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«Sballati però educati». Come ti normalizzo il rave
NEWS 2 Novembre 2022    di Raffaella Frullone

«Sballati però educati». Come ti normalizzo il rave

Come si dice, tutto è bene quel che finisce bene. E allora non parliamone più, tanto rumore per nulla, solo una ragazzata. I giornali sembrano presentare così quanto accaduto negli scorsi giorni a Modena. Il fatto è noto: 3500 ragazzi provenienti da diversi paesi d’Europa si sono dati appuntamento in un edificio in disuso e lo hanno occupato abusivamente per un cosiddetto rave party (organizzato per “celebrare” Halloween) ovvero un enorme raduno dove scorrono indisturbati fiumi di droga e alcool sotto le casse che pompano musica per tutta la notte, spesso per più giorni.

Ebbene lunedì l’edificio è stato sgomberato con il seguente bilancio: 1383 persone identificate, 337 veicoli controllati, sequestrato impianto audio da 150mila euro, almeno 14 le denunce. Ora a far discutere è la stretta del Governo Meloni sui raduni (che prevede fino ai sei anni di carcere), considerata lesiva del diritto di manifestare secondo l’opposizione, come se l’occupazione abusiva di un edificio e lo spaccio e il consumo di droga fossero semplicemente “diritto di manifestare”. Curioso che in questi giorni testate cartacee e televisive abbiano utilizzato con grande parsimonia i termini “illegale”, “abusivo”, “clandestino”, ma anche “droga” mentre in molti abbiano titolato sui “virtuosismi” dei cosiddetti ravers che hanno «ripulito tutta l’area prima di andarsene», come dei bravi adolescenti dopo la festa di fine anno scolastico.

Si legge nel reportage della Stampa: «Perché tutto questo casino? Perché tutta questa polizia? Perché l’elicottero continua a girare?», si chiedeva Stefano, 21 anni, di Como, mente pensante del gruppo «03 Unit» che ha suonato al rave[…]: « Il posto lo occupiamo illegalmente, sì, ma sono tutti luoghi abbandonati, isolati. Lo teniamo qualche giorno e lo ripuliamo. L’uso di sostanze stupefacenti? C’è dappertutto – continua – siamo gli unici che cercano di farlo consapevolmente, senza demonizzarlo».

Il Corriere invece: «È finita con Chiara la ribelle che offre arrosticini a tutti, anche ai giornalisti; con Carlo l’ideologo che parla addirittura di «utilità della polizia, a volte»; con Sara dalla cresta rasta che sorride riconoscendo la presenza di droga nei rave ma come dappertutto». E, dulcis in fundo, con Mary e i suoi amici che il giorno prima erano persi nell’estasi e ora puliscono il capannone di Modena dopo averlo occupato per 48 ore al ritmo di una potentissima techno e di molto alcol e molto fumo. […]«Ma stiamo parlando di un capannone che non veniva usato da vent’ anni, oh – si scoccia Chiara che un tempo faceva l’ufficio stampa delle case di moda e poi ha detto addio al sistema – Dov’ è il male nel ritrovarci tutti insieme per una festa, noi che la pensiamo allo stesso modo, noi che non possiamo e non vogliamo pagare 50 euro per entrare in discoteca? Noi che siamo per la libertà e non siamo contro nessuno: che male è questo?».

Già, che male c’è? Di questo sembrano volerci convincere normalizzando lo sballo fuori controllo con gli “arrosticini della pace” e la raccolta differenziata. Sono i nuovi tarallucci e vino, che servono a mandare giù la pillola. E a sorridere, per non sembrare i soliti bigotti, quelli che invece che chiedersi «che cosa c’è di male» provano ancora a chiedere: «Ma cosa c’è di bene?» (Foto: Visualhunt.com, ©Elisa Finocchiaro)

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