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Il ritorno di Dreher: manuale di resistenza al «totalitarismo morbido»
NEWS 16 Ottobre 2020    di Giuliano Guzzo

Il ritorno di Dreher: manuale di resistenza al «totalitarismo morbido»

Dopo il successo, nel 2017, de L’Opzione Benedetto era davvero tanta l’attesa per il nuovo libro di Rod Dreher. Un’attesa soddisfatta, in questi giorni, dall’uscita della nuova opera dello scrittore e critico cinematografico conservatore americano, intitolata Live not by lies (Sentinel, pp. 240) e già bestseller su Amazon. Si tratta di un testo che, in qualche modo, costituisce un passo successivo e un completamento rispetto al precedente.

Infatti, se ne L’Opzione Benedetto l’Autore si era concentrato sulla necessità per i cristiani di costruire comunità di fede per sostenersi all’interno di società oramai post-cristiane, con questa seconda fatica Dreher sviluppa ulteriormente il tema, concentrandosi però sulla persecuzione diffusa che egli ritiene incombente, e su come i dissidenti cristiani possono resistere nei non facili tempi di oggi.

Per meglio sviluppare tale aspetto, Live not by lies si presenta come un libro diviso in due parti: nella prima l’Autore sviluppa il concetto – fornendone una panoramica – di «totalitarismo morbido», ossia di quel clima di intolleranza che, secondo Dreher, caratterizza la cultura secolarista occidentale; nella seconda parte del testo, invece, sono raccolte storie di cristiani reduci dalla persecuzione del comunismo europeo dell’Est.

Dette testimonianze son state raccolte con la chiara finalità di dimostrare come si possa – e si debba, secondo l’Autore – mantenere la fede nonostante i tempi non semplici che ci sono e che ci attendono. «E se le domande di senso che oggi accomunano tutti i giovani del mondo», incalza Dreher nel suo volume, «non avessero le loro risposte in Occidente bensì in Oriente, nelle storie e nelle vite dei dissidenti cristiani?». Una provocazione che, a ben vedere, è tale fino ad un certo punto.

La tesi di fondo di Live not by lies (il cui titolo si ispira a un famoso intervento di Aleksandr Solzenicyn) è infatti che, per sopravvivere all’attuale «totalitarismo morbido», occorra ora più che mai una vita spirituale solida e di prim’ordine. Proprio come quelle dei popoli che, nonostante oltre mezzo secolo di comunismo – e di lotta senza quartiere nei confronti della religione, praticata sin a ridosso della Rivoluzione d’Ottobre – non hanno smarrito la bussola spirituale.

In altre parole – e come recita lo stesso sottotitolo dell’opera – Dreher con questo libro ha voluto mettere a punto un vero e proprio Manuale per cristiani dissidenti (originale: Manual for Christian Dissidents). Che non cade nel tranello semplificatore di chi vuole paragonare sic et simpliciter l’odierno «totalitarismo morbido» con il comunismo di ieri; ciò nonostante, e non senza delle ragioni, si ravvisano in ambedue dei parallelismi.

Di qui la necessità di vivere oggi con la stessa fede granitica dei dissidenti dell’Est, posto che – da quanto pare di capire – l’intellettuale americano non considera il vigente «totalitarismo morbido» prossimo ad implodere. Durerà, sembra suggerire Dreher, per ancora molti anni. Urge pertanto attrezzarsi a dovere per una resistenza non violenta ma non per questo meno tenace e determinata. Perché, come scrive l’Autore, «devi vivere in un mondo di bugie, è vero. Ma sei tu a scegliere se far vivere quel mondo in te».


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