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Papa Francesco: «In corso missione di pace del Vaticano»
NEWS 1 Maggio 2023    di Lorenzo Bertocchi

Papa Francesco: «In corso missione di pace del Vaticano»

Sì è concluso ieri il viaggio apostolico di papa Francesco a Budapest, un viaggio in cui il Papa ha in qualche modo benedetto l’azione politica a favore della famiglia e della natalità del governo Orban, lo ha richiamato a costruire “ponti”, specialmente nell’accoglienza verso i migranti, e nello stesso tempo ha chiaramente indicato che l’Unione europea deve ritrovare la propria “anima” per non divenire un istituzione “gassosa” (con gli esempi negativi delle colonizzazioni ideologiche, come la cosiddetta cultura gender, e l’insensatezza del cosiddetto “diritto all’aborto”). Ieri sera sono state poi diffuse le sue parole pronunciate sul volo di ritorno nella consueta conferenza stampa in alta quota.

PACE IN UCRAINA  E RAPPORTO CON I RUSSI

«Anche, adesso è in corso una missione, ma ancora non è pubblica. Vediamo come … Quando sarà pubblica la dirò». Il Papa, rispondendo a una domanda di Eliana Ruggero (Agi), ha così rivelato che in questo momento la Santa Sede sta lavorando per una mediazione volta a risolvere la guerra in Ucraina, cosa su cui Francesco è impegnato fin dalle prime ore del conflitto, quando attraversò a piedi Piazza San Pietro per recarsi subito a parlare con l’ambasciatore russo in  Vaticano. «Con i russi», ha detto il Papa, «ho un rapporto buono con l’ambasciatore che adesso lascia, ambasciatore da sette anni in Vaticano, è un uomo grande, un uomo comme il faut. Una persona seria, colta, molto equilibrato. Il rapporto con i russi principalmente è con questo ambasciatore».

«Credo che la pace si faccia sempre aprendo canali, mai si può fare una pace con la chiusura. Invito tutti ad aprire rapporti, canali di amicizia …». Il Papa lo ha certamente fatto nei suoi incontri di questi giorni con il premier ungherese Orban, che tra le cancellerie europee è senza dubbio quella più guardinga nell’interrompere ogni relazione con Vladimir Putin; e lo ha fatto incontrando il metropolita ortodosso Hilarion, sabato pomeriggio nella sede della nunziatura a Budapest. Già ministro degli esteri della chiesa ortodossa russa, Hilarion è stato un po’ allontanato dal Patriarca Kirill proprio per le sue posizioni critiche rispetto all’aggressione russa in ucraina, ma resta uno dei possibili ponti che Francesco cerca di gettare verso l’interlocutore a Mosca.

«Hilarion è una persona intelligente con la quale si può parlare», ha detto Francesco, «e questi rapporti è necessario mantenerli, perché se parliamo di ecumenismo – questo mi piace, questo non mi piace – dobbiamo avere la mano tesa con tutti, anche ricevere la mano. Con il patriarca Kirill ho parlato una sola volta dal momento che è iniziata la guerra, 40 minuti per zoom, poi tramite Anthony, che è al posto di Hilarion, adesso, che viene a trovarmi: è un vescovo che è stato parroco a Roma e conosce bene l’ambiente, e sempre tramite lui sono in collegamento con Kirill. C’è in sospeso l’incontro che noi dovevamo avere a Gerusalemme a luglio o giugno dell’anno scorso, ma per la guerra si è sospeso: quello si dovrà fare».

Il Papa ha anche assicurato che la Santa Sede risponderà alla richiesta dell’Ucraina di un aiuto per il rientro in patria dei bambini deportati in Russia. «È importante, la Santa Sede è disposta a farlo perché è giusto, è una cosa giusta e dobbiamo aiutare, affinché questo non sia un casus belli, ma un caso umano. E’ un problema di umanità, prima di un problema di un bottino di guerra o di trasloco di guerra. Tutti i gesti umani aiutano, invece i gesti di crudeltà non aiutano. Dobbiamo fare tutto quello che umanamente è possibile».

MIGRANTI E NATALITA’: L’UE AFFRONTI INSIEME IL FENOMENO

«Credo che sia un problema che l’Europa deve prendere in mano, perché sono cinque i Paesi che soffrono di più: Cipro, Grecia, Malta, Italia, Spagna, perché sono i Paesi mediterranei e sbarca lì la maggioranza. E se l’Europa non si fa carico di questo, di una distribuzione equa dei migranti, il problema sarà di questi Paesi soltanto. Credo che l’Europa debba far sentire che è Unione Europea anche davanti a questo».

«C’è un altro problema che è collegato alla migrazione, ed è l’indice di natalità. Ci sono Paesi come l’Italia e la Spagna che … non fanno figli. L’anno scorso io ho parlato in un incontro delle famiglie su questo e ultimamente ho visto che anche il governo e altri governi ne parlano. La media di età in Italia è di 46 anni, per la Spagna è più alta ancora e ci sono piccoli villaggi deserti. Un programma migratorio, ma ben portato avanti con il modello che alcuni Paesi hanno avuto con la migrazione – penso per esempio alla Svezia nel tempo delle dittature latinoamericane – può aiutare anche questi Paesi che hanno una bassa percentuale di nascite.

LA SALUTE DEL PAPA

In riferimento al recente ricovero in emergenza all’ospedale Gemelli, Francesco ha detto: «Quello che io ho avuto è stato un malore forte alla fine dell’udienza del mercoledì, non me la sono sentita di pranzare, mi sono coricato un po’, non ho perso i sensi, ma sì c’era un’alta febbre, un’alta febbre, e alle tre del pomeriggio il medico subito mi ha portato in ospedale: una polmonite acuta e forte, nella parte bassa dei polmoni. Grazie a Dio lo posso raccontare, a tal punto che l’organismo, il corpo, ha risposto bene al trattamento. Grazie a Dio. Questo è quello che ho avuto».

(Immagine: screen shot  account Twitter Vatican news)


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