India, pena di morte alle “conversioni forzate”. Nel mirino i cristiani
Nello Stato centrale del Madhya Pradesh il Primo ministro annuncia un inasprimento delle pene per chi con la frode conquista alla fede le persone. Ma i parametri con cui si misura la truffa sono pericolosi per le minoranze
La notizia è stata pubblicata dal sito cattolico Uca news. Mohan Yadav, primo ministro del Madhya Pradesh, stato dell’India centrale, ha dichiarato in un incontro pubblico l'8 marzo scorso, in occasione della Giornata internazionale sulla donna a Bhopal, capitale dello stato, che intende apportare delle modifiche all'attuale legge anti-conversione dello stato, punendo con la pena di morte coloro che si rendono responsabili di conversioni religiose forzate o fraudolente. Mohan Yadav, primo ministro dal dicembre del 2023, ha dichiarato esplicitamente che le conversioni non saranno tollerate.
I cristiani rappresentano solo lo 0,27% della popolazione del Madhya Pradesh e dal 2021, la cosiddetta legge anti-conversione ha portato già a condanne fino a 10 anni di carcere per i trasgressori. La modifica, secondo diversi leader cristiani locali, rischia di rendere la situazione ancora più tesa. "È come gettare benzina sul fuoco", spiega Jerry Paul, presidente nazionale della All Christian Federation, una federazione di protestanti, ortodossi e cattolici con sede a Bhopal. “Già prima gli attivisti indù hanno scatenato un'ondata di attacchi mirati contro il nostro popolo e le nostre istituzioni, accusandoli di conversione religiosa, in questo modo saranno solo autorizzati a intensificare gli attacchi contro la nostra libertà. Sono a rischio quindi sia la nostra sicurezza che la nostra incolumità".
Leggi di questo tipo in India sono state utilizzate per impedire selettivamente la pratica della fede cristiana in Paese che è circa all'80% indù e al 14% musulmana e dove il cristianesimo è la minoranza della minoranza. In particolare, secondo Catholic News Agency, nello stato più popoloso dell'India, l'Uttar Pradesh settentrionale, con una popolazione di 231 milioni di persone, centinaia di pastori e persino alti preti cattolici sono stati imprigionati con l'accusa di conversione forzata o fraudolenta.
L'arcivescovo di Bangalore monsignore Peter Machado di Bangalore e vicepresidente della Conferenza dei vescovi cattolici dell'India (Ccbi) intervistato da AsiaNews espresso il suo sconcerto: “Questo annuncio è un vero e proprio shock per i cristiani e le altre minoranze del Paese. Mentre la conversione forzata deve essere condannata e punita secondo le disposizioni di legge, vanno analizzati anche i modi e i mezzi utilizzati per rintracciare le conversioni forzate. Negare ai cittadini la possibilità di abbracciare liberamente la religione da cui sono attratti è una negazione dei diritti umani, secondo le norme sulla libertà religiosa”.
“Il governo centrale dovrebbe incriminare questi incitatori alla violenza per i loro discorsi di odio – prosegue sempre Machado ad Asianews- È triste che le preoccupazioni per la sicurezza dei cristiani e stiano aumentando, di fronte all'apatia e all'indifferenza del governo di Delhi”.
Ma sì sa. In Occidente, e spesso anche in Oriente, dietro la bandiera luccicante della libertà si celano ombre di dittature soffocanti. Che crescono nutriti proprio dall’indifferenza di chi può far qualcosa. (Foto: screenshot Best documentary, YouTube)
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