Giovedì 23 Ottobre 2025

La vita è cura. A Firenze si scende in piazza contro il suicidio assistito

In risposta all'approvazione delle legge regionale, oggi una mobilitazione fuori dal palazzo del Consiglio per ricordare che uno Stato civile è chiamato a curare i più fragili, non a eliminare il sofferente.

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Non ha un logo, non ha una sigla, non ha un simbolo di partito la locandina che invita a difendere la vita umana a Firenze, davanti al Consiglio Regionale alle 13. Segno che la mobilitazione di oggi non ha carattere confessionale, partitico, non è una battaglia di associazioni o gruppo ma una battaglia di buon senso, di civiltà e quindi di umanità. Poco più di due mesi fa la Toscana si è aggiudicata un triste primato, quella di essere la prima regione ad far passare una legge che depenalizza il cosiddetto suicidio assistito. Secondo il testo, approvato con 26 voti favorevoli e 13 contrari, un paziente può accedere alla pratica se è affetto da una patologia irreversibile e se è tenuto in vita da sostegni vitali. Soddisfatti i criteri, si può "accedere alla pratica" in meno di quaranta giorni. Ma c'è chi dice no. E ha deciso di dirlo in una piazza pubblica. «Lo Stato non deve e non può essere chiamato in causa per dare la morte – dichiara Donatella Isca, referente di ProVita Toscana -  La legge serve a proteggere gli interessi dei più fragili, di chi vorrebbe vivere ed essere curato. La legalizzazione di pratiche eutanasiche lasciano i fragili in balia dei più forti, per eliminarli, perché danno fastidio». La mobilitazione si svolge proprio davanti al Consiglio Regionale, per rivolgersi idealmente a chi ha votato contro la vita. «La norma sul suicidio medicalmente assistito è barbara e disumana, perché spingerà alla 'morte di Stato' migliaia di malati, fragili, anziani, persone sole ed emarginate che si sentiranno un 'peso' per i familiari e la società» rimarca in una nota Antonio Brandi, presidente di Pro vita & famiglia onlus, che prenderà parte alla manifestazione. «Noi ci auguriamo che contro questa legge regionale si esprima la Corte costituzionale - rimarca Andrea Asciuti di Firenze Vera, che tra i promotori dell'iniziativa - ma la nostra è innanzitutto una battaglia per principi che consideriamo non negoziabili. La nostra non è una questione partitica, ci esprimiamo contro la legge sul suicidio assistito in Toscana, passata grazie alla sinistra, ma faremmo lo stesso se la approvassero in Lombardia o in Veneto. E lo faremo quand'anche dovesse essere il Parlamento a legiferare in questa direzione. La soluzione non è spendere per aiutare le persone a togliersi la vita, ma investire in cure palliative. Inoltre vogliamo ribadire che la vita è preziosa, anche nella sofferenza» Già i vescovi toscani si erano fatti sentire in occasione dell’approvazione del testo, di matrice radicale. Per l’ arcivescovo di Firenze, Francesco Paolo Lojudice la il testo ha segnato «una sconfitta per tutti».  A fargli eco era stato il vescovo di Pistoia Pescia, Fausto Tardelli, che aveva parlato di una «forzatura ideologica che presenta limiti formali e morali», e poi ancora il vescovo di Arezzo Cortona Sansepolcro, Andrea Migliavacca, che sottolineava «Siamo contrari ad alimentare una cultura dello scarto dove si stabilisce chi ha la dignità per vivere». Oggi a scendere in piazza sono semplici cittadini, che pubblicamente vogliono ribadire che uno stato è chiamato a curare il sofferente non a sopprimerlo, che la vita è sacra anche quando fragile, che una civiltà è tale se si prende cura dei suoi figli invece di lasciarli soli a combattere il dolore. E che questo va ribadito nelle piazze per non lasciare che anche altre coscienze dormienti si lascino trasportare dallo spirito del mondo. (Foto: Imagoeconomica) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

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