Secondo la stampa locale, la decisione risponde ad una precisa richiesta dell’intelligence locale secondo cui la presenza di donne velate integralmente rende più complicati gli ordinari controlli di sicurezza.
“Il Senegal non è al riparo da attacchi terroristici” ha ribadito dal canto suo il ministro degli Interni Abdoulaye Daouda Diallo , al termine della riunione preparatoria per l’edizione 2015 del Magal de Touba, commemorazione dell’esilio nel 1894 di Cheikh Ahmadou Bamba, fondatore della confraternita mouride, deportato sull’isola di Mayombé in Gabon.
“Il Senegal è un paese musulmano e siamo tutti praticanti – ha aggiunto – non prenderemmo mai una decisione contraria all’Islam. Ma qui si tratta di sicurezza, non di religione”.
Una volta entrato in vigore, il bando al burqa farà del Senegal il quinto stato in Africa a limitare l’uso del velo integrale dopo Ciad, Gabon Repubblica del Congo e Camerun. Un’altra decisione presa dalle autorità di Dakar per contrastare la minaccia terroristica è di disattivare tutte le carte Sim non registrate entro la fine di novembre.
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