Domenica 26 Ottobre 2025

Quel che Gesù disse a Barabba

Una semilibera trasposizione letteraria degli eventi della Passione e morte di Gesù di Nazareth. Dal volume “Le parole della Passione di Cristo”, M. Salcito (Edizioni del Faro)

salcito
Per gentile concessione dell'Autore, riportiamo un estratto del libro Le parole della Passione di Cristo (Edizioni Del Faro), di Michele Salcito, una semilibera trasposizione letteraria degli eventi della Passione e morte di Gesù di Nazareth.

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Tormenti di Gesù nell’Orto degli Ulivi Il cielo era limpido e la Luna, quasi piena, proiettava l’ombra di Gesù contro la roccia. Nella sua mente andava crescendo una terrificante voce interiore che cercò di metterlo in crisi… . Questa vocina, che comunemente chiamiamo Maligno, cominciò a dirgli: “Hai visto che non hai combinato niente? Sei un fallito. Cosa pensavi? Che solamente perché parlavi di amare tutti come fratelli le autorità del Tempio ti avrebbero dato ascolto? Sapevi che, secondo loro, bisogna amare solamente quelli della propria casa ed i propri amici… Gesù: - Io sono stato inviato per portare a compimento la Legge e i profeti”
  • Sei certo di non esserti illuso? Guardati attorno. Sei rimasto solo. I tuoi discepolisono persone di scarsa cultura e non conoscono di certo le Scritture come gli scribi. Chi pensi che parlerà dopo di te?
  • Lo Spirito Santoli assisterà in ogni cosa. Non avranno bisogno di studiare perché io sarò con loro.
  • Ma se non ti hanno nemmeno compreso! Dopo tutto quello che hai fatto, tra guarigioni straordinarie ed insegnamenti che lasciavano tutti a bocca aperta, proprio alla cena di stasera com’è possibile che Filippo abbia manifestato dei dubbi sull’esistenza di Colui che non posso nominare chiedendoti di volerlo vedere con i propri occhi? Ammettilo che sei rimasto deluso. Pensi che ora comincino a lavarsi i piedi l’uno con altro come tu hai dato loro esempio prima della cena di stasera? Vai a vedere fuori. Adesso dormono beati e quando sarai morto sulla croce scapperanno come passeri verso i monti…
Gesù viene presentato all’assemblea del Sinedrio Cominciò a parlare il consigliere avvocato del Sommo Sacerdote, il quale presentò all’assemblea alcune essenziali informazioni sull’imputato galileo:
  • Per molti di voi non è la prima volta che vedete quest’uomo. Si dice che aveva cominciato a seguire Giovanni Battista. Varie volte è venuto a Gerusalemme a confondere la gente e ad aizzarla contro di noi in occasione delle nostre feste. Negli anni scorsi era già venuto per la Pasqua. È stato qui anche a Pentecoste, alla festa dei Tabernacoli ed anche alla Dedicazione del Tempio. Sono oltre tre anni che ci crea problemi. Sappiamo che è certamente figlio di un artigiano di nome Giuseppe che è morto da più di un decennio. La sua famiglia è dell’area rupestre chiamata Nazaret. Come è già accaduto per altri falsi profeti circondati di racconti mitici, una leggenda narra che un angelo apparve a sua madre (che oggi ha circa 52 anni) e da quel momento rimase incinta.  La leggenda vuole che il Nazareno sia nato per opera dello spirito dell’Altissimo, mentre a noi risulta che questa Maria abbia avuto almeno un altro figlio di nome Giacomo nato per via naturale come tutti gli altri ebrei. La madre ed i suoi parenti più stretti vivono ancora a Nazaret. Cosa volete che possa venire da quel piccolo agglomerato di caverne di agricoltori e pecorai sperduto fra le montagne della Galilea? Dopo che fu battezzato da Giovanni Battista, almeno cinque anni fa, si ritirò per un periodo nel deserto. Quando tornò fra la sua gente cominciò a farneticare. Diceva di avere una missione da compiere, di avere un padre che governa tutto dal cielo ma contemporaneamente confondeva le idee dicendo che il regno di suo padre è già in mezzo a tutti noi. L’imputato riteneva di essere l’inviato speciale per chiederci di convertirci e diceva “Il regno dei cieli è vicino”. I suoi parenti più stretti, più di una volta avevano cercato di convincerlo a tornare a casa mentre lui faceva proseliti alle folle ma lui, incurante dell’immagine della sua famiglia, li respinse in modo poco ortodosso…”.
