Tra i giovani cattolici italiani vantiamo un duo con l’anello, leggi “coppia di sposi”, che canta tra gli altri un pezzo, Canzone per mollare un radical-chic, nel quale si esalta la partecipazione alla messa feriale come dote da cercare in un fidanzato; uno di quelli che non si accodano ai tanti che mangiano sushi e santificano la domenica con un giro all’Ikea. Al di là delle Alpi diversi ragazzi più giovani ancora dei nostri Mienmiuaif devono averli sentiti o si sono trovati senza saperlo più che d’accordo con loro. Vanno a messa durante la settimana, recitano le lodi, cercano celebrazioni liturgiche particolarmente curate e possibilmente tradizionali. Su La Croix è uscito un articolo che dà conto di questo fenomeno, silenzioso e pacato, di ricerca del sacro da parte dei più giovani e di un consistente ritorno alle celebrazioni liturgiche anche non “comandate”:
«Myriam, 19 anni, partecipa non appena può alla messa nei giorni feriali. Canta anche le lodi e la compieta con i suoi compagni del foyer Saint-Gilles, tenuto dalla pastorale studentesca e collocato ai piedi dell’abbazia alle Dames: “Pregare e cantare in comunità, con una bella liturgia, mi aiuta davvero a mettermi in presenza di Dio”, si entusiasma. Eppure: se queste abitudini contrastano con tutti i suoi contemporanei, non sono così rare tra le giovani generazioni di cattolici francesi». C’è un appuntamento, in particolare, che attira un numero consistente di ragazzi. Circa 800 studenti tutte le settimane riempiono la cappella cattolica di Lille per partecipare con devozione alla messa delle 22, celebrata a lume di candela e animata da un coro polifonico. Su La Voix du Nord del 16 marzo si sottolinea che è vissuta con «immenso fervore».
La bellezza della liturgia con i suoi ricchi significati e i suoi rimandi simbolici che coinvolgono elementi del Creato è molto più compresa e ricercata adesso di quanto avvenisse quarant’anni fa. Più dei loro genitori e nonni, i giovani cattolici riconoscono un posto di primo piano alla celebrazione della liturgia nella loro vita di fede, come emerge da due sondaggi pubblicati su La Croix: a maggio 2023 il 24 per cento degli iscritti alla GMG di Lisbona affermava di andare a messa più volte a settimana. Quanto ai futuri sacerdoti interrogati a dicembre dello stesso anno, il 70 per cento dichiara di porre al cuore della propria missione la celebrazione dei sacramenti «prima della predicazione o della trasmissione delle Scritture», anche se molti di loro ha tenuto a precisare che « le differenti missioni al cuore dell’identità del sacerdote sono indissolubili». Secondo padre Gilles Drouin, direttore dell’Istituto superiore di liturgia presso l’Istituto cattolico di Parigi, dire oggi che si è interessati alla liturgia è percepito in modo assai più positivo di quanto lo fosse mezzo secolo fa, in epoca di contestazioni e sotto la spinta di un rinnovamento che purtroppo ha conosciuto anche mistificazioni e deragliamenti.
«In precedenza, le attività delle cappellanie ruotavano piuttosto attorno a incontri e dibattiti. Oggi, gli stessi giovani della Missione di Francia chiedono ai loro cappellani più celebrazioni». La liturgia è spesso anche il luogo di una conversione personale, come testimonia Mathieu, 23 anni, cresciuto in una famiglia poco praticante: il suo insegnante di pianoforte lo aveva invitato ad animare delle messe e oggi è organista presso la cattedrale di Coutances (Manche): «La liturgia dice qualcosa di ciò che si pensa di Dio. Se si pensa che è bello, è logico volergli restituire un po’ di questa bellezza». Un altro giovane intervistato riferisce che la liturgia curata e composta lo abbia conquistato soprattutto per come esprime la comunione dei Santi e ci fa percepire un’appartenenza alla Chiesa storicamente fondata e un legame soprannaturale indistruttibile con chi ci ha preceduto.
La bellezza salverà il mondo perché lo ha già fatto. Cristo è la bellezza della verità che ci ha amati e riscattati e continua dunque a farlo fino a che il giro dei secoli sarà concluso. Con l’armonia e l’ordine liturgico, con il susseguirsi di forme e gesti, la Chiesa rende visibile l’azione della Grazia e ci attira nella nuova creazione portata da Cristo. Questa potenza, anche quando forse non la comprendiamo a fondo (e come si potrebbe esaurirne il senso in una sola vita?), attira il cuore dell’uomo, dei giovani in particolare, gli stessi che si sono iscritti in gran numero al pellegrinaggio di 100 chilometri da Parigi a Chartres: esso è abitato da una fame naturale di pienezza, di bellezza salubre, che forse è particolarmente acuita dalla quantità di junk food con la quale hanno facilmente a che fare, e non ne possono più: basta cibi adulterati, basta surrogati. (Fonte foto: screenshot The Joy of the Faith, YouTube)
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