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«Quando sarà in Paradiso mi ricorderà di voi». Il miracolo che ha portato sugli altari fratel Bordino
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4 Maggio 2015

«Quando sarà in Paradiso mi ricorderà di voi». Il miracolo che ha portato sugli altari fratel Bordino

Ieri, domenica 3 maggio, a Torino è stato proclamato beato fratel Luigi (al secolo Andrea) Bordino (1922-1977), religioso dei Fratelli Cottolenghini. Una vita da conoscere, all’insegna di una carità silenziosa e di una fede straordinaria. Di seguito riportiamo il resoconto del miracolo che lo ha portato sugli altari, pubblicato l’anno scorso dalla rivista semestrale dell’Associazione pro-beatificazione fratel Luigi Bordino.

 

La «positio» sul miracolo è molto ponderosa e dettagliata, anche perché nella Consulta medica, riunita il 14 ottobre 2010, i pareri erano contrastanti: «Quattro membri hanno ritenuto inspiegabile la guarigione mentre tre l’hanno ritenuta scientificamente spiegabile». Contrasti anche nella seconda Consulta il 12 gennaio 2012. Nella terza il 20 giugno (festa della Consolata) 2013 «cinque medici su 7 definiscono la guarigione “scientificamente inspiegabile”». La sanata è suor Maddalena (Maria Giovanna) Berruto, nata il 22 novembre 1936 a Moncalieri, religiosa cottolenghina, maestra di asilo e infermiera professionale al Cottolengo. «Il 17 novembre 1989 suor Maddalena iniziò ad accusare intensi dolori nei quadranti inferiori dell’addome con ematuria macroscopica e astenia. Fu subito ricoverata in urologia al Cottolengo per ematuria». Neppure un mese dopo, l’11 dicembre 1989 è dimessa: «Lesione discariocinetica della vescica. Esito: guarita». Fin dai primi giorni invoca fratel Luigi «affinché mi ottenesse la grazia di affrontare la malattia e la sofferenza come aveva fatto lui. Gli parlavo, gli dicevo quel che mi sentivo nel cuore o che mi veniva in mente. Sentivo che mi era vicino ed ero certa che non mi avrebbe lasciata sola, che mi avrebbe aiutata. Martedì 5 dicembre andai serena in sala operatoria. Seguivo l’intervento e nel cuore continuavo a parlargli e a pregarlo affinché guidasse la mano del chirurgo».

Nessun dubbio: il merito è di fratel Luigi

Le testimonianze sono concordi: il merito è di fratel Luigi. La caposala di urologia, suor Ferdinanda Murgia, infermiera professionale, presente in sala operatoria, riferisce che l’inferma era molto abbattuta ma serena: «Le ho detto di pregarlo. Aveva una sua immagine e lo pregava: era molto serena e, diversamente da altri malati, non faceva domande». Suor Giovanna Avataneo non ha dubbi sulla gravità della malattia e sull’intercessione di Fratel Luigi: «Era molto prostrata e non si stancava di chiedere preghiere a fratel Luigi. Aveva capito che le sue condizioni erano preoccupanti. Pregai intensamente: “Fratel Luigi aiutala”». Dal 1989 al 1993 a Torino si svolge l’inchiesta diocesana sull’eroicità delle virtù di quello che Benedetto XVI, nella visita alla Piccola Casa il 2 maggio 2010, ha definito «una stupenda figura di religioso infermiere». Il 12 marzo 2006 si apre l’inchiesta sul miracolo che si conclude il 30 gennaio 2007. In sede processuale suor Berruto afferma: «Appena resami conto della gravità del male, subito mi rivolsi a fratel Luigi, come sono solita fare in ogni difficoltà dalla sua morte. Mi ricordo sempre della sua promessa a me e a suor Andreina sul letto di morte: “Quando sarò in Paradiso, mi ricorderò di voi”. Andavamo spesso a trovarlo e ad aiutarlo quando era gravemente infermo e pregavamo con lui. Ero profondamente angosciata perché, se da una parte volevo fare la volontà di Dio, dall’altra avvertivo tutta la mia debolezza e fragilità. Ho continuato a pregarlo praticamente sempre. Ho invitato molte persone a pregare per me fratel Bordino. Avevo grande fiducia nella sua intercessione. Anche se non mi avesse ottenuto la guarigione, mi avrebbe aiutato a essere serena, come era stato lui». Andrea Bordino nasce in una famiglia contadina di Castellinaldo (provincia di Cuneo, diocesi di Alba) il 12 agosto 1922, che lo educa cristianamente. Nel 1942 è arruolato, con il fratello, tra gli Alpini della Cuneese e mandato nella «campagna di Russia». I due fratelli cadono prigionieri. Testimoni sopravvissuti racconteranno la bontà e la completa dedizione di Andrea ai compagni di prigionia. Mesi e mesi di privazioni e di atroci sofferenze lasciano il segno. Rientrato a casa, nel luglio 1946 bussa alla Piccola Casa della Divina Provvidenza per dedicarsi all’umanità sofferente e alla preghiera. Nel 1948 emette i voti come consacrato laico e prende il nome di fratel Luigi di Maria Consolata. Si impegna con passione e diligenza per trent’anni a servizio degli infermi. Donatore di sangue, nel giugno 1975 scopre di avere una leucemia acuta. Il suo calvario dura oltre due anni. Muore il 25 agosto 1977 e dona le cornee a due non vedenti.

Fedeltà ad una promessa

Avendo conosciuto la sua totale dedizione e avendo lavorato con lui, è spontaneo per suor Berruto affidarsi a fratel Bordino e attribuirgli la propria guarigione. Dice la «positio»: «La documentazione ci ha permesso di riconoscere nella guarigione di suor Berruto un chiaro e inequivocabile intervento soprannaturale per intercessione di fratel Luigi, essendo tale guarigione inspiegabile secondo le attuali conoscenze mediche. Sia la paziente, sia le altre suore, sia gli amici invocavano coralmente ed esclusivamente fratel Luigi. Con gli occhi della fede, si può quindi dire che è stato fedele alla sua promessa, cioè dal Paradiso non ha dimenticato suor Maddalena e ha interceduto presso Dio». I consultori teologi della Congregazione dei Santi sostengono che «un argomento inoppugnabile in favore dell’evento soprannaturale è costituito dal rapporto diretto, come tra causa ed effetto, tra l’invocazione a fratel Luigi e la guarigione di suor Maddalena, guarigione rapida, completa, duratura e scientificamente inspiegabile dalla maggioranza qualificata dei membri della Consulta Medica (5 su 7). In fase processuale suor Berruto ha dichiarato che, quando fratel Luigi era infermo, andava spesso a trovarlo e ad aiutarlo e che pregavano insieme. Dopo la sua morte era solita rivolgersi a lui in tutte le necessità. Ammalatasi, si ricordò di quello che aveva promesso: “Quando sarò in Paradiso, mi ricorderò di voi”. A fratel Domenico Carena (che ha fatto conoscere a tutti fratel Luigi, n.d.r.) l’inferma raccontò che al momento di entrare in sala operatoria ebbe una visione di fratel Luigi che la confortò: “Vai tranquilla, perché è già tutto fatto”». Al termine del dibattito i consultori teologi «si sono unanimemente espressi con voto affermativo (7 su 7), ravvisando nella guarigione un miracolo operato da Dio per intercessione del venerabile Luigi della Consolata e hanno auspicato che possa giungere presto, se così piacerà al Papa, alla desiderata beatificazione».

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