Venerdì 24 Ottobre 2025

Quella fregola irrefrenabile di intervistare il Papa

"La Stampa" in copertina spaccia come «intervista al Papa» quella che in realtà è una conversazione di un anno fa del cardinale Prevost. «Intervista» presentata come inedita nella copertina di un libro delle edizioni Dehoniane. Peccato che tutto sia su YouTube da circa un anno

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L’ultimo caso di quello sport troppo praticato di voler per forza intervistare un Papa è quello emerso in questi giorni sulla copertina del quotidiano La Stampa e poi su quella del libro di padre Antonio Spadaro Da Francesco a Leone, edito dalle Edizioni Dehoniane di Bologna (EDB). Su La Stampa si è spacciata come «intervista al Papa» quella che in realtà è una trascrizione di un intervento del cardinale Robert Francis Prevost del 7 agosto 2024 in una parrocchia agostiniana dell’Illinios. Intervento che si trova sul canale YouTube della parrocchia stessa. Quindi, sarà stata l’irrefrenabile fregola del redattore, o sarà stata l’irrefrenabile voglia di tirare per la talare Leone XIV, sta di fatto che quella non è di certo una «intervista al Papa». Le edizioni Dehoniane, invece, nella copertina del libro hanno spacciato per «inedita» l’intervista al cardinale Prevost, peccato, appunto, che su YouTube l’integrale dell’intervista sia ampiamente pubblica da ormai un anno. Anche qui il redattore probabilmente si è fatto un po’ prendere la mano, perché si sa, i libri bisogna pur venderli. Oppure, visto anche il titolo, “Da Francesco a Leone”, anche in questo caso si è provato a strattonare un po’ la talare di papa Leone per uno zelante desiderio di garantirne la continuità con Francesco. Al di là dell’episodio in se, non proprio un esempio di rispetto della deontologia giornalistica, questo sport di voler per forza intervistare il Papa può condurre ai soliti tic della jungla editoriale. Lo scorso giugno al Tg1 l’intervista di tre minuti, scarsi, con papa Leone intercettato mentre usciva da del centro di Radio Vaticana di Santa Maria di Galeria, era stata presentata enfaticamente nel pomeriggio come uno scoop mondiale. Lo scoop c’è sicuramente stato, se vogliamo ritenere tale il primato di aver posto delle domande a un Papa, ma il dialogo dell’intervista lampo era tutt’altro che «storico» riportando contenuti tutto sommato scontati. Questo secondo caso è di certo ben diverso dall’operazione spericolata de La Stampa e della copertina del libro delle Dehoniane, ma evidenzia la stessa fregola. Esperimenti come le «interviste» che papa Francesco rilasciava a Eugenio Scalfari, un vero e proprio “genere letterario” fantasioso, oggi sembrano ripetersi con «interviste al Papa» che in realtà non lo sono, né sono «inedite». Un triste teatrino che risponde solo alle leggi dell’audience o, peggio, a spingere agende personali. Dispiace che questi scivoloni accadano su palcoscenici in cui spesso si riflette sulla qualità del giornalismo altrui e si stabilisce chi siano gli amici e i nemici dei papi. Se possiamo dare un consiglio non richiesto diremmo a papa Leone che prendesse spunto dal papa cinematografico Pio XIII di Paolo Sorrentino. Nel film si trova di fronte alla responsabile di merchandising che lo interroga sulla necessità di apparire anche sui gadget, The Young Pope risponde: «Io non sono nessuno, la gente in me deve vedere solo Dio». Ma papa Leone XIV effettivamente non ha bisogno di questo consiglio. Nella sua prima omelia, il giorno dopo l’elezione, aveva detto: c’è «un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perché rimanga Cristo». (Foto: Imagoeconomica/Pexels.com) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

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