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Stilla come rugiada dal Kuwait #33 – L’unico Re davvero libero
NEWS 21 Novembre 2021    di don Francesco Capolupo

Stilla come rugiada dal Kuwait #33 – L’unico Re davvero libero

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario

Solennità di Cristo Re dell’Universo 21/11/2021

Commento al Vangelo Gv 18, 33-37

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».

Nell’ultima Domenica del Tempo Ordinario, la Chiesa celebra la Solennità di Cristo “Re dell’Universo”, un’immagine escatologica che chiude l’anno liturgico (domenica prossima celebreremo la prima Domenica di Avvento) e ci fa riflettere sulle cose ultime (come abbiamo visto domenica scorsa).

Il Vangelo di oggi è tratto dalla “Passione” dell’evangelista Giovanni, un lungo brano del suo Vangelo che va dal cap. 18 al vers. 42 del cap. 19 che potremmo schematizare in undici scene ben delineate. Il centro di quest’ “opera”, è la sesta scena: una vera e propria epifania, una manifestazione della regalità di Gesù che mostra tutto il significato della potenza del Suo Regno, un Regno che non segue i cardini dei regni di questo mondo.

Si tratta del passaggio dell’incoronazione di spine, che nella passione giovannea è, appunto, il vertice della rivelazione dell’identità di Gesù. Gesù è stato flagellato come uno schiavo e i soldati si accaniscono contro di lui. Per ironizzare sulla sua regalità, gli mettono sul capo una corona di spine, che lo trafiggono e lo sfigurano, e lo rivestono di un manto di porpora, tipico dell’imperatore e dei re del mondo. Questa “intronizzazione” prevede l’omaggio dei sudditi e i soldati dunque si prostrano a lui e gli fanno doni mentre, dandogli schiaffi, lo sbeffeggiano: “Salve, Re dei giudei!”. È una scena di derisione, una umiliante parodia, ma nel vangelo di Giovanni è vera epifania, perché in essa è rivelata la vera regalità di Gesù, servo del Signore e vittima innocente del male del mondo.

Questa scena centrale non potrebbe però essere compresa totalmente senza il brano di oggi che si figura come la quarta scena, antecedente a questa epifania.

Pilato, preoccupato per la sua poltrona di procuratore, messa già in pericolo dai continui attacchi degli zeloti e di altri rivoltosi, soffocati nel sangue e che rischiano di portare ad un intevrento diretto dell’imperatore, esausto della cattiva gestione dell’ordine nella Giudea, fa chiamare Gesù e lo interroga. Innanzitutto gli chiede ciò che più gli interessa: “Sei tu il Re dei giudei?”. Ovvero: “Affermi un potere politico su questa terra e su questa gente?”. Questo, infatti, può essere un attentato al potere imperiale romano, un’insidia per Cesare. Ma Gesù non gli risponde subito e gli pone a sua volta una domanda: “Tu, che non sei ebreo, ma appartieni alle genti (cioè ai pagani) mi fai questa domanda mosso da una ricerca personale o semplicemente perché sei istigato dai miei accusatori?”.

Pilato, però, non capisce l‘intento di Gesù e risponde che sono proprio i suoi connazionali, i capi religiosi dei giudei, ad averlo messo nelle sue mani di procuratore a Gerusalemme. Prosegue su questa linea, interrogando Gesù: “Che cosa hai fatto per poter essere stato condotto qui? Quale delitto contro la legge hai commesso?”. A questo punto Gesù fa un primo anticipo di epifania: “Il mio Regno, non è di questo mondo”. Quello di Gesù non è un regno che si instaura con la violenza del potere e non è un potere tra i poteri di questo mondo, in concorrenza tra loro. Il Regno di Gesù è altro: servizio, è portatore di vita non di morte, giustizia, salvezza eterna.

Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

In questa risposta a Pilato, Gesù è Re dell’universo, Re di tutta l’umanità, perché è lui l’umanità originale come Dio l’ha pensata, desiderata e voluta. Qui Gesù si mostra Re più che mai, perché non ha nessuna paura, perché domina su tutto ciò che gli sta davanti e sulla realtà; domina gli eventi, uomo profondamente libero che agisce solo per amore: regna con la stessa regalità con la quale regna Dio! Questo è il Regno di Dio venuto nel mondo, è stato in mezzo a noi e si è rivelato, è stato annunciato e testimoniato, questo è il trionfo della passione e della croce, nella maestà della Resurrezione. Ecco perché Giovanni, subito dopo, annota che Pilato, rivolgendosi alla folla e ai capi dei giudei, proclama per due volte che Gesù è innocente, che non ha alcuna colpa secondo il diritto romano (Gv 18,38; 19,4; e ancora in 19,6); poi, dopo averlo fatto flagellare (Gv 19,1), lo presenta a tutti con le parole: “Ecco l’uomo!” (19,5). Ma c’è un’ulteriore differenza tra questi due re; se Gesù mostra la libertà e il coraggio dell’essere la Verità, Pilato – ci rivela sempre l’evangelista – durante quell’interrogatorio ha paura, e quando sente che, secondo l’accusa, Gesù si è fatto Figlio di Dio, “ha ancor più paura” (Gv 19,7-8). I potenti del mondo possono non avere paura l’uno dell’altro, possono creare alleanze o farsi la guerra ma di fronte a Gesù “hanno paura”, perché Gesù indifeso, mite, innocente, regna veramente ed è lui il Re e il Giudice di tutto l’universo come la Liturgia afferma.

Ha un sorriso bellissimo Giacomo (traduzione italiana del suo nome), è sempre sereno eppure non è stato esente da tantissime prove che hanno toccato lui e la sua famiglia. Anche Giacomo ha regnato e regna con il Cristo, come lui è mite, innocente, umile. Lavora per una ditta di pulizie che opera nei centri commerciali di alto livello della capitale. Pulisce i bagni Giacomo, ogni giorno; bagni eleganti e impensabili come bagni pubblici ma sono quelli frequentati dalle persone che contano. Ogni volta che un “potente” esce dal bagno, lui deve pulire e disinfettare perché possa essere perfetto per il successivo ospite. Giacomo è felice, perché fa con amore il suo lavoro, perché vuole che ogni persona che entri nel “suo bagno” possa stupirsi di tanta pulizia e domandarsi: perché? “Se si domandano perché magari mi vedono e io sono pronto a dire che il cristiano ama Cristo e rende testimonianza a Lui, in ogni lavoro, forse non accadrà mai ma io sono pronto”. Giacomo regna con Cristo, è epifania del Re dell’universo in un altolocato bagno di un centro commerciale. Tutto l’universo obbedisce all’Amore.


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