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«Qui fai il pieno di carburante. E di fede»
NEWS 23 Settembre 2022    di Giulia Tanel

«Qui fai il pieno di carburante. E di fede»

Ormai da qualche mese a questa parte siamo diventati tutti un po’ più “green” e salutisti: se possiamo lasciare la macchina parcheggiata e muoverci a piedi, coi mezzi pubblici, in bicicletta o in monopattino, oppure almeno accorpare le commissioni e gli impegni da fare nella stessa zona in modo da sederci al volante una volta sola anziché due, lo facciamo.

E questo non tanto per moda, o più ancora per ideologia – anche se sono ormai anni che si martella in tale direzione, con tanto di bonus bicicletta, monopattino e quant’altro, uniti alle limitazioni alla circolazione per i veicoli più “datati” che sono scattate, o stanno scattando, in diverse regioni del Nord… -, quanto perché ogni volta che vediamo accendersi la spia della riserva (di benzina, diesel, gpl o metano, poco cambia), sappiamo che ci aspetta un vero e proprio salasso.

Non che fino a qualche mese fa spostarsi in macchina fosse gratis, intendiamoci, però ora come ora andare al distributore è da catalogarsi tra le esperienze per “persone ardite”. Con buona pace dei vari interventi – passati, presenti e, probabilmente, futuri – messi in atto sul tema dal nostro Governo, piccoli palliativi che non rendono la questione molto più leggera. Di leggero rimane solo il portafoglio, quantomeno per gli inossidabili del cash, dopo aver fatto il pieno. Eppure, c’è un posto in cui andare fermarsi a riempire il serbatoio del proprio veicolo rimane sì un’esperienza per “persone ardite”, ma sotto tutt’altro segno.

In Brasile, infatti, la Rede Marajó, una catena di stazioni di servizio autostradali che opera nel settore da oltre trent’anni, già dal 1992 ha dato vita – e non intende fermarsi! – a una iniziativa del tutto singolare: in sette dei suoi punti di rifornimento, sui diciannove che possiede negli stati di Pará, Tocantins, Goiás, Mato Grosso e Minas Gerais, ha fatto costruire delle cappelle dove è stato quindi collocato, su permesso del Vescovo del luogo, il Santissimo Sacramento e dove i viaggiatori hanno la possibilità di assistere alla Santa Messa, di confessarsi e dialogare con un sacerdote.

Si tratta meramente di una (geniale, obiettivamente) trovata di marketing? Non pare proprio, anche perché, visto il declino inesorabile della pratica religiosa, sarebbe stato nel caso più opportuno puntare su offerte di maggior appeal. A fugare ogni dubbio, ad ogni modo, è la stessa direttrice della Rede Marajó, Janeth Vaz, che ad Agi Digital ha dichiarato: «La fede è il primo valore della nostra azienda». Per poi proseguire: «Il cuore di Marajó è la cappella e sappiamo che Colui che è nella cappella è il Santissimo Sacramento».

Certo, non è stato sempre così: Janeth proviene da una famiglia sì cattolica, ma che «ha frequentato la Messa “sporadicamente”», tuttavia l’incontro con un gruppo di rinnovamento carismatico l’ha fatta letteralmente innamorare della Chiesa cattolica, di Gesù Cristo e di Maria Santissima. E, nel tempo, anche suo marito, inizialmente più “tiepido”, l’ha seguita su questa strada di conversione.

Insomma, in Brasile andare a fare benzina non sarà di certo gratis, ma almeno per le “persone ardite” che sapranno cogliere la preziosità dell’inginocchiarsi in preghiera o dell’investire del tempo nell’assistere a una Santa Messa, oppure ancora dell’accostarsi alla confessione o del dialogare con un sacerdote, potrà rivelarsi un vero e proprio “rifornimento” dal punto di vista spirituale.

Ed evviva, allora, la spia della riserva della macchina che si accende, se può rivelarsi essere il pretesto per rendersi conto che anche ognuno di noi, come le macchine, ha bisogno di attingere a Qualcun altro, con l’iniziale maiuscola, per poter viaggiare verso la meta eterna.

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