«Penso che tutti capiamo che dobbiamo porre fine alla guerra il più presto possibile per non perdere più vite umane», queste le parole del presidente Zelensky durante l’incontro con il cardinale Parolin nell’ambito della prima edizione del cosiddetto vertice di pace che ha riunito a metà del mese scorso in Svizzera rappresentanti di un centinaio di Paesi e organizzazioni internazionali.
La mancata partecipazione della Russia ha reso il vertice poco meno che irrilevante per il raggiungimento della pace, ma il presidente ucraino si è detto, stupendo molti osservatori, favorevole alla partecipazione della Russia al futuro vertice di pace organizzato a Kiev. «Penso che i rappresentanti russi dovrebbero partecipare a questo secondo summit», ha spiegato Zelensky ai giornalisti «e mi auguro che un piano per un simile incontro possa essere pronto a novembre». Al tempo stesso ha invocato l’appoggio militare americano: «Il ritardo nelle consegne ha indebolito la nostra posizione sul campo di battaglia e scoraggiato i soldati».
In un’intervista con la Bbc, il presidente ucraino ha ritenuto possibile almeno tentare di porre fine alla guerra prima della fine dell’anno. Dal canto suo, il Cremlino ha valutato positivamente lunedì le parole del presidente ucraino sulla possibilità di tenere negoziati con la Russia per porre fine alla guerra. «Questo è decisamente meglio delle dichiarazioni di Kiev di escludere qualsiasi contatto con la parte russa e con il capo dello Stato russo», ha detto il portavoce della presidenza russa Dmitri Peskov. Allo stesso tempo, ha indicato che dovremo «aspettare azioni concrete» per giudicare quanto siano serie le intenzioni della parte ucraina.
Intanto Parolin, giunto in Ucraina come inviato del Papa venerdì scorso, ha avuto questa mattina il momento centrale della sua visita tramite il colloquio con Zelensky. La Segreteria di Stato ne ha dato notizia affermando che il porporato, da sempre attivo per la pace e il dialogo tra Russia e Ucraina – che ha anche rilasciato una intervista esclusiva al Timone (qui per abbonarsi), in cui rifletteva sul pericoloso rischio nucleare – , ha ribadito al capo dello Stato «la vicinanza del Papa e l’impegno a trovare una pace giusta e duratura per la martoriata Ucraina». Nel corso dell’incontro il presidente ucraino ha conferito al cardinale Parolin un’alta onorificenza nazionale, l’Ordine al Merito.
Le ragionevoli parole del Presidente Zelensky finalmente arrivano dopo tanto tempo. Probabilmente sono indipendenti da quanto sta accadendo negli Stati Uniti con il possibile ritorno di Donald Trump alla presidenza, ma questo sussulto di buon senso potrebbe anche essere stato favorito da quanto sta accadendo al di là dell’Oceano. Perché Zelensky sa molto bene che l’eventuale vittoria di Trump alle elezioni di novembre cambierebbe senza dubbio la posizione degli States a riguardo della guerra in Ucraina, virando velocemente verso la ricerca di una soluzione e un tavolo di pace con i russi. (Fonte foto: Ansa)
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