Interrogato da Pilato Il governatore, dovendo seguire il protocollo ed avendo bisogno di una pubblica conferma diretta dell’imputato sulle sue generalità chiese a Gesù:
  • Di dove sei?
Ma lui non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato:
  • Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?
Gli rispose Gesù:
  • Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande.
I Giudei, sentendosi chiamati in causa, cominciarono ad inveire contro di lui dicendo:
  • Il nostro potere ci è stato tramandato da Mosè, che parlava con l’Altissimo faccia a faccia, invece di te non sappiamo nulla. Non hai nemmeno un vero padre...
Ex Sommo Sacerdote Anna:
  • Questo impostore ha sempre messo in dubbio l’autorità di Mosè, il quale intercedeva presso Dio per i bisogni del popolo. “I nostri padri hanno mangiato la mannanel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo”.
A questo punto Gesù decide di intervenire:
  • In verità, in verità vi dico: non Mosèvi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo.
  • Pilato verso di lui:
  • Finalmente ti sei deciso a parlare!
Gesù:
  • Se parlo è per il Padre mio. Io non cerco la mia gloria.
Dialogo di Gesù con Barabba in carcere Barabba, che era seduto per terra vicino a Gesù, era disperato in quanto aveva il forte timore di essere giudicato colpevole e, quindi, di essere crocifisso. Gesù, sapendo che, da lì a due giorni quella situazione avrebbe preso un altro sviluppo, cogliendo gli attimi del cambio della guardia, come se lo conoscesse da tempo gli disse: “Forza Barabba. Vedrai che qualcosa accadrà. Porta fiducia nel Padre. Cerca di rinascere. Getta via le cose vecchie. Non pensare alla morte”. Barabba, allora, assicuratosi che la guardia non fosse troppo vicina da  sentire bene i loro discorsi gli disse: “Ma Gesù, sei proprio tu? Io ho creduto nella possibilità di liberare Israele dall’occupazione dei Romani. Mi avevano detto che eri tu quel Messia di cui parlavano già le Antiche Scritture. Anche Giovanni Battista andava in giro dicendo che eri l’unto del Signore ed ora, invece, ti ritrovo qui, in catene, con il volto martoriato… Ho combattuto per questa causa nella speranza che tu avresti mobilitato il tuo esercito di angeli per conquistare il potere, farti re e dominare sul nuovo Israele. Ora, cosa ne ho ricavato? Gesù gli rispose: “Tu sei cresciuto con quella mentalità antica che riteneva giusta la norma “Occhio per occhio, dente per dente”. Io, invece, ti dico: tutto quanto desideri che gli altri facciano a te, tu comincia a farlo a loro. Anche se tu liberassi Israele dall’oppressore, dopo di te qualcun’altro imporrebbe il proprio dominio sul popolo come è già avvenuto in passato. La legge del taglione non è la strada giusta. Bene aveva fatto Mosè a scrivervi le leggi ma, senza la grazia, cioè un vero rapporto con il Padre, sono un falso rimedio ai problemi di qualsiasi persona e di qualsiasi società, di qualsiasi luogo e qualsiasi tempo. Non è con la minaccia della guerra che si semina la pace!”. Barabba: “Ma quale grazia? Io qui ho sempre visto solo miseria, ingiustizia e prevaricazione degli invasori romani. Quale sarebbe il sistema più sbrigativo se non la spada?”. Gesù: “Sai che ti dico? Una cosa che ti sembrerà assurda: “Beati gli afflitti, perché saranno consolati…”.   Tentata lapidazione di Maria Maddalena Insieme agli apostoli c’erano anche alcune pie donne. Fra queste vi era anche Maddalena, la quale fece cenno di voler parlare. Pietro:
  • Parla pure Maddalena. Le riflessioni delle nostre sorelle sono sempre ben gradite, anche se fuori di qui la gente ci critica e tutti fanno ipotesi maliziose.
