Mercoledì scorso, numerosi canadesi provenienti da zone diverse, si sono riuniti in tutto il paese per lanciare la loro vigorosa protesta, contro i corsi improntati all’ideologia di genere imposta, ai loro bambini, durante l’orario scolastico, nelle scuole. L’iniziativa che sta facendo il giro di twitter con l’hashtag #1MillionMarch4Children è stata organizzata da una mamma ed ingegnere musulmana Bahira Abdulsalam che, rivolgendosi ai manifestanti ha chiarito subito le intenzioni e il “movente” della protesta: «Questo movimento è radicato nell’amore!» al contrario di quello che possano pensare coloro che apparentemente promuovono il “love is love” ma poi propinano tutt’altro.
Rivolgendosi alla folla ha chiarito bene il senso della loro presenza lì: «I bambini, nelle scuole pubbliche, vengono esposti a materiale sessualmente esplicito, vengono confusi riguardo il loro genere, ovvero li si inizia ad una vera e propria “transizione sociale [Per “transizione sociale” si intende la pretesa che il cambiamento di “genere” di un ragazzo venga riconosciuto dalla società, ad esempio attraverso l’uso di pronomi che non corrispondono al suo sesso biologico n.d.r] spingendoli ad intraprendere, così, un percorso estremamente pericoloso». «Perciò», ha chiosato, «non vogliamo che nessuna ideologia venga imposta ai ragazzi nelle scuole».
Interventi imposti dall’alto, siamo alle solite, anche contro il parere dei genitori che vedono calpestata, così, la loro priorità educativa. Come ha rivendicato Bahira durante la protesta: «I diritti dei genitori devono essere protetti. I genitori devono essere responsabili sia dei valori a cui educano i loro figli, sia dell’eventuale cambiamento di valori su cui si basa la loro educazione. Tagliare questo legame tra genitori e figli è estremamente pericoloso». Le ha fatto eco una mamma che durante la manifestazione ha gridato: «Rivoglio i miei diritti di genitore!». E chiedendo a gran voce che le scuole non confondano i bambini riguardo al genere.
Non sono mancati, inoltre, gli sforzi degli attivisti e dei sindacati LGBTQ per disturbare e intimidire i partecipanti alla campagna di protesta. I contromanifestanti hanno marciato verso Queen’s Park dove si erano riuniti i partecipanti alla #1MillionMarch4Children rivendicando la loro prerogativa sulle scuole e i bambini. Un grido un po’ inquietante che si è levato all’unisono dagli arcobalenati: «Di chi sono le scuole? Nostre! “Di chi sono i figli? Nostri!». Tutto questo non ha spento la determinazione degli organizzatori della Marcia che sembrano perlomeno aver scosso dal torpore insegnanti e consigli scolastici (Fonte foto: screenshot, Twitter/X)
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