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Il vescovo perseguitato perché aiuta i gay a ritrovare se stessi: «Impegniamoci fino al martirio»
NEWS 13 Aprile 2019    di Ermes Dovico

Il vescovo perseguitato perché aiuta i gay a ritrovare se stessi: «Impegniamoci fino al martirio»

«Stanno facendo del male ai nostri figli, stanno danneggiando una missione della Chiesa come i centri di orientamento familiare, dove va liberamente qualunque persona. E questo non lo possiamo consentire. Non si tratta in nessun modo di andare contro nessuno, ma si tratta di salvaguardare la libertà della Chiesa, di salvaguardare la libertà religiosa, e di impegnarci se necessario fino al martirio per servire coloro che soffrono e aspettano una parola di speranza da noi pastori della Chiesa: non li possiamo abbandonare».

È uno dei passaggi chiave dell’omelia tenuta il 6 aprile dallo spagnolo Juan Antonio Reig Pla, vescovo di Alcalá de Henares, in una cattedrale piena di fedeli stretti attorno al loro pastore, le cui parole ricordano con forza che non c’è vero cristianesimo senza persecuzione. E non è detto che quest’ultima, in quella che era una volta l’Europa cristiana, continui a essere “sottile” come è stata spesso definita in riferimento ai decenni più recenti. La diocesi retta da Reig Pla sta subendo un’indagine della Comunità di Madrid dopo che un giornalista, fingendosi omosessuale, ha chiesto aiuto in uno dei centri di orientamento familiare che fanno capo alla Chiesa e che prevedono, tra i vari servizi in favore del prossimo, di aiutare coloro che vivono con disagio l’attrazione verso lo stesso sesso e cercano di riscoprire la propria identità maschile o femminile.

Al giornalista sotto mentite spoglie era stato consigliato, stando al suo resoconto, di abbandonare la pornografia e la masturbazione, esercitarsi a governare la volontà, parlare con uno psicologo, pregare. Evidentemente troppo per chi veicola la normalizzazione dell’omosessualità e la vuole imporre come una condizione obbligata (anche a chi cerca di uscirne), tanto che il reporter ha subito lanciato la magica accusa di “omofobia”, dando il la al linciaggio mediatico e politico. Così è iniziata l’indagine, che si basa sulla famigerata legge Cifuentes, approvata nel 2016, la quale prevede multe fino a 45.000 euro per le scuole e per chiunque cerchi di aiutare una persona a lasciarsi alle spalle la sua tendenza omosessuale. In sostanza è l’insegnamento stesso della Chiesa, fondato sulla Sacra Scrittura, a essere ritenuto illegale.

«SOLO IN DIO RIPOSA LA MIA ANIMA»
Nonostante i molti attacchi – non nuovi – ricevuti, il vescovo di Alcalá è rimasto saldo nella fede e nella sua omelia ha spiegato che «solo in Dio riposa la mia anima», ricordando poi la missione per la quale è attaccato: «Cosa facciamo in un centro di orientamento familiare? Accudiamo tutti coloro che liberamente vengono a cercare aiuto sia personale sia matrimoniale sia familiare e qualsiasi tipo di situazione che necessita di una parola di consolazione, di aiuto pastorale, spirituale, offrendo accompagnamento in qualsiasi situazione».

I GIOVANI TESTIMONIANO L’AIUTO RICEVUTO
Da quest’azione pastorale sorgono segni di speranza, come il «miracolo» dei giovani che hanno beneficiato dei centri di orientamento familiare e in questi giorni «sono usciti a raccontare la loro testimonianza. E questo in Spagna è una novità assoluta perché il tema di ciò che significa l’educazione all’affettività, l’educazione nella maturazione dell’amore, nella mascolinità e femminilità, è un tabù», con i tempi che corrono, condizionati dall’ideologia gender. «Avere giovani coraggiosi e anche adulti che escono a dare testimonianza del bene che procura loro la Chiesa per maturare nella loro mascolinità e femminilità e nella loro vocazione all’amore, è qualcosa di nuovo, come diceva il profeta Isaia: “Il nostro Dio apre strade nel mare”. E il mare, in questi tempi, in Spagna è un mare tempestoso, perché viviamo in una cultura perversa. Viviamo momenti in cui la libertà è disordinata […]. È, potremmo dire, stabilire il male come bene e dargli il titolo di giustizia».

DIO APRE STRADE DI LIBERTA’
Il Signore, ricorda Reig Pla, «anche oggi apre un cammino di libertà e di speranza, perché il Creatore e il Redentore è l’unico che ci può dare un futuro e un destino eterno. Quanto mi piacerebbe poter dire questo a tutte le persone che pensano che la Chiesa cattolica sia sua nemica […]. Apriamo strade dove non possono neanche i professionisti delle varie scienze umane perché contiamo sulla grazia redentrice di Gesù Cristo che restaura il cuore delle persone».

IL PERDONO E GLI OCCHI DI GESU’
Mentre la società parla di “libertà” ma non perdona nulla, Dio gioisce nel perdonare i figli che tornano a Lui, ed è allora che «crea un cuore nuovo» e noi, da perdonati, torniamo «a essere quel che dice il profeta, da un deserto a un giardino». Il perdono è alla base dell’opera dei centri di orientamento familiare ed è centrale nelle parole del vescovo: «Quello che dobbiamo procurare noi, in questa Quaresima che ci sta portando alla Pasqua, è lasciarci guardare dagli occhi di misericordia di Gesù che dice: “Donna, nessuno ti ha condannato. Va’ e non peccare più, nemmeno io ti condanno”. Vai e non peccare più. Il peccato distrugge le persone… possibilmente questa peccatrice è quella che poi fu seguace di Gesù Cristo e stette ai piedi della croce, che ha lo sguardo di Gesù Cristo che trasforma il cuore».

AI SEMINARISTI: «NON ABBANDONATE MAIL IL GREGGE»
«Cari seminaristi, non abbandonate mai il gregge, e siate disposti a morire per Lui e a dare la vita per loro […] Pertanto concludo dicendo: voi siete le viscere del vostro pastore, il cuore del vostro pastore, quello che è stato chiamato a venire qui per dare la vita per voi, e dovete pregare perché il vostro vescovo sia così, che sia disposto fino al martirio a dar la vita per voi».


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