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Quando «Le Scienze» fanno politica e la tracotanza ideologica calpesta la ricerca autentica
NEWS 3 Luglio 2015    

Quando «Le Scienze» fanno politica e la tracotanza ideologica calpesta la ricerca autentica

di Enzo Pennetta

 

L’editoriale n. 562 di Le Scienze, in edicola dal 2 giugno di Marco Cattaneo è un manifesto politico. L’argomento è la “Fecondazione 2.0″: «Sono trascorsi undici anni dall’approvazione della famigerata Legge 40, che disciplina – o forse sarebbe più opportuno dire disciplinava – la procreazione medicalmente assistita nel nostro paese. Una legge aspramente criticata e profondamente iniqua, il cui impianto è stato sostanzialmente smantellato da oltre 30 sentenze di tribunali e da tre pronunciamenti della Corte Costituzionale – l’ultimo pochi giorni fa – oltre che da una bocciatura della Corte europea dei diritti umani».

Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi riguardo l’uso politico della scienza queste poche righe li chiariscono definitivamente. Su una rivista che ha come scopo la divulgazione scientifica di livello medio alto si fa politica in modo evidente entrando nel merito di leggi votate dal parlamento e poi confermate da un referendum popolare che vengono definite “famigerate”. Nel caso specifico il riferimento è alla legge 40, una legge che, come riporta l’articolo, è stata “aspramente criticata” da qualche pensatore di riferimento ma voluta e legittimamente votata dalla maggioranza degli italiani, che evidentemente quando non seguono le direttive dei “best and bright” sono considerati incapaci di intendere e di volere, che risultano quindi bisognosi di un tutore, in questo caso il Direttore di Le Scienze, che indichi loro dove hanno sbagliato e in che direzione bisogna invece andare per seguire il “progresso”.

Il prevalere della logica dei “diritti” sulle leggi approvate dal Parlamento democraticamente eletto, di cui si era parlato su CS in La genesi della società attuale, e in La linea di faglia interna, trova così una chiarissima conferma nell’editoriale di Le Scienze, rivista che a sua volta non è un voce isolata ma parte di una realtà che unisce da un lato il mondo scientifico USA e dall’altro il grande e ”politically correct” gruppo editoriale l’Espresso. Il vero valore dell’articolo è nell’aver ricordato che una legge democraticamente votata dal parlamento è stata ribaltata da una minoranza di magistrati (30 sentenze) che instaurano di fatto un’oligarchia che detta al popolo il proprio punto di vista, a loro volta supportati da altri magistrati, quelli della Corte Costituzionale e infine dai magistrati della Corte europea dei diritti umani.

Riassumendo il meccanismo è questo: qualcuno senza mandato si arroga il diritto di stabilire quali siano i nuovi diritti umani, in questo caso quello opinabilissimo di avere un figlio, poi le Corti di tutto l’Occidente recepiscono questa indicazione di una minoranza “illuminata” e la usano per scardinare le leggi dello Stato. Ma questo non è altro che un totalitarismo che in quanto tale impone come inevitabile un pensiero unico che permea ogni aspetto della vita degli individui e che non è possibile mettere in discussione.

L’editoriale su Le Scienze, dopo aver esposto le nuove frontiere della manipolazione di gameti ed embrioni, termina infine così:

Non sarà facile per la politica tenere il passo di progressi tecnologici tanto vertiginosi e che aprono interrogativi etici nuovi ma certo non inattesi. Eppure di queste potenzialità bisognerà tenere conto nel momento in cui si dovranno varare norme per disciplinare le sconfinate applicazioni di queste tecnologie.

Non resta che augurarsi che quando sarà ora di approvare leggi su questa delicatissima materia sia in carica un Parlamento più istruito, maturo e responsabile di quello che ha approvato la Legge 40.

Viene quindi stabilito che solo l’ignoranza e l’immaturità possono giustificare scelte contrarie a quelle dei nuovi “diritti” i quali non includono però la salvaguardia di quelli del nascituro.

Questa è un’opinione politica che non va spacciata per scientifica, la scienza non trova alcuna discontinuità nello sviluppo embrionale umano dallo zigote alla nascita, e quindi le salvaguardie di una legge come la “famigerata” 40, a garanzia della fase iniziale della vita umana, sono scientificamente giustificate.

Qualcuno potrebbe pensare che l’editoriale “Fecondazione 2.0″ sia l’espressione di un’opinione personale del Direttore e che quindi non riguardi il “mondo della scienza” in generale, ma in tal caso si sarebbero dovute avere delle prese di posizione al riguardo, dei distinguo da parte dello stesso mondo della scienza e del giornalismo scientifico.

Abbiamo però aspettato un mese prima di parlarne, un mese in cui nessuno ha sollevato obiezioni sulla politicizzazione dell’editoriale di Le Scienze. Prendiamo atto che la “scienza” che viene divulgata sui vari organi di stampa è in larga parte un “instrumentum regni”, chi si faceva illusioni al riguardo ne prenda atto.