Tu chiamale, se vuoi, em…eterogenesi dei fini. Ma sì, perché proprio a questo viene da pensare vedendo come l’Atletico Madrid, club della capitale spagnola, ha scelto di confezionare un nuovo spot per annunciare il ritorno al proprio vecchio logo, abbandonato nel 2016. Nei due minuti di video, infatti, si osserva una vicenda in sé davvero semplice eppure molto eloquente: quella, pare basata su «una historia real» – una storia vera -, di un’anziana suora che tutti i giorni – implacabile nonostante l’età avanzata -, prega (tra le altre cose) affinché si realizzi un determinato fatto. Quale fatto non è dato saperlo, se non alla fine dello spot, quando si comprende come la religiosa abbia pregato con fede incrollabile, appunto, per il ritorno allo stemma tradizionale della sua amata squadra. «Il cuore ha ragioni che il marketing non conosce», è infine lo slogan pascaliano che chiude il video.
Ora, è senza dubbio vero che esistono cose ben più serie, prioritarie ed urgenti per le quali rivolgersi a Dio; ed è altrettanto auspicabile che, a maggior ragione chi ha scelto una vita religiosa, agisca in tal senso. Non ci piove. Tuttavia, considerando che parliamo non già di qualche conferenza episcopale né di una diocesi, bensì di una squadra di calcio, era obbiettivamente difficile immaginare – di questi tempi, poi – uno spot più bello. E che peraltro, a ben vedere, non fa che rinverdire un legame, quello tra la Chiesa e lo sport del calcio, non solo solido ma perfino antico. Basti pensare che risale a secoli fa, precisamente al 1521, la prima partita di calcio disputata nei quartieri vaticani, precisamente nei giardini: e non fu certo giocata clandestinamente, dato che in tribuna sedeva nientemeno che il pontefice, Leone X.
Venendo ai giorni nostri, poi, sappiamo che papa Francesco, da un lato è un tifoso del Club Atletico San Lorenzo de Almagro di Buenos Aires – tanto che ci è stato scritto perfino un libro -, ma, dall’altro, non ha disdegnato di diventare socio del Boca Juniors. Nel tifo calcistico, tra i papi contemporanei, non è però certo il solo. Benedetto XVI era infatti socio onorario del Bayern Monaco. Giovanni XXIII, da buon bergamasco, impartì invece benedizioni all’Atalanta, anche se il più sportivo era senza dubbio papa Wojtyla, che consigliò Boniek alla Juve e, una volta, urlò di gioia: «Grande Reggina!» Tornando indietro nel tempo, poi, possiamo ricordare come Clemente VII, Leone XI e Urbano VIII fossero appassionati di “calcio fiorentino”. Non è tutto: sul calcio, papi o futuri tali hanno perfino scritto!
Illuminanti, su questo, le riflessioni dell’allora cardinale Ratzinger, il quale, nel suo Cercate le cose di lassù (Paoline 1986), ebbe a dire che lo sport più popolare del mondo «tocca un qualche elemento primordiale dell’umanità». «In questo senso», continuava Ratzinger, «il gioco sarebbe una sorta di tentato ritorno al Paradiso: l’evasione dalla serietà schiavizzante della vita quotidiana e della necessità di guadagnarsi il pane, per vivere la libera serietà di ciò che non è obbligatorio e perciò è bello». Insomma, nulla di così scandaloso, anzi, nel tifo fino all’orazione dell’anziana suora iberica per la squadra del cuore; mentre invece c’è parecchio di sorprendente nello spot dell’Atletico Madrid. In tempi in cui la Chiesa e perfino l’Eucaristia vengono spesso irrisi, è una notizia scoprire che sì, un’altra pubblicità è possibile (Foto: Screenshot, Atlético de Madrid – YouTube).
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