Mercoledì 10 Dicembre 2025

Siria fine della tolleranza. Scorre il sangue delle minoranze

La presa del potere dei jihadisti non conferma le promesse di pacificazione. Massacro degli alawiti e dichiarazione congiunta dei patriarchi

siria tg2
Nessuna primavera si spande nell'aria siriana, piuttosto un'escalation di violenze contro le minoranze, compresa quella cristiana. Ricordiamo con amarezza lo sconsiderato entusiasmo per l'abbattimento del regime di Assad e la presa del potere da parte di Abu Muhammad Al Jolani, jihadista fondatore dell'HTS, definito da leader occidentali fondamentalista moderato: «Mentre le bande islamiste massacrano alawiti e cristiani sulla costa siriana da due giorni, Ahmed al-Sharaa (alias Al-Jolani) ha rotto il silenzio, non per condannare questi crimini di guerra, ma per dire che “la Siria perseguiterà i resti del regime rovesciato di Bashar al-Assad e li porterà davanti alla giustizia ”», riferisce infolibertaire. Gli obiettivi dichiarati di Al Jolani, all'indomani delle violenze a danno anche di civili inermi, sono che "la Siria darà la caccia ai resti del regime rovesciato di Bashar al-Assad e li consegnerà alla giustizia " . Le violenze sono esplose come scontri tra gruppi armati e forze delle autorità di Damasco fin da giovedì scorso e hanno portato a centinaia, secondo alcuni addirittura migliaia, di morti. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani sono infatti più di 500 le vittime degli ultimi due giorni di massacri. Come testimonia il parroco di Aleppo la situazione è di estrema gravità, nell'inerzia, se non nello studiato disinteresse della comunità internazionale: «Nonostante le innumerevoli voci che chiedono un governo che rappresenti tutte le componenti della società siriana, non si vedono azioni concrete. Le armi minacciano di distruggere quel che resta della nostra speranza», riporta Asianews. La situazione di caos che regna nel paese, favorita dai diversi attori coinvolti, non fa che allontanare la costruzione di uno stato che rispetti e permetta la convivenza di tutte le componenti della popolazione. La Siria è sempre stata un'eccezione tra i paesi musulmani perché aveva permesso per decenni, pur in mezzo a tante contraddizioni e a un livello di corruzione drammatico, la convivenza tra tutte le minoranze religiose. La comunità più consistente è quella musulmana sunnita (70 %), significativa anche quella Alawita, sunnita, che conta circa il 12 % dei siriani, concentrati tra Damasco e la regione di Latakia. Un altro 3 % è composto da altre correnti musulmane (duodecimani e ismaeliti), un altro 3% è composto dalla minoranza drusa, mentre i cristiani, sia cattolici sia ortodossi, raggiungono quasi il 10%. Vi sono poi altre piccole comunità come i Mandei (adoratori di Giovanni Battista) e, caso praticamente unico nel mondo arabo, un 2% di Siriani che si dichiarano ufficialmente atei. «Tutte queste comunità religiose godono della piena libertà di culto ed i loro aderenti, hanno, per la Costituzione uguali diritti e uguali doveri - unica eccezione alla regola il Capo di Stato deve essere musulmano). Questa situazione non è frutto del caso, ma del fatto che, per sessant’anni, al potere in Siria vi è stato il partito Baath (Risorgimento), fondato negli anni ‘50 da esponenti di varie confessioni religiose tra i quali il Cristiano Michel Aflaq, che rifiutava ogni integralismo e difendeva l’uguaglianza di ogni cittadino di fronte alla Legge», ricorda Mario Villani sul blog oraprosiria. Lo dice preoccupato il parroco di Aleppo, come si legge su Asianews: mantenere la Siria in uno stato di incertezza e violenze perpetrate da più parti favorisce gli interessi di coloro che vogliono accaparrarsi una fetta di questa torta piccola ma decisiva del Medio Oriente e così il martoriato popolo siriano si trova spinto sul baratro di una guerra civile: «(...) siamo davvero preoccupati. Alcune voci accusano la comunità internazionale di non assumersi pienamente le proprie responsabilità nei confronti del Medio Oriente in generale e della Siria in particolare, che resta una terra in cui si scontrano le grandi potenze, ognuna delle quali cerca di garantirsi una fetta (...). Altre voci accusano il nuovo governo di Al-Sharaa che, al di là delle belle promesse, non ha compiuto finora azioni serie per garantire processi pubblici ed equi nei confronti dei criminali di guerra (...)». In questa situazione così drammatica e causa di enormi sofferenze per la popolazione, i Patriarchi cristiani del paese hanno firmato una dichiarazione congiunta perché tutti i responsabili facciano il possibile per riportare la pace in Siria e garantire a tutti i cittadini la sicurezza:   Damasco, 8 marzo 2025
Nei giorni scorsi la Siria è stata teatro di una pericolosa escalation di violenza, di torture e omicidi, che ha portato ad attacchi contro civili innocenti, tra cui donne e bambini, oltre ad attacchi ad abitazioni nel loro carattere di inviolabilità e di furti di merci, in scene che riflettono l'entità della sofferenza che subisce il popolo siriano.
Le Chiese cristiane, oltre a condannare fermamente ogni violazione della pace civile, denunciano e respingono i massacri di cittadini innocenti e sottolineano la necessità di porre fine a questi orribili atti contrari a tutti i valori umani e morali.
Le Chiese chiedono inoltre di accelerare l’attuazione di condizioni adeguate per giungere alla riconciliazione nazionale nel popolo siriano e di operare per garantire un clima che consenta la transizione verso uno Stato rispettoso di tutti i suoi cittadini e istituisca una società basata su una cittadinanza paritaria e su un vero partenariato, lontano dalla logica della vendetta e della esclusione.
Allo stesso tempo, sottolineano l'unità del territorio siriano, rifiutando ogni tentativo di dividerlo.
Le Chiese chiedono a tutte le parti coinvolte in Siria di assumersi la responsabilità di porre fine al ciclo della violenza e cercare soluzioni pacifiche che preservino la dignità umana e proteggano l'unità del paese.
Preghiamo Dio affinché protegga la Siria e il suo popolo e affinché la pace regni su tutto il suo territorio.
Giovanni X
Patriarca di Antiochia e tutti i greci ortodossi orientali
Ignazio Aphrem II
Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente della Chiesa ortodossa siriana e leader supremo della Chiesa Universale ortodossa Siriana
Youssef Al-Absi
Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente della Chiesa greco-melchita
(Foto: screen shot canale YouTube Tg2)
   

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