In molti ricorderanno la serie televisiva, in onda in orario pomeridiano su Italia 1 a partire dal 1998, dal titolo: Sabrina, vita da strega, ispirata a un fumetto di Archie Comics. Protagonista l’adolescente americana Sabrina Spellman, interpretata da Melissa Joan Hart, alla quale le zie con cui vive svelano che è per metà strega; comincia così l’addestramento della giovane affinché impari a controllare i propri poteri, il che fa da corollario alla consueta quotidianità di una liceale, condita dai svariati problemi scolastici, amicali, sentimentali, etc.
Ebbene, dal 26 ottobre di quest’anno Netflix ha iniziato a trasmettere la serie Le terrificanti avventure di Sabrina, tratta dagli omonimi fumetti di Roberto Aguirre-Sacasa e Robert Hack, che reinterpreta il personaggio ideato dalla Archie Comics in chiave decisamente differente, che interessa il terrore, il cannibalismo, la magia nera, il demoniaco e la derisione della religione cristiana.
Sabrina è sempre lei, seppure questa volta interpretata da Kiernan Shipka: un’adolescente “mezzosangue”, ossia nata da un papà stregone e da una mamma umana, che vive con due zie, in quanto i suoi genitori sono morti in un incidente aereo mentre si stavano recando a tenere una conferenza in Vaticano. Tuttavia, questa volta a dominare la scena non è tanto la quotidianità della sedicenne, quanto appunto la componente di adorazione di Satana, chiamato il Signore Oscuro, e la contrapposta derisione della religione cristiana. Nel corso delle puntate, infatti, non mancano frasi del tipo: “Lode a te, oh Satana”, mentre Sabrina è pienamente avviata nel percorso che la dovrebbe portare (lasciamo il dubbio per non spoilerare troppo) a compiere il battesimo oscuro e a scrivere il proprio nome nel Libro della Bestia. Nel contempo, come si diceva, non mancano gli sberleffi alla religione cristiana, perpetrati sia in maniera esplicita, sia in maniera più velata, con un attacco ai simboli della Fede.
In tutto questo, quello che risulta essere paradossale è che a insorgere contro la serie in questione non sono stati tanto i cristiani, quanto gli stessi satanisti, affiancati – seppur per motivi differenti – da un manipolo di genitori e associazioni familiari americani, preoccupati per i contenuti (le orge, la fluidità di genere, il femminismo, oltre naturalmente al satanismo) inadatti a un pubblico adolescenziale. Tuttavia a fare la voce più grossa sono stati i satanisti: The Satanic Temple ha infatti intentato contro Netflix una causa per “diffamazione” e per “violazione della proprietà intellettuale”, con la pretesa di un risarcimento che ammonta a 50 milioni di dollari, in quanto nella serie «verrebbero pronunciate battute dirette a “ridicolizzare” Baphomet, idolo con testa di caprone venerato dagli aderenti al movimento satanista. Gli autori della serie, inoltre, avrebbero deciso di impiegare in quest’ultima immagini e statue di tale divinità senza chiedere alcun “permesso” ai vertici dell’associazione», violando dunque il copyright.
Ad oggi la Netflix non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito. Ad ogni modo, la sensazione è che Le terrificanti avventure di Sabrina farà parlare ancora di sé. E la speranza è che a mobilitarsi contro questa serie siano anche i cristiani.
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