Questa volta non lo salverà il secondo turno, almeno dalla disapprovazione unanime degli esperti chiamati ad esprimersi. Il progetto del presidente Macron di sostituire le vetrate ottocentesche di Notre-Dame, cattedrale cattolica di Parigi, con nuove vetrate contemporanee non passa. Come riporta Le Figaro: «Giovedì gli esperti della Commissione nazionale per l’architettura e il patrimonio (CNPA) hanno votato contro il principio di creare sei campate contemporanee per la cattedrale. Dopo aver discusso a lungo, basandosi sui rapporti redatti dall’ispezione generale dei monumenti storici e su quello dello storico dell’arte Alexandre Gady , hanno respinto l’idea in quanto queste nuove vetrate avrebbero sostituito le vetrate del XIX secolo volute da Eugène Viollet le Duc, che non sono state danneggiate dall’incendio.»
A fondamento del parere della commissione i principi della Carta di Venezia, la Carta internazionale sulla conservazione e il restauro dei monumenti, che la Francia ha adottato fin dal 1965. Uno di questi raccomanda infatti di non distruggere o rimuovere un elemento che non sia stato danneggiato. La proposta di Macron, annunciata a dicembre del 2023, aveva da subito suscitato reazioni di stupore e sdegno nel mondo artistico; il sito La Tribune de l’art ha rapidamente lanciato una petizione su Change.org per far ritirare la proposta, arrivata ad oggi a 141.000 firme: «Le vetrate non sono state danneggiate dall’incendio e sono classificate come monumento storico allo stesso modo del monumento», ha affermato l’autore della petizione Didier Rykner, leggiamo su Le Journal du Dimanche. Ne aveva fatto uno dei suoi grandi progetti, annunciati a inizio 2023 e l’opposizione unanime della commissione, pur avendo valore solo consultivo, potrebbe favorirne il definitivo affossamento.
La voce della chiesa cattolica francese, per bocca dell’arcivescovo di Parigi, monsignor Ulrich, si era inizialmente spesa a sostegno del progetto, fino alla recente presa di distanze. Il Ministro della cultura, Rachida Dati, aveva selezionato cinque candidati tra gli artisti in lizza per la realizzazione delle nuove vetrate e il prototipo doveva essere presentato in occasione della riapertura della cattedrale l’8 dicembre, ma l’elenco dei nomi non è stato reso pubblico. Il rischio di naufragio dell’intero progetto si fanno dunque sempre più concreti, soprattutto nel clima politico che si è fatto turbolento e nei venti contrari che della maggioranza dei cittadini che si era espressa al primo turno contro il partito e la linea di governo del presidente ancora in carica.
Il veto del Cnpa e la nuova aria che tira in vista della formazione del nuovo governo, impresa ben più ardua e “architettonicamente” discutibile della sostituzione della storiche vetrate, potrebbero significare il definitivo inabissamento del progetto. In gioco non c’è solo l’elevato e indiscutibile valore artistico del monumento che ha subito gravissimi danni nell’incendio del 2019; Notre-Dame è più di un’icona della bellezza francese nel mondo, alla stregua della Tour Eiffel, poiché è scrigno di testimonianze di una fede che ha formato un popolo e luogo della presenza viva di Cristo nella celebrazione dei santi misteri.
Il suo valore più alto, dunque, non risiede nemmeno nelle opere o nelle preziose reliquie che custodisce, ma nel fatto che è simbolo della costruzione di un altro tempio, quello fatto dai battezzati innestati nel corpo di Cristo. Allora, fermo restando il valore della bellezza artistica e l’importanza della conservazione degli originali – ricordiamoci che le vetrate ancora più originali, cioè risalenti al XIII secolo, erano già andate ampiamente distrutte nel corso dei secoli per danneggiamenti e rifacimenti progressivi -, ciò che va difeso di un edificio ecclesiale è l’orientamento di ogni suo elemento alle realtà che si celebrano al suo interno. Il sospetto che i soggetti delle vetrate contemporanee nel progetto voluto da Macron potrebbero essere poco funzionali a questo fine è più che legittimo.(Fonte foto: Imagoeconomica/Pexels.com)
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