Almeno 13 donne sono morte in India, nello Stato centrale di Chhattisgarh, e decine di altre sono ricoverate in ospedale (20 sono in rianimazione e si teme che non possano farcela) dopo essere state sottoposte a intervento di legatura delle tube nell'ambito della campagna di sterilizzazione di massa voluta dal governo: la causa sarebbe il topicida che contaminava gli antibiotici somministrati dopo l'intervento, e non le cattive condizioni igieniche dell'accampamento di sterilizzazione in cui sono state operate.
L'8 novembre più di 80 donne erano state sterilizzate laparoscopia presso l'ex ospedale Nemi Chand di Pendari, nella regione di Bilaspur: 60 di loro si sono sentite male poco dopo. Le indagini (tuttora in corso) si orientano verso la contaminazione da topicida, poiché quantitativi di fosfuro di zinco, uno dei componenti del veleno per topi, sono stati rinvenuti nella fabbrica Mahawar Pharmaceutical di Raipur, capitale dello stato, in cui era stato prodotto l'antibiotico (lo riferisce l'agenzia Press Trust of India).
Le confezioni di antibiotico acquistate dagli ospedali della zona sono state ritirate dal commercio: secondo le autorità i sintomi accusati dalle donne operate sono di tipo tossico, non infettivo. Si attendono ancora i risultati definitivi delle analisi sugli antibiotici e delle autopsie sulle vittime, ma la contaminazione da topicida sembra confermata dalla morte di almeno due uomini che avevano assunto lo stesso antibiotico in località poco distanti, e che sono deceduti per blocco renale.
Ogni anno l’India procede alla sterilizzazione di 4 milioni di donne. La scusa è sempre quella (falsa) della sovrappopolazione. I decessi in conseguenza d’interventi di sterilizzazione sono all’ordine del giorno, anche perché il sistema sanitario indiano è gravemente carente (spesso mancano persino i disinfettanti e quelli che ci sono vengono annacquati) e i farmaci adoperati sono spesso scaduti. Tra il 2009 e il 2012 il governo ha pagato risarcimenti alle famiglie di 568 donne morte dopo interventi di sterilizzazione. Lo scorso anno le autorità di una località dell'India orientale erano state al centro di uno scandalo, scoppiato dopo che una rete tv aveva mostrato decine di donne prive di conoscenza scaricate in un campo dopo l'operazione. I responsabili si erano giustificati spiegando che l'ospedale locale non era attrezzato per far fronte a un numero così ingente di pazienti.
A Chhattisgarh alle donne sottoposte alla procedura sono state date 1.400 rupie, circa 18 euro; a quelle che accettano di farsi sterilizzare volontariamente altri governi locali offrono come incentivi automobili ed elettrodomestici. I medici vengono pagati a cottimo per queste operazioni, condotte spesso in modo frettoloso e trascurato.
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