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Passa la legge che, sperano i suoi alfieri, introdurrà  il «matrimonio» LGBT. Ma la CEI dov’era?
NEWS 12 Maggio 2016    

Passa la legge che, sperano i suoi alfieri, introdurrà il «matrimonio» LGBT. Ma la CEI dov’era?

di Marco Tosatti

 

Ma la Cei dov’era, mentre una gran parte del mondo cattolico – e non solo – si batteva contro una legge che apre la strada, come affermano apertamente i suoi ispiratori, Scalfarotto e D’Alessio, la new entry LGBT nello staff di Palazzo Chigi all’eguaglianza fra matrimonio naturale e altre forme di unione?  

Sarà una domanda che forse fra qualche decennio gli studiosi della Chiesa si porranno, scrivendo la storia della fine del concetto naturale di famiglia nel Paese.  

Il Presidente della Cei, Bagnasco, si è espresso chiaramente. Alcuni vescovi coraggiosi anche; ma a differenza di altri momenti non c’è stato uno sforzo comune, coordinato, di sostegno ai laici che combattevano contro una legge sospetta di incostituzionalità, e fatta passare a approvare violando regole e prassi della democrazia così come l’abbiamo conosciuta finora in questo Paese. Una triste anteprima di quello che sarà il futuro se il trend imposto da Renzi e avallato dai suoi alleati e valvassori continuerà indisturbato.  

Ieri abbiamo sentito a TV2000 il Segretario Generale della CEI, mons. Nunzio Galantino, esprimersi cosi: “…il governo ha le sue logiche, le sue esigenze, probabilmente avrà anche le sue ragioni, ma il voto di fiducia, non solo per questo governo ma anche per quelli passati, spesso rappresenta una sconfitta per tutti”.   

E poi ha parlato della “ necessità di politiche che siano più attente, e che davvero mettano al centro l’importanza della famiglia, fatta di madre, padre, figli”.  Sentitelo, e ditemi che impressione ne ricavate.  

Non so, forse a dispetto dell’età sono un po’ ingenuo: Ma a fronte di una legge che sconvolge radicalmente l’impianto sociale – e costituzionale – del concetto di famiglia, e grazie ai giudici compiacenti ha già aperto e aprirà alla legittimazione surrettizia “post factum” dell’utero in affitto, non mi sembrano parole di fuoco, e neanche di fuocherello; un cerino tutt'al più.  

Una diversa posizione non sarebbe stata coerente: il segretario della CEI ha contribuito anima e corpo affinché mancasse il sostegno della globalità dei vescovi alla battaglia.  

Tutti sconfitti? Molti certamente, a cominciare dal Parlamento, che non ha potuto dibattere su una legge divisiva e problematici; ma ci sono diverse qualità nella sconfitta. Chi si è battuto e ha perso, ha perso, ma non è stato sconfitto. Gli sconfitti, in partenza, sono quelli che non si battono.  

Ma rassegniamoci: se è possibile, come mi sostengono voci autorevoli in Vaticano che abbiamo fra un po’ mons. Galantino Vicario per il Papa della città di Roma e Presidente della CEI, avremo altre sorprese.