Maddalena:
  • Io vorrei incoraggiarvi, fratelli e sorelle. Gesù è misericordioso. Non ho detto buono, perché questo aggettivo è spesso utilizzato male ed a volte è sinonimo di debolezza. Egli è giusto e, come Dio, difronte al pentimento non si gira da un’altra parte. Cosa varrebbe la sua giustizia senza la misericordia? Quando lo conobbi c’erano anche alcuni di voi. Sapete la mia storia. Quel giorno io rinacqui a vita nuova e come avrei potuto rimanere da sola, lontano dal Maestro, lui che è acqua viva che sgorga dalla bontà del Padre? Qualcuno di voi non voleva che vi seguissi per timore delle chiacchere della gente… Una mattina alcuni sacerdoti entrarono in casa mia e mi trascinarono fuori. Fra loro si dicevano: “Facciamola giudicare dal Galileo così’, magari, si tradisce e li lapidiamo tutti e due”. Io urlavo chiedendo loro di lasciarmi andare… Mi legarono i polsi e mi portarono sul bordo della strada ove mi misero un cappuccio in testa. Mi tremavano le gambe. Il mio cuore batteva così forte che mi sembrava volesse uscirmi dalla gola. Sudavo freddo. Ad un certo punto sentii lo scalpiccio di tante persone, voci di richieste di essere guariti e tanti ringraziamenti e lodi. C’era anche chi chiedeva perdono e bambini che cantavano “…Osanna al figlio di Davide”. Gesù venne interrotto nel suo cammino dai farisei che stavano dicendo il falso contro di me perché furono loro a trascinarmi via di casa mentre ero sola, con nessun uomo. Ebbero il coraggio di dirgli: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Da quel maledetto cappuccio di lana non riuscivo a vedere, però, qualcosa intravidi guardando in basso verso il terreno. Vidi dei piedi che calzavano dei semplici sandali. Poi, dallo strofinio delle sue vesti sentii che si era chinato per terra e, forse  con un bastoncino, spostò le pietruzze del terreno e poi scrisse qualcosa. Infatti, sentivo i sacerdoti che si chiedevano cosa avesse scritto perché, a loro, sembravano caratteri sconosciuti. Allora Gesù cominciò a dire: “Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna”. Poi Gesù disse che tutti gli uomini e le donne sono uguali, tutti deboli e bisognosi di redenzione…
Al cospetto di Erode Al giovedì mattina, il prigioniero più celebre di tutta la Palestina venne portato davanti ad Erode Antipa ed alla sua corte. Il tetrarca si rallegrò molto nel vederlo, in quanto da tempo desiderava conoscerlo. Egli aveva sentito parlare di guarigioni improvvise e fenomeni straordinari. Il re lo accolse benevolmente dicendogli:
  • Benvenuto Maestro. Ti hanno condotto da me un po’ in ritardo ed allora, nell’attesa, io ed i miei amici ci siamo messi a giocare con la trottola. Magari tu avresti indovinato la lettera che poi è venuta fuori…
Quando venni a conoscenza delle tue opere ebbi il sospetto che tu fossi Giovanni Battista risuscitato dai morti. Devo ammettere che i primi giorni che seppi quelle cose temevo che tu venissi a vendicarti contro di me. Un sacerdote suo amico intervenne:
  • Ma quello sconvolto non andava in giro per la Galileaa fare segni  Lui stava sempre sulle rive del Giordano e, con il suo barchino, aiutava la gente più in difficoltà, ad attraversare il fiume. Lo faceva gratuitamente, però, se qualcuno gli avesse offerto dei viveri, non li avrebbe rifiutati. Faceva loro discorsi strani e li convinceva ad immergersi per un attimo nell’acqua ed a pentirsi dei loro peccati. Molti, vedendolo un po’ bizzarro per com’era vestito e per i discorsi che faceva ne avevano timore e, solo per dargli soddisfazione ed anche un po’ per scaramanzia, si facevano battezzare.
Erode:
  • Sì, effettivamente quello sconvolto, come dici tu, non faceva miracoli od altri gesti straordinari e si è fatto tagliare la testa come una gallina. Anzi, peggio, senza batter ciglio, mentre, almeno un pennuto si agita e cerca di liberarsi. Così mi disse la guardia che mandai a decapitarlo.
