Il referendum tenutosi in Irlanda lo scorso 23 maggio sul matrimonio omosessuale e le rivendicazioni del Family Gay al Roma Gay Pride hanno scosso (e non di poco) l’opinione pubblica anche in Italia. Si parla infatti di più 100 mila post pubblicati dal giorno del referendum a domenica tra Twitter, forum e blog, che hanno commentato, spesso con toni decisi, la scelta degli irlandesi. Il primo dato che emerge è che nei commenti in Rete la maggioranza ha una chiara posizione pro-matrimoni gay: 84,4% i favorevoli e 15,6% i contrari. Ma le ragioni che soggiacciono a queste opposte posizioni sono assai variegate.
Tra le motivazioni che orientano il “no” alle nozze gay troviamo al primo posto l’idea che queste costituirebbero una vera e propria minaccia alla famiglia tradizionale. La paura di veder sradicata da un referendum un’istituzione da sempre fondata sulla dualità uomo/donna, ha acceso un lungo dibattito. In molti hanno fatto appello a quanto sancito dalla costituzione italiana quando nell’art. 29 afferma che la “Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, altri hanno simpatizzato con le “sentinelle in piedi” condividendone i valori e la loro protesta a tutela della famiglia contro “diritti costruiti ad arte per dare l’illusione della felicità e così tenere a bada l’uomo”. I diritti derivati dal matrimonio, nel caso di un’effettiva equiparazione, permetterebbero infatti di poter formare un proprio nucleo famigliare, adottando o, come prevede il ddl Cirinnà, optando per la stepchild adoption. Non a caso al secondo posto tra le motivazioni contrarie al matrimonio gay troviamo il fattore adozioni (un tema su cui ritorneremo, come vedremo), che costituisce uno dei motivi principali per ostacolare l’estensione dei diritti matrimoniali anche alle coppie omosessuali. Il matrimonio, in questo senso permetterebbe le adozioni e darebbe il via ad altre pratiche come la maternità surrogata (il cosiddetto utero in affitto). C’è poi una percentuale di post che dichiara di essere sfavorevole facendo riferimento a principi di matrice cattolica e alla posizione espressa dalla Chiesa sulla famiglia “naturale”, un atteggiamento che non ammette forme diverse di matrimonio perché minerebbero le basi dell’intera società. Infine non manca chi è contrario per una questione di diritti: se passasse un sì non ci sarebbe, a detta di questi ultimi, nessuno a tutela dei più piccoli a cui sarebbe egoisticamente negato “il diritto ad avere una mamma e un papà”.
La maggioranza dei pareri favorevoli, d’altra parte, è motivata da un’apertura generale verso i diritti civili. Il “diritto di avere diritti” proprio di ogni individuo rappresenta il bisogno di ogni cittadino di sentirsi tutelato e supportato a partire dalle proprie scelte coniugali. “Non esiste un amore di serie A e uno di serie B”, è il post che meglio riepiloga il senso del matrimonio egualitario e che include non solo un’equiparazione nell’istituzione, ma anche un parità di genere. Parità di genere e lotta LGBT hanno infatti occupato l’20,2% delle motivazioni positive, sotto l’hashtag #MatrimonioEgualitario e #LoStessoSì. La libertà di ogni individuo di avere legami e una famiglia pienamente riconosciuti sotto tutti gli aspetti e il desiderio di eliminare ogni differenza di genere sono le motivazioni più ribadite e legate strettamente alla necessità di introdurre un referendum anche in Italia per fare un primo passo verso una società più moderna e civile. Nel 16,6% dei casi si è espresso il bisogno di vivere nella modernità, cioè in una società contemporanea che non può non adattarsi a nuove pratiche sociali ed esimersi dal renderle pubblicamente formali. D’altra parte, l’Italia, secondo il 15,2% dei sì, dovrebbe tenere il passo degli altri paesi europei in cui il matrimonio gay è già stato pienamente accettato per non rischiare di diventare uno Stato troppo conservatore o addirittura, per alcuni, “retrogrado”.
Nonostante però le numerosissime asserzioni che discutono di matrimonio ugualitario e di più diritti, un ultimo dato sembra andare controcorrente. Se da una parte come abbiamo visto la larga maggioranza si è espressa in favore dei matrimoni omosessuali, lo stesso non si può infatti dire riguardo alla possibilità per le coppie gay di poter adottare. Tra chi si esprime sul tema, infatti, quasi 2 su 3 sono contrari. Insomma, in uno slogan, “matrimoni sì, adozioni no”. O forse “non ancora”. Se infatti confrontiamo le opinioni emerse in Rete nel 2015 con quelle del 2012 e 2013 possiamo osservare non solo una netta crescita dei sostenitori della possibilità di matrimoni gay, ma anche un aumento non indifferente di chi sostiene le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. Sarà interessante capire come evolveranno questi opinioni nei prossimi mesi, anche alla luce di quello che il legislatore farà (o non farà).
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