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Picchiarono le Sentinelle in Piedi, prime condanne per i militanti Lgbt (e la stampa muta come un pesce)
NEWS 5 Aprile 2017    

Picchiarono le Sentinelle in Piedi, prime condanne per i militanti Lgbt (e la stampa muta come un pesce)

da «Unione Cristiani Cattolici Razionali»

 

Due Sentinelle in Piedi massacrate di botte e finite all’ospedale solamente per essersi opposte alle nozze gay, è quanto accaduto nell’ottobre 2014 a Rovereto. Oggi è arrivata la condanna per i due attivisti arcobaleno: sei mesi di reclusione e duemila di euro di multa.

Notizia completamente censurata dai media, che si sarebbero giocati la prima pagina se fosse avvenuto il contrario. Ma il contrario non avviene mai, nessun manifestante pro-family ha mai aggredito, spintonato o difeso con la forza le sue idee. La caratteristica delle Sentinelle, infatti, è restare pacificamente compatte ed in silenzio, un geniale ed efficace modo di manifestare che manda e fa perdere ogni freno inibitorio al tetro mondo arcobaleno.

Tanto che, ad ogni evento (sul sito web delle Sentinelle le prossime date), l’associazionismo Lgbt manda in campo i suoi associati in combutta con i violenti dei centri sociali, che rispondono al silenzio con insulti, sputi, distruzione dei gazebo e, come in questo caso, aggressione fisica. Pestaggio, quello avvenuto in Trentino (ma anche a Bologna), che ha coinvolto anche un sacerdote preso a calci e pugni dagli stessi che hanno fatto della denuncia dell'(inesistente) omofobia la loro ragione d’essere, con l’obiettivo secondario di spingere il tasto emotivo per poter ottenere leggi scalfarottiane che introducano il reato d’opinione.

Pochi giorni fa a Washington, invece, esponenti della comunità Lgbt hanno vandalizzato a colpi di pennarello e martelli un autobus che pubblicizzava legalmente un’immagine raffigurante la differenza naturale tra un bambino e una bambina, ritenuta però una “campagna omofoba” da parte dei liberali. L’autista è stato a sua volta aggredito.

Vandalismo in passato anche contro i locali americani Chick-fil-A, dopo che il proprietario Dan Cathy ha dichiarato che l’azienda a conduzione familiare crede nei valori della famiglia tradizionale. Due anni fa in Germania è stato incendiato l’autobus delle “Sentinelle” tedesche e date alle fiamme anche le auto dei difensori della famiglia, nel 2013 invece, un attivista gay, Floyd Lee Corkins, è entrato armato all’interno del Family Research Council, ente a favore della famiglia naturale, sparando contro la guardia di sicurezza. Il militante omosessuale, una volta arrestato, ha dichiarato di avere in progetto di uccidere quanti più “bigotti omofobi” possibili.

L’unica volta che dei sostenitori della famiglia naturale si sono comportati come gli attivisti Lgbt, recandosi nel 2013 (in modo pacifico, però) al Gay Pride di Seattle (USA) con dei cartelli provocatori, sono stati brutalmente pestati. Il video qui sotto (pubblicato anche sul nostro canale Youtube):

Andrew Sullivan, leggendaria icona gay e giornalista inglese, intervenuto contro la lobby gay quando ha imposto il licenziamento di Brendan Eich, amministratore delegato di Mozilla -reo di aver donato mille dollari alla campagna referendaria per vietare i matrimoni gay-, ha dichiarato: «Un movimento per i diritti civili senza tolleranza non è un movimento per i diritti civili, è una campagna culturale per estirpare e distruggere i propri oppositori. Un movimento morale senza misericordia non è morale; è crudele».