Erode, rivolgendosi a Gesù aggiunse:
  • Poi, altri mi suggerirono che potevi essere Elia, in quanto venni a sapere che il grande profeta non era morto perché le Scritture dicono che il vostro Dio se lo prese con sé in qualche altro mondo. Altri ancora mi dicevano che sei uno dei tanti profeti, come quelli che sono già stati in Israele e che ne verranno ancora. Ora che mi hanno detto che parli di pace, di perdono e di misericordia ho capito che sei un semplice guaritore affascinato dal mondo dei profeti.
Allora dicci: è proprio vero che hai camminato sulle acque del lago di Galilea? Che hai gridato contro una tempesta e quella si placò tutto d’un colpo? Che hai trasformato l’acqua in vino? Hai veramente scacciato i demoni dal corpo di posseduti e moltiplicato pani e pesci? Come hai fatto a fare tutti quei prodigi? Un flash del passato prima della flagellazione Gesù fu semplicemente legato in alto per i polsi ad una rastrelliera di ferro fissata al muro dalla quale i cavalli assumevano la biada. Nel vedere il fieno, un flash riportò Gesù ad un ricordo che in età adulta non gli era più affiorato alla memoria. Quando era ancora solo un neonato di pochi mesi si stava avvicinando l’inverno. La sera faceva freddo e, per tenerlo al caldo, lo adagiavano nell’angolo più interno della casa, ove c’era una piccola stalla con alcuni animali. Il problema della culla non c’era. Lo mettevano in una comoda mangiatoia imbottita con un cuscino di lana. Il respiro del bue gli mandava un po’ di calore mentre il raglio dell’asinello gli faceva da ninnananna. Ogni tanto qualche stelo di paglia cadeva dal muso del bue ed essendo sottile come un ago, gli punzecchiava le manine che il bambinello agitava nel tentativo di accarezzare quegli animali di cui vedeva solamente le sagome, mentre l’asinello, con il suo lungo muso, gli dava scherzosi colpetti sul pancino. Ora, invece, è vicino al fieno, però, non è custodito come in una culla, semmai, è legato sotto una mangiatoia per cavalli, utilizzata in quell’occasione per questa punizione corporale. Invece di sentire il calore del respiro del bue è invaso da brividi lungo la schiena. Invece di sentire la ninnananna dell’asinello, ora sente il tintinnio  dei flagelli che i legionari sadicamente agitano davanti a lui. I soldati parlano di Gesù Sedutisi per terra, vicino alla croce, cominciarono a chiacchierare.
  • Guardate questo poveraccio. Non ha più un volto. È pieno di sangue. Questo sarebbe un re o addirittura il figlio di Dio? Non vedete che lo piangono solo quattro donnette da strapazzo e un giovane mantenuto?
  • Se io fossi stato suo padre… Se fosse quello che lui diceva di essere, insomma… suo padre sarebbe intervenuto. Chi di noi non farebbe qualcosa per evitare che il proprio figlio faccia una fine del genere?
  • Questi ebrei sono proprio pazzi. Noi in Calabria andiamo matti per il buon vino e le belle donne. Questi, invece, inseguono le mosche e fanno le guerre per le farfalle. Se almeno avessero tanti dèi come ne abbiamo noi... Ne hanno uno solo e dicono che sia il dio della steppa, cioè del nulla.
Risata di tutto il gruppo.
  • Avete visto laggiù? Mi sembra di aver visto quel Barabba che dovevamo crocifiggere. Gli è andata proprio bene. Ha ancora il coraggio di andare in giro. Spero proprio che qualcuno dei nostri o dei seguaci del Nazareno gli faccia la pelle. Ha fatto uccidere questo poveraccio che non mi sembra sia un criminale. Ho sentito che aveva addirittura detto che se uno ti ruba il mantello tu devi dargli anche la tunica. Robe da matti.
  • Su questo devo ammettere che non hai tutti i torti. Quando abbiamo crocifisso altri uomini quelli ci guardavano pieni di odio e ci sputavano in faccia. Noi, stanchi e nervosi, rispondevamo crudelmente come cani rabbiosi. Quest’uomo, invece, mi ha stupito. Forse siamo stati troppo crudeli con lui. Non ci ha mai guardati male, né tantomeno maledetti. Sembrava un bue tutto quieto mentre va al macello, oppure una pecora che si fida del padrone e va incontro alla morte senza accorgersene.
Il centurione vedendoli bighellonare li richiamò all’ordine.
  • Tiratevi su e vedete di smaltire un po’ questa folla.
(Immagine: opera di Franco Murer)

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