radici cristiane
Cartoni Lgbt
Netflix, spot Lgbt in oltre il 40% dei programmi per bambini
Lo ha rivelato, in una sua recente analisi, Concerned Women for America (CWA)
11 Dicembre 2025 - 12:30
(Imagoeconomica)
Forse sei stato tacciato di essere “bigotto” e “retrogrado” perché non lasci che i tuoi figli guardino i cartoni animati proposti dalle nuove piattaforme. O forse al contrario credi ancora di poter lasciare i tuoi figli di fronte alla televisione senza supervisione. Ecco, in entrambi i casi sappi che la televisione è stata invasa da temi Lgbt e Netflix è in cima alla classifica.
Un nuovo rapporto di Concerned Women for America (CWA) - organizzazione senza scopo di lucro socialmente conservatore e cristiano evangelico degli Stati Uniti, nato in alternativa alla liberale National Organization of Women - lo conferma: un terzo dei programmi Netflix classificati per bambini contiene personaggi, temi o messaggi Lgbt e la percentuale sale al 41% se si considerano le categorie Tv-g e Tv-Y7, pensate per essere totalmente prive di argomenti sessuali. In pratica, i programmi più commercializzati per gli spettatori più giovani. In fondo basta dare una rapida occhiata alla piattaforma per accorgersene; emblematico è stato il caso della serie dello scorso ottobre “Dead End: Paranormal Park”, in cui il personaggio principale ha fatto coming out dichiarandosi transgender. Aveva guadagnato l’attenzione di tutti dopo che Elon Musk aveva condiviso l’appello a «cancellare Netflix», e in poche ore la piattaforma aveva perso circa 15 miliardi di dollari. Evidentemente quella clip non era una caso isolato.
Il team di CWA ha esaminato 326 serie classificate Tv-g e Tv-Y7, catalogando i temi Lgbt come espliciti (quando un personaggio si identifica apertamente), impliciti (personaggi cosiddetti “queer”), e meta (famiglie Lgbt nei reality show), oppure che non contengono nessun elemento. Ebbene, il 21% di questi programmi - che, lo precisiamo, includono programmi orientati anche a bambini in età prescolare - introduce concetti relativi al mondo Lgbt. Per darvi qualche nome, Cocomelon Lane, o serie come The Magic School Bus Rides Again, She-Ra, Power Rangers, The Baby-Sitters Club e Strawberry Shortcake: Berry in the Big City presentano personaggi transgender, non binari e via dicendo. E non pensate che sulla copertina ci sia scritto qualcosa come “contenuti gender”, potreste non accorgervene subito tanto sono subdoli e tanto ne è intrisa la televisione a livello generale.
La presidente e CEO della CWA, Penny Nance, si è rivolta al Daily Wire dicendosi «molto sorpresa dal fatto che avessero persino preso di mira i bambini in età prescolare». Questo rapporto funge da monito per tutti i genitori che pensano che le categorie per età siano ancora una salvaguardia dai contenuti di questo genere. La CEO di CWA ha poi sottolineato l’evidente difformità tra la rappresentazione di Netflix e i dati demografici della popolazione: «Si tratta di una percentuale molto piccola della popolazione, eppure i contenuti complessivi sviluppati per i bambini piccoli sono molto più numerosi rispetto a quei numeri. È una rappresentazione eccessiva». Il rischio grosso è che oggi «i sistemi di valutazione non funzionano», ha spiegato la CEO, visto che Netflix e altre piattaforme si valutano da se stesse. Oltretutto spesso inquadrano i contenuti Lgbt come «rappresentazione», ma «penso che i loro creatori siano stati molto chiari su quale sia il loro intento», ha spiegato Nance, «non è che pensano di non influenzare la cultura. Sono stati molto sinceri su ciò che intendono fare».
E il loro intento non è in alcun modo celato se pensiamo che a maggio di quest’anno Netflix ha pubblicato un rapporto che esalta gli sforzi compiuti dall’azienda per aggiungere “diversità” ai suoi film e alle sue serie. Il rapporto vantava che il 2023 è stato un «anno eccezionale» perché «oltre la metà (52,4%) di tutti i programmi pubblicati nell’anno presentavano personaggi Lgbtq+ per almeno il 10% o più dei personaggi fissi della serie».
Ancora più preoccupante è il fatto che l’aumento dell’identificazione dei giovani con le categorie proposte dal mondo Lgbt sia in linea con l’aumento di questo tipo di media. Tra la Generazione Z, l’autoidentificazione Lgbt è passata dall’11% nel 2017 a oltre il 20% nel 2023, come sottolinea il rapporto di CWA.
Il rapporto rivela anche un picco di rappresentazione Lgbt nei programmi per bambini tutt’altro che inaspettato relativo all’anno 2021. Durante il Covid i nostri bambini hanno passato molto tempo fra le mura domestiche ed era più facile che la televisione rimanesse accesa: «Penso che ci fosse un intento preciso nel cercare di rivolgersi ai bambini», ha detto Nance. Oggi possiamo dire che questo picco ha coinciso anche con un aumento dei minori identificati come transgender.
Nell’intervista con il Daily Wire, alla domanda su cosa dovrebbero fare i genitori in risposta a questo rapporto, Nance raccomanda vigilanza e una posizione ferma nei confronti di questi servizi di streaming: «Consiglierei ai genitori di non permettere ai propri figli di guardare Netflix o altri servizi di streaming che offrono anche contenuti per adulti», ha affermato, aggiungendo che i tempi in cui bastava accendere un programma per bambini e allontanarsi sono ormai lontani. Esorta piuttosto le famiglie a ruotare verso piattaforme alternative facendo riferimento ad Angel Studios che offre una sezione per famiglie libera da indottrinamenti e sfumature woke: «Dobbiamo sostenere le persone che stanno facendo il lavoro per creare contenuti che possiamo supportare», ha concluso Nance.












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