«I leader hanno concordato che il movimento per la pace inizierà con un cessate il fuoco energetico e infrastrutturale, nonché con negoziati tecnici sull'attuazione di un cessate il fuoco marittimo nel Mar Nero, un cessate il fuoco completo e una pace permanente». Questo recita il resoconto di ieri della Casa Bianca della telefonata tra Trump e Putin. Ed è già un resoconto significativo; ma non è il solo. Fonti russe riferiscono di un colloquio che sarebbe durato poco meno addirittura due ore; un’ora e mezza, invece, secondo quanto riferito da un funzionario della Casa Bianca a NBC News. In ogni caso, un confronto tra i più significativi mai avvenuti tra i presidenti di Russia e Stati Uniti.
Peraltro, è una telefonata che ha già prodotto i suoi frutti. E a dirlo, stavolta, non è Trump, che come sappiamo è solito spararla un po’ grossa, bensì il Cremlino, che ha subito fatto sapere – dopo il colloquio – che Russia e Ucraina scambieranno 175 prigionieri di guerra; i due leader, informa sempre il Cremlino, avrebbero concordato «istituire gruppi di esperti sulla risoluzione ucraina» per lavorare ulteriormente sulla questione. Siamo insomma davanti ad un primo passo, certo. Sempre il Cremlino ha reso noto, confermando quanto si diceva in apertura, che Vladimir Putin «ha risposto positivamente all'idea di una rinuncia reciproca delle parti in conflitto agli attacchi alle infrastrutture energetiche per 30 giorni e ha dato ordine all'esercito russo di attuare questa proposta».
Ora, crediamo sia difficile liquidare tutto questo – dopo tre anni di guerra in Ucraina - come una notiziola da nulla. Tanto che anche il portavoce del Segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, Farhan Haq, in un briefing, ha subito definito il colloquio telefonico avvenuto «importante». Un giudizio che sottoscriviamo, sperando che naturalmente possa essere, come già si diceva poc’anzi, un primo passo. Ma già il fatto che tutto questo sia avvenuto lo stesso giorno in cui, sul Corriere della Sera (anche se non ripreso da troppi media) Papa Francesco, ancora ricoverato al Policlinico Gemelli da oltre un mese, ha lanciato il suo appello per «disarmare la Terra», ecco, a noi sembra un segno. Un segno che fa ben sperare (Foto: Imagoeconomica)
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