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Francesco tuona contro l’aborto, mentre cresce l’intolleranza laicista
NEWS 11 Ottobre 2018    di Ermes Dovico

Francesco tuona contro l’aborto, mentre cresce l’intolleranza laicista

Nell’udienza generale di ieri, che è stata l’occasione per una catechesi sul Quinto Comandamento, papa Francesco è tornato nuovamente a condannare con fermezza l’aborto, ricordando che «il valore basilare nei rapporti umani» è «il valore della vita».

L’ABORTO «È COME AFFITTARE UN SICARIO»

Eppure, nella società contemporanea, «un approccio contraddittorio consente anche la soppressione della vita umana nel grembo materno in nome della salvaguardia di altri diritti. Ma come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare? Io vi domando: è giusto “fare fuori” una vita umana per risolvere un problema? Non si può, non è giusto “fare fuori” un essere umano, benché piccolo, per risolvere un problema. È come affittare un sicario per risolvere un problema».

OFFRIRE VERA VICINANZA AI GENITORI, COMBATTERE L’INDIVIDUALISMO

«La violenza e il rifiuto della vita da dove nascono in fondo? Dalla paura. L’accoglienza dell’altro, infatti, è una sfida all’individualismo. Pensiamo, ad esempio, a quando si scopre che una vita nascente è portatrice di disabilità, anche grave. I genitori, in questi casi drammatici, hanno bisogno di vera vicinanza, di vera solidarietà, per affrontare la realtà superando le comprensibili paure. Invece spesso ricevono frettolosi consigli di interrompere la gravidanza, cioè è un modo di dire: “interrompere la gravidanza” significa “fare fuori uno”, direttamente».

ACCOGLIERE UN BIMBO MALATO «È LA VIA PER SALVARCI»

«Un bimbo malato è come un bisognoso della terra, come un anziano che necessita di assistenza, come tanti poveri che stentano a tirare avanti: colui, colei che si presenta come un problema, in realtà è un dono di Dio che può tirarmi fuori dall’egocentrismo e farmi crescere nell’amore. La vita vulnerabile ci indica la via d’uscita, la via per salvarci da un’esistenza ripiegata su sé stessa e scoprire la gioia dell’amore». A questo punto il Santo Padre fa un elogio speciale, desiderando «ringraziare tanti volontari, ringraziare il forte volontariato italiano che è il più forte che io abbia conosciuto. Grazie».

GLI IDOLI SPINGONO L’UOMO A RIFIUTARE LA VITA

Guardando alle cause che inducono l’uomo a rifiutare la vita, Francesco afferma che «sono gli idoli di questo mondo: il denaro – “meglio togliere di mezzo questo, perché costerà” -, il potere, il successo. Questi sono parametri errati per valutare la vita. L’unica misura autentica della vita qual è? È l’amore, l’amore con cui Dio la ama! […] Infatti, qual è il senso positivo della Parola Non uccidere? Che Dio è amante della vita».

NEL MISTERO DI CRISTO STA Il SEGRETO DI OGNI VITA

«Il segreto della vita ci è svelato da come l’ha trattata il Figlio di Dio che si è fatto uomo fino ad assumere, sulla croce, il rifiuto, la debolezza, la povertà e il dolore (cfr. Gv 13, 1). In ogni bambino malato, in ogni anziano debole, in ogni migrante disperato, in ogni vita fragile e minacciata, Cristo ci sta cercando (cfr. Mt 25, 34-46), sta cercando il nostro cuore, per dischiuderci la gioia dell’amore. Vale la pena di accogliere ogni vita perché ogni uomo vale il sangue di Cristo stesso (cfr. 1 Pt 1,18-19). Non si può disprezzare ciò che Dio ha tanto amato!». Un ammonimento che riguarda pure la nostra stessa vita, «perché anche per essa vale il comando: Non uccidere. A tanti giovani va detto: non disprezzare la tua esistenza! Smetti di rifiutare l’opera di Dio! Tu sei un’opera di Dio!».

LE AGGRESSIONI (NON SOLO VERBALI) CONTRO CHI DIFENDE LA VITA

La catechesi di papa Francesco (che già lo scorso 16 giugno, in uno dei suoi interventi sul tema, aveva paragonato la pratica dell’aborto selettivo a «quello che facevano i nazisti») arriva mentre nel nostro Paese emergono segni di crescente intolleranza verso chiunque osi difendere il diritto alla vita, da quello dei nascituri a quello di anziani e malati. Tra i casi più recenti ricordiamo la disinformazione e il putiferio messi in atto da politica e stampa laicista, televisione pubblica compresa (vedi quanto successo in prima serata su Rai 3 con Emma Bonino ospite del programma condotto da Massimo Gramellini, Le parole della settimana), per la mozione approvata il 4 ottobre dal consiglio comunale di Verona, il cui testo propone semplicemente di sostenere progetti e associazioni che aiutano in concreto le donne incinte a dare alla luce il loro bambino.

Due giorni fa è stata la volta degli Universitari per la Vita (Upv) che durante un volantinaggio al dipartimento di Lettere della Sapienza di Roma, svolto con regolare permesso, sono stati circondati da una ventina di persone pro aborto, che hanno strappato i volantini e gli opuscoli preparati dai giovani pro life per sensibilizzare i coetanei sulla protezione della vita nascente. Il gruppo abortista Link Sapienza, che vorrebbe perfino abolire l’obiezione di coscienza, è arrivato a vantarsi della sua azione su Facebook, fino a pubblicare una foto che esprime eloquentemente l’idea di «libertà» coltivata dai suoi membri.

Concludiamo questa panoramica con dei fatti riguardanti Milano, dove all’Università Statale – per ben tre giorni (dal 5 al 7 ottobre) – si è svolto il congresso dell’Associazione Luca Coscioni per parlare di contraccezione nei Paesi poveri, droghe «a uso terapeutico» (un escamotage per liberalizzarle) ed eutanasia. Tre esempi di cultura della morte. Gli Upv avevano chiesto a loro volta uno spazio alla Statale per un incontro pubblico sull’importanza di custodire la vita umana dal concepimento alla morte naturale: possibilità negata. Gli Upv terranno comunque l’incontro milanese oggi pomeriggio all’oratorio di Santa Eufemia (15:30), con interventi della fondatrice Chiara Chiessi, del ginecologo Leo Aletti (autore di Carne, ossa, muscoli e tendini, in cui racconta la battaglia affrontata nella sua vita professionale per proteggere i nascituri), dell’infermiere Giorgio Celsi, del direttore editoriale di Pro Vita Francesca Romana Poleggi e del bioeticista Tommaso Scandroglio, collaboratore del Timone.


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