Si chiamava Daniele Pieroni, era nato a Pescara nel 1961, aveva il morbo di Parkinson dal 2008: era costretto a vivere con la Peg in funzione per 21 ore al giorno e, nonostante una vita ricca di soddisfazioni personali e professionali (ha lavorato per 40 anni a Roma, ha pubblicato libri di poesia e di prosa, esordendo nel 1984 con “Scritti”, ha collaborato con radio e giornali e ha condiretto Ritmica, rivista dell'Università Sapienza di Roma. Nel 1997 ha vinto il premio Erato-Farnesina del ministero degli Esteri, l''ultimo riconoscimento risale al 2021, il premio “Montale Fuori di Casa” per la sezione Poesia e musica) ha deciso di farla finita ricorrendo al suicidio assistito, nella regione in cui si era ormai trasferito da tempo: la Toscana.
Pieroni nell'agosto 2023, tramite un amico, aveva contattato il numero Bianco dell'associazione Luca Coscioni per ricevere informazioni su come accedere alla morte medicalmente assistita. Nel giro di un giorno, Marco Cappato stesso, gli aveva fornito le informazioni necessarie, sul percorso di sedazione palliativa profonda e sull’interruzione dei trattamenti in corso. Daniele ha poi inviato la richiesta formale all'Asl Toscana Sud Est il 31 agosto.
«Dopo aver ricevuto, il 22 aprile, l'esito positivo delle verifiche previste dalla sentenza della Corte costituzionale nota come Cappato-Dj Fabo» - spiega l’Associazione Luca Coscioni in una nota- «Daniele, meno di un mese dopo, ha confermato la volontà di procedere a casa. Il tutto si è svolto nel pieno rispetto della procedura prevista dalla legge toscana e delle condizioni stabilite dalla Consulta. A casa sua è stato preparato il farmaco letale, che Daniele si è autosomministrato».
Inoltre, con entusiasmo, l’ Associazione Luca Coscioni sottolinea che si tratterebbe del primo caso di suicidio medicalmente assistito in Toscana, dopo l'approvazione a febbraio della legge regionale su tempi e modalità, «a conferma della sua piena applicabilità in virtù di giudicato costituzionale, nonostante l'impugnazione da parte del Governo».
E proprio da quest’ultima affermazione vogliamo partire, facendo notare che forse l’Associazione capeggiata da Cappato esulta troppo presto: infatti, la legge regionale 16/2025 non è definitiva, come si dice nella nota, è stata, appunto, impugnata dal governo e a fine maggio la Regione Toscana si è costituita in giudizio davanti alla Corte Costituzionale per difenderla.
Inoltre, le stesse sentenze della Corte Costituzionale n. 242/2019 e n. 135/2024 sollecitano sì il Parlamento ma non le Regioni a legiferare sul fine vita. Quindi le Regioni, in realtà, non avrebbero tutto questo potere in materia. Pensiamo infatti, alla decisione del Tar dell’Emilia Romagna del 27 aprile scorso che ha sospeso con effetto immediato le delibere della Regione sul fine vita, approvate negli ultimi mesi della Presidenza Bonaccini, in quanto ha riconosciuto che sul fine vita la competenza è nazionale e non regionale
Non parliamo, infine, del danno che queste morti costituiscono sia a livello giuridico che umano e di quanti malati di Parkinson potrebbero essere influenzati dalla decisione presa dal povero Daniele Pieroni. Si fa presto, infatti, a passare, soprattutto quando si è tristi e soli, dunque, indifesi, dal “diritto di morire” al “dovere di morire”…(Foto: Facebook/Pexels.com)
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