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Preghiere, incontri e Messe in suffragio culminanti in una liturgia solenne. Così questa settimana la Chiesa copto-ortodossa ricorda il primo anniversario del martirio di 21 cristiani egiziani, sgozzati dall’Isis in Libia. Il video della loro barbara uccisione è stato diffuso il 15 febbraio 2015 dai jihadisti.
GIÀ CANONIZZATI. Come ricordato l’anno scorso a tempi.it da Anba Macarius, vescovo copto-ortodosso di Minya, il governatorato egiziano da cui proveniva la maggior parte dei 21 cristiani assassinati, nel filmato degli islamisti si vede chiaramente che prima di morire i cristiani professano la loro fede pregando con queste parole: «Ya Rabbi Yasou, Signore Gesù Cristo». Per questo motivo sono già stati canonizzati dalla Chiesa copto-ortodossa e anche papa Francesco ha dichiarato: «Il loro sangue testimonia Cristo. Oggi la Chiesa è la Chiesa dei martiri».
«IL MARTIRIO PIÙ GRANDE». Il vescovo di Minya ha aggiunto: «Pronunciando il nome di Gesù Cristo prima di essere uccisi, hanno confermato di essere morti da cristiani, in nome della loro fede e fedeli fino all’ultimo secondo. Così hanno meritato il Regno dei cieli, come sta scritto nell’Apocalisse: “Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita”. Questo è il più grande caso di martirio cristiano del nostro tempo».
IL MUSULMANO CONVERTITO. Tra i 21, c’era anche un uomo musulmano proveniente dal Ciad, che si è convertito al cristianesimo prima di morire «vedendo la fede testimoniata dai cristiani copti». La notizia si era diffusa ad aprile dell’anno scorso, ma ora è stata confermata da padre Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana: «Ha trovato la fede quando ha visto la faccia degli altri cristiani egiziani, che lui non voleva abbandonare. Ha voluto diventare un martire come loro».
CHIESA DEI MARTIRI. Lo scorso ottobre è cominciata la costruzione di una chiesa a loro dedicata: la chiesa dei Martiri. Verrà costruita nel villaggio di Al-Awar, nel distretto di Samalout, a 25 chilometri da Minya, dove i cristiani sono stati pesantemente perseguitati dagli estremisti islamici soprattutto nel 2013. La prima pietra del tempio, che costerà in tutto 10 milioni di lire egiziane (1 milione di euro circa), era stata posata l’1 aprile.
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