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Regno Unito, lettera aperta dei leader cristiani sulla proposta dei passaporti per vaccinati
NEWS 20 Aprile 2021    di Redazione

Regno Unito, lettera aperta dei leader cristiani sulla proposta dei passaporti per vaccinati

La proposta del premier Boris Johnson, che ha ipotizzato che solo i vaccinati possano in futuro recarsi al pub o al cinema, quindi la necessità di istituire i passaporti vaccinali, sta facendo sorgere parecchi dubbi. I passaporti vaccinali, infatti, presi in considerazione per aiutare a riaprire la società potrebbero costituire una discriminazione indiretta e illegale. Anche la Commissione per l’uguaglianza e i diritti umani del Regno Unito ha sottolineato come questi rischino di creare una «società a due livelli», in quanto il pericolo di escludere dall’accesso ai servizi essenziali e all’occupazione i gruppi tra i quali l’adozione di vaccini è inferiore – inclusi quelli provenienti da minoranze etniche e gruppi socioeconomici più poveri – è alto.

Anche all’interno del governo britannico non c’è consenso sul tema: il ministro della Giustizia, Robert Buckland, si è detto contrario, così come il portavoce del premier: «Obbligare qualcuno a vaccinarsi sarebbe discriminatorio». Sebbene non esista ancora una proposta ufficiale di passaporto vaccinale nel Regno Unito, i laburisti si sono già dichiarati contrari e insieme a loro anche una quarantina di deputati Tory hanno espresso contrarietà.

È in questo contesto che è stata scritta una lettera aperta al premier britannico, firmata da più di 1400 leader cristiani.

«Come leader cristiani continuiamo a pregare in questo momento per il vostro governo, in modo che possiamo condurre una vita tranquilla e pacifica con tutta la devozione e dignità (1 Timoteo 2: 2).
Tuttavia, vi scriviamo riguardo a un’area di maggiore preoccupazione, vale a dire la potenziale introduzione nella nostra società dei cosiddetti passaporti vaccinali che sono stati anche chiamati certificati di stato Covid e pass per la libertà. Siamo totalmente contrari a questo suggerimento e desideriamo sottolineare tre punti sulla potenziale considerazione di qualsiasi schema di questo tipo.
Se i vaccini sono altamente efficaci nel prevenire malattie significative, come sembra essere l’evidenza dai risultati degli studi fino ad oggi, allora coloro che sono stati vaccinati hanno già ricevuto protezione; non c’è alcun vantaggio per loro nel fatto che le altre persone vengano vaccinate. Inoltre, i vaccini non prevengono l’infezione di per sé, anche una persona vaccinata potrebbe in teoria portare e potenzialmente trasmettere il virus, quindi decidere lo stato di “non-diffusore sicuro” di qualcuno sulla base della prova della sua immunità alla malattia è falso.
I passaporti per i vaccini sarebbero una «forma non etica di coercizione e violazione del principio del consenso informato» e si avverte il rischio di una «società a due livelli, un’apartheid medico in cui una sottoclasse di persone che rifiuta la vaccinazione è esclusa dalla aree significative della vita pubblica».
«Questo schema ha il potenziale per portare alla fine della democrazia liberale come la conosciamo e per creare uno stato di sorveglianza in cui il governo utilizzi la tecnologia per controllare alcuni aspetti della vita dei cittadini. In quanto tale, questa costituisce una delle proposte politiche più pericolose mai fatte nella storia della politica britannica»
«Per la Chiesa di Gesù Cristo escludere coloro che lo stato considera indesiderabili sociali sarebbe per noi un anatema e una negazione della verità del Vangelo. Il messaggio che predichiamo è dato da Dio per tutte le persone e non consiste altro che nel dono gratuito della grazia offerto in Cristo Gesù, con la chiamata universale al pentimento e alla fede in lui. Negare alle persone l’ingresso [alle funzioni relgiose, ndr] per ascoltare questo messaggio vivificante e per ricevere questo ministero vivificante sarebbe un tradimento fondamentale di Cristo e del Vangelo».

Uno dei firmatari cattolici, padre Benedict Kiely, sacerdote e fondatore di un ente di beneficenza che aiuta i cristiani perseguitati, ha aggiunto: «La chiesa cattolica è stata molto silenziosa durante questa pandemia. Ci sarà tempo per pentirsi per questo. Per noi cattolici, e ne ho parlato con altri sacerdoti, penso che abbiamo perso l’opportunità di predicare il Vangelo sulla risurrezione, la morte e la sofferenza. C’è stato solo un terribile silenzio».
«Che sia popolare o meno, la Chiesa dovrebbe parlare. È la nostra contro testimonianza culturale, che cerca di dire la verità nell’amore o nella carità. Non si tratta di essere un pazzo o un negazionista del Covid o qualcosa del genere. La lettera aperta è calma e ponderata e penso che molti preti cattolici e persino vescovi dovrebbero firmarla».

 

Foto Imagoeconomica

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