è una magia. Non spazza via ogni timore, né la fatica della vita. Infatti, il Vangelo che non censura niente registra lo smarrimento che le invade. Non sono annullati i problemi, né i dolori. È cambiato lo sguardo con cui possono stare di fronte alla vita. Le prime parole di resurrezione sono “Non abbiate paura. So che cercate Gesù Nazareno. Non è qui”. Le tre donne dovranno ancora camminare verso la piena coscienza di ciò che è accaduto e dovranno soprattutto vedere il Crocifisso Risorto. Non basta sapere, infatti, la Resurrezione. Occorre incontrare il Risorto. Non basta celebrare la Pasqua. È necessario incontrare Gesù, il Nazareno, vivo. “Vi precede in Galilea, là lo vedrete”. Il secondo effetto della Resurrezione è il risorgere della speranza. Gesù Nazareno ti verrà incontro. Questa è la buona notizia, il Vangelo di cui ho tanto bisogno